SINISTER – Recensione a cura di David Salvaggio
Titolo originale: Sinister
Regia: Scott
Derrickson
Cast: Ethan Hawke, Juliet
Rylance, Fred Dalton
Thompson, James Ransone
Nazione: U.S.A.
Anno: 2012
Durata: 105
min.
Distribuzione: Koch
Media
Data di uscita (cinema): 14 marzo 2013
Il cinema contemporaneo, per
quanto riguarda il genere horror, non offre film di particolare rilevanza. Il
concetto di inquietudine, orrore del cervello e della psiche umana viene
brutalmente sostituito da spropositate dosi di sangue e violenza gratuite,
contornate il più delle volte da trame banali prive di spunti e idee originali.
Fortunatamente, esistono anche delle eccezioni e, in questo caso, si tratta di
“Sinister”, diretto da Scott Derrickson. Il film si distacca decisamente dai
suoi simili almeno per tre motivi: riesce a fondere sapientemente due generi
come il thriller e l’horror, ha una narrazione di ottima fattura cosi’ come la
caratterizzazione del protagonista e, soprattutto, riesce a inquietare e fare
paura. La trama vede Ellison Oswalt e famiglia trasferirsi in una nuova dimora;
Oswalt è uno scrittore in crisi che spera di rinascere scrivendo un nuovo
grande libro. L’ispirazione arriva da una misteriosa scatola che l’uomo trova
in soffitta; essa contiene un vecchio proiettore e molti filmati in Super 8 dal
contenuto assai macabro. Infatti, le pellicole mostrano diverse famiglie che
vengono torturate e barbaramente uccise; Oswalt decide di indagare e, avanzando
nelle ricerche, mette sempre più a rischio il suo equilibrio mentale e la sua
famiglia. “Sinister” è uno di quei film che ti tiene incollato allo schermo
dall’inizio alla fine, e questo è sicuramente un suo grande pregio; col
procedere della narrazione cresce la suspense e l’interesse dello spettatore
per la vicenda. Vedendo la prima parte, si ha l’impressione di assistere a un thriller
che diventa, nella seconda, un horror davvero inquietante capace di
terrorizzare e di far paura. Il risultato è notevole nonostante la pellicola
sia stata girata con un budget assai ridotto e limitato. Ethan Hawke offre un
personaggio interessante e regge in maniera egregia l’intero film; il suo
Ellison è uno scrittore che soffre la mancanza del successo, vive nel passato
e, proprio per questo, riguarda spesso le sue vecchie interviste televisive. La
scoperta dei filmati lo induce ad avanzare senza sosta per chiarire il mistero
perché tutto questo potrebbe significare il ritorno della fama e la riscoperta
di sé stesso e, in nome di questo, tutto diventa sacrificabile. Prima di concludere
è opportuno segnalare un altro elemento. Si ha il terrore che la pellicola,
proprio perché sfocia nell’horror, venga sciupata nel finale ma “Sinister”
sorprende anche in questo, offrendo una conclusione efficace e soprattutto
concreta. Alla luce di quanto detto, il film è ampiamente da promuovere e
consigliare e si rivela vero e proprio ossigeno per un genere che va sempre di
più alla deriva.
IL MIO VOTO: 7.5/10