ROBOCOP – Recensione a cura di David Salvaggio
Regia: José
Padilha
Cast: Joel
Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Jackie Earle Haley, Michael Keaton,
Samuel L. Jackson
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 118
min.
Distribuzione: Sony
Pictures
Data di uscita (cinema): 6 febbraio 2014
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu
Ray.
Un’altra icona del cinema di
fantascienza viene resuscitata dal cinema contemporaneo. Si tratta di
“RoboCop”, quel particolare ibrido tra uomo e macchina comparso, per la prima
volta, nel film di Paul Verhoeven del 1987 e che avrebbe avuto ben due sequel.
Nel 2014, ci pensa il regista José Padilha a riportare sul grande schermo il
personaggio e a donargli una nuova veste grafica. Il risultato, nonostante non
raggiunga la perfezione, può ritenersi soddisfacente. Iniziamo dalla trama, che
riprende in parte la storia del primo film ma ne modifica il contesto. Infatti,
ci troviamo nel 2028 e, grazie alla tecnologia della potente “OmniCorp”, sono
stati realizzati potenti robot che hanno permesso agli Stati Uniti di vincere
numerosi conflitti. Tuttavia, una legge impedisce di utilizzare le macchine
all’interno della nazione stessa; questo perché esse, non avendo coscienza,
potrebbero causare troppi danni. In questo scenario, viene narrata la storia
dell’agente di polizia Alex Murphy, che viene coinvolto in un attentato e
rimane gravemente ferito; grazie alla “OmniCorp”, però, l’uomo rinasce a nuova
vita nel corpo di un robot e acquisisce grandi capacità. Il corpo è cambiato ma
la coscienza è rimasta e, proprio grazie a quest’ultima, “RoboCop” può
proteggere la sua famiglia e attuare la sua personale vendetta. La narrazione,
a parte qualche prevedibile colpo di scena, si svolge in maniera abbastanza lineare
e la pellicola, inoltre, scorre abbastanza bene; le scene d’azione non mancano
e si rivelano ben realizzate e funzionali alla trama. Lo scenario è riuscito e
il tema della contrapposizione tra uomo e macchina non smette mai di essere
affascinante; il film prova a trattarlo attraverso la figura di RoboCop ma,
nonostante uno sforzo sia stato effettivamente fatto, rimane la sensazione che
si potesse fare qualcosa in più. La stessa cosa, invece, non si può dire per il
resto dei personaggi, caratterizzati in modo soddisfacente e ben interpretati
dal resto del cast. Gary Oldman, nei panni del dottor Norton, è uno scienziato
incline alla sperimentazione che, tuttavia, non dimentica mai il valore e la
ricchezza della coscienza umana; Abbie Cornish, come moglie del protagonista,
dimostra il suo amore per il marito, anche autorizzando ella stessa le
operazioni sul consorte. Michael Keaton e Samuel L. Jackson rappresentano la
falsità delle multinazionali e dei media. Il primo pensa solo al bene della
propria società, al secondo importa della notizia e, in funzione di essa,
sceglie accuratamente cosa mostrare. In definitiva, “RoboCop”, nonostante sia
un po’ diverso dal predecessore, rimane un buon prodotto di fantascienza e,
vedendo quanto il cinema violenti le icone del passato, potevamo aspettarci di
peggio.
IL MIO VOTO: 7/10