LA
FORMA DELLA VOCE – Recensione a cura di David Salvaggio
Titolo
originale: Koe no Katachi
Regia:
Naoko
Yamada
Nazione:
Giappone
Anno:
2016
Durata:
129 min.
Distribuzione:
Nexo Digital
Data
di uscita(cinema): 24-25
ottobre 2017 (Evento Unico)
L'intenso
e bellissimo manga realizzato da Yoshitoki Oima, “A silent voice”,
trova la sua trasposizione animata ne “La forma della voce”,
approdato in Italia soltanto adesso e ad un anno di distanza
dall'uscita ufficiale in Giappone. Il film, diretto dalla regista
Naoko Yamada, si rivela un buon adattamento dell'opera originale,
nonostante presenti alcuni evidenti difetti. Partiamo dalla trama,
che si mantiene abbastanza fedele a quella del manga, composto da
sette numeri pubblicati in Italia dalla “Star Comics”. Shoya
Ishida è un vivace ragazzino delle elementari che si diverte a
tormentare la sua nuova compagna di classe, Shoko Nishimiya,
portatrice dell'handicap della sordità. I continui atti di bullismo
conducono all'allontanamento definitivo dalla scuola della bambina.
Quando i due si incontrano nuovamente alle scuole superiori, Shoya si
pente delle sue azioni passate e cerca di rimediare nei confronti di
Shoko. Sarà un percorso di redenzione non privo di difficoltà.
Il
film, da un punto di vista grafico, si rivela ben realizzato e
mantiene lo stesso identico tratto utilizzato per il manga. Inoltre,
viene mantenuta una certa fedeltà narrativa nei confronti dell'opera
originale e questi due fattori vanno sicuramente a favore del
lungometraggio in questione. Tuttavia, il film, proprio come il
manga, potrebbe apparire decisamente lento ma i veri problemi sono
altri. Mentre nel manga i personaggi e le loro relazioni erano
particolarmente trattegiati, qui non si può dire la stessa cosa.
L'attenzione viene focalizzata sopratutto sui due protagonisti,
mentre gli altri personaggi e i vari rapporti tra di loro non
ricevono un adeguato trattamento. A complicare le cose ci sono anche
alcuni dettagli spiegati poco e male che permettono di capire appieno
la storia soltanto a coloro che hanno letto il manga originale.
In
definitiva, il film merita di essere visto perchè tratta dei temi
decisamente attuali in un modo tutto suo e basta soltanto la visione
di Shoko e del suo approccio al mondo circostante a provocare più di
un'emozione nello spettatore. Tuttavia, il consiglio è anche quello
di recuperare il manga per avere una visione completa della
straordinaria opera di Yoshitoki Oima.
Una
visione che la pellicola di Naoko Yamada riesce a dare solo
parzialmente.
Il
mio voto: 7/10