venerdì 28 febbraio 2014

RoboCop - Recensione



ROBOCOP – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: RoboCop
Regia: José Padilha
Cast: Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Jackie Earle Haley, Michael Keaton, Samuel L. Jackson     
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 118 min.
Distribuzione: Sony Pictures
Data di uscita (cinema): 6 febbraio 2014
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Un’altra icona del cinema di fantascienza viene resuscitata dal cinema contemporaneo. Si tratta di “RoboCop”, quel particolare ibrido tra uomo e macchina comparso, per la prima volta, nel film di Paul Verhoeven del 1987 e che avrebbe avuto ben due sequel. Nel 2014, ci pensa il regista José Padilha a riportare sul grande schermo il personaggio e a donargli una nuova veste grafica. Il risultato, nonostante non raggiunga la perfezione, può ritenersi soddisfacente. Iniziamo dalla trama, che riprende in parte la storia del primo film ma ne modifica il contesto. Infatti, ci troviamo nel 2028 e, grazie alla tecnologia della potente “OmniCorp”, sono stati realizzati potenti robot che hanno permesso agli Stati Uniti di vincere numerosi conflitti. Tuttavia, una legge impedisce di utilizzare le macchine all’interno della nazione stessa; questo perché esse, non avendo coscienza, potrebbero causare troppi danni. In questo scenario, viene narrata la storia dell’agente di polizia Alex Murphy, che viene coinvolto in un attentato e rimane gravemente ferito; grazie alla “OmniCorp”, però, l’uomo rinasce a nuova vita nel corpo di un robot e acquisisce grandi capacità. Il corpo è cambiato ma la coscienza è rimasta e, proprio grazie a quest’ultima, “RoboCop” può proteggere la sua famiglia e attuare la sua personale vendetta. La narrazione, a parte qualche prevedibile colpo di scena, si svolge in maniera abbastanza lineare e la pellicola, inoltre, scorre abbastanza bene; le scene d’azione non mancano e si rivelano ben realizzate e funzionali alla trama. Lo scenario è riuscito e il tema della contrapposizione tra uomo e macchina non smette mai di essere affascinante; il film prova a trattarlo attraverso la figura di RoboCop ma, nonostante uno sforzo sia stato effettivamente fatto, rimane la sensazione che si potesse fare qualcosa in più. La stessa cosa, invece, non si può dire per il resto dei personaggi, caratterizzati in modo soddisfacente e ben interpretati dal resto del cast. Gary Oldman, nei panni del dottor Norton, è uno scienziato incline alla sperimentazione che, tuttavia, non dimentica mai il valore e la ricchezza della coscienza umana; Abbie Cornish, come moglie del protagonista, dimostra il suo amore per il marito, anche autorizzando ella stessa le operazioni sul consorte. Michael Keaton e Samuel L. Jackson rappresentano la falsità delle multinazionali e dei media. Il primo pensa solo al bene della propria società, al secondo importa della notizia e, in funzione di essa, sceglie accuratamente cosa mostrare. In definitiva, “RoboCop”, nonostante sia un po’ diverso dal predecessore, rimane un buon prodotto di fantascienza e, vedendo quanto il cinema violenti le icone del passato, potevamo aspettarci di peggio.

IL MIO VOTO: 7/10  

domenica 23 febbraio 2014

Sole a catinelle - Recensione



SOLE A CATINELLE – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Sole a catinelle
Regia: Gennaro Nunziante
Cast: Checco Zalone, Robert Dancs, Miriam Dalmazio, Aurore Erguy, Ruben Aprea  
Nazione: Italia
Anno: 2013
Durata: 83 min.
Distribuzione: Medusa
Data di uscita (cinema): 31 ottobre 2013
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd. Disponibile per la vendita in Blu Ray dal 28 febbraio 2014.

Checco Zalone arriva al suo terzo film, “Sole a catinelle”. Il comico pugliese, sempre diretto da Gennaro Nunziante, fa il record di incassi e risolleva il cinema italiano. La formula usata è sempre la stessa: usare una comicità intelligente, che prende di mira in modi diversi l’attualità italiana. Iniziamo dalla trama, estremamente semplice. Checco Zalone è un venditore di aspirapolvere che, sfruttando l’infinita quantità di parenti a sua disposizione, sbarca il lunario e può donare alla famiglia una vita agiata; purtroppo, la crisi arriva anche per il protagonista, che non riesce a vendere più nulla nel momento in cui i componenti della sua famiglia si esauriscono. Nonostante questa situazione, Checco promette una vacanza da sogno al figlio Niccolò, piccolo genio estremamente accorto; sarà un viaggio tanto divertente quanto particolare. La pellicola, supportata anche dalla breve durata, regala non pochi momenti divertenti e il comico pugliese sforna battute e gag in continuazione; inoltre, non risparmia proprio nessuno all’interno della società italiana e fa riferimento, in modi molto diversi, all’attualità che contraddistingue il nostro paese. Tuttavia, nonostante la pellicola sia abbastanza riuscita nel suo genere, si ha la sensazione di assistere a un film superiore a “Che bella giornata” ma inferiore all’esordio “Cado dalle nubi”. Per quanto riguarda la trama e i personaggi, non può che esserci delusione ma è anche vero che non si può pretendere troppo da un film del genere. La narrazione è un pretesto per avviare le situazioni comiche e la caratterizzazione non lascia spazio a grandi riflessioni. Il personaggio di Zalone risulta simpatico e riuscito e anche il piccolo Maurizio Dancs si rivela una buona spalla all’altezza della situazione. Accettabile anche la performance del resto del cast. In definitiva, “Sole a catinelle” è un film comico abbastanza riuscito che, affidandosi al suo protagonista, riesce ad essere un prodotto d’intrattenimento accorto e piacevole da guardare.

IL MIO VOTO: 6/10

lunedì 17 febbraio 2014

Riddick - Recensione



RIDDICK – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Riddick
Regia: David Twohy  
Cast: Vin Diesel, Dave Bautista, Karl Urban, Jordi Mollà, Matt Nable  
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 119 min.
Distribuzione: Notorious
Data di uscita (cinema): 5 settembre 2013
Disponibile a noleggio in Dvd e Blu Ray. Disponibile per la vendita, in entrambi i formati, dal 20 febbraio 2014.

Vin Diesel porta sul grande schermo, per la terza volta, il mercenario Riddick. A dirigerlo è sempre David Twohy, che ha firmato anche la regia di “Pitch Black” (2000) e “The Chronicles of Riddick” (2004). La pellicola, nonostante possa essere piacevole da guardare, si rivela piuttosto deludente sotto vari aspetti. Iniziamo dalla trama, che non presenta nulla di particolarmente innovativo. Riddick si ritrova su uno sconosciuto pianeta desertico e cerca di sopravvivere, tenendo testa alle letali creature del luogo; a complicare ulteriormente le cose è l’arrivo di due squadre di mercenari, seriamente intenzionate ad uccidere il protagonista per intascare la grossa taglia che pende sulla sua testa. La narrazione, durante le quasi due ore di visione, non è sempre scorrevole come dovrebbe e non presenta particolari colpi di scena; inoltre, il finale, molto deludente e tirato via, danneggia ulteriormente la struttura narrativa. Per quanto riguarda i personaggi, soltanto Riddick viene valorizzato in maniera adeguata. Nella prima mezz’ora, viene messa in risalto la componente animale del personaggio, insofferente alle regole e ai doveri e più portato ad una vita d’azione; successivamente, egli scompare per un terzo della pellicola e viene visto come un guerriero inarrivabile e difficilissimo da sconfiggere. Farà la sua ricomparsa nella parte finale, dando ulteriore sfoggio delle proprie abilità. Purtroppo, ben poco si può dire sul resto dei personaggi, tremendamente stereotipati e trascurati; nemmeno Santana e Johns riescono ad essere leader particolarmente riusciti e carismatici. La performance attoriale, nel complesso, non lascia gridare al miracolo. Come se non bastasse, l’azione è molto limitata e non sempre è girata in maniera soddisfacente. Il film trova il suo punto di forza nelle scenografie e negli effetti speciali, elementi realizzati discretamente. In definitiva,” Riddick” è un film di fantascienza piuttosto deludente sotto molti aspetti e, nonostante lo sforzo fatto, rimane strettamente consigliato più ai fan del personaggio che ad un pubblico vasto.

IL MIO VOTO: 5/10

venerdì 7 febbraio 2014

Dragon Ball Z: La Battaglia degli Dei Recensione



DRAGON BALL Z: LA BATTAGLIA DEGLI DEI
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Doragon Bōru Z: Kami to Kami - Battle of Gods
Regia: Masahiro Hosoda
Cast (voci):  Hikaru Midorikawa, Hiromi Tsuru, Kouichi Yamadera, Masakazu Morita, Masako Nozawa
Nazione: Giappone
Anno: 2013
Durata: 85 min.
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita (cinema): 1 febbraio 2014
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

La fortunata saga di “Dragon Ball” giunge al suo quattordicesimo film cinematografico. “La Battaglia degli Dei” arriva con un anno di ritardo in Italia e viene proiettato nei cinema in un evento unico, l’1 e il 2 febbraio 2014. Il risultato, nonostante possa essere piacevole da guardare, tradisce ampiamente le aspettative. Iniziamo dalla trama, che non presenta nulla di particolarmente eclatante. Il Dio della distruzione Bills si è risvegliato dal suo lungo sonno ed è intenzionato a distruggere la Terra; tutti i tentativi di fermarlo si rivelano fallimentari. Goku e i suoi amici non sono abbastanza forti e il nemico è davvero inarrestabile; soltanto raggiungendo un nuovo stato di potenza, il Super Sayan Dio, può esserci una probabilità di vittoria. Il film abbraccia un tono più comico che epico e, per questo, si differenzia notevolmente dall’atmosfera della serie “Dragon Ball Z”; di conseguenza, ne risente anche l’azione. Infatti, tra tutti i combattimenti, soltanto lo scontro finale riesce ad essere davvero entusiasmante. Molti dei personaggi della serie vengono mostrati almeno una volta ma pochi si prestano ad un soddisfacente approfondimento psicologico. Goku è sempre il solito bonaccione e ingenuo, desideroso di mettersi costantemente alla prova; Bills è un cattivo anomalo ma piacevole. Sembra tranquillo e affabile ma basta poco per farlo innervosire. Vegeta, invece, cambia leggermente veste e, in alcuni momenti, sembra più un pagliaccio che il temibile Principe dei Sayan. Il resto dei personaggi funge semplicemente da comparsa e trova spazio anche il malvagio Freezer. Da un punto di vista grafico, viene mantenuto il design della serie, sia nei personaggi che negli ambienti; tuttavia, non manca un abbondante utilizzo della computer grafica ma il risultato, nel complesso, è accettabile. In definitiva, “Dragon Ball Z: La Battaglia degli Dei” non toglie né aggiunge nulla a quanto già visto in precedenza. E’ strettamente consigliato agli amanti della serie ma, nonostante sia gradevole da vedere, conduce ad un interessante quesito: era proprio necessario?

IL MIO VOTO: 5/10  

domenica 2 febbraio 2014

Bling Ring - Recensione



BLING RING – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Bling Ring
Regia: Sofia Coppola
Cast: Emma Watson, Katie Chang, Israel Broussard, Taissa Farmiga, Leslie Mann, Erin Daniels  
Nazione: U.S.A., Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone
Anno: 2013
Durata: 87 min.
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita (cinema): 26 settembre 2013
Disponibile per il noleggio in Dvd e Blu Ray. Disponibile per la vendita, in entrambi i formati, dal 18 febbraio 2014.

L’ultimo film di Sofia Coppola, nonostante tratti tematiche interessanti, non riesce a convincere fino in fondo. Probabilmente danneggiato da una pubblicità costante e troppo martellante, “Bling Ring” approda nelle sale italiane a settembre 2013 e annovera, nel cast, anche la presenza di Emma Watson (la Hermione del famosissimo “Harry Potter”). La trama si ispira alla storia vera della gang chiamata “Bling Ring”, un gruppo di giovani dedito ad una curiosa attività: intrufolarsi nelle case delle star per fare razzie delle loro ricchezze. La banda, composta da ragazze e da un solo maschio, accumulerà una refurtiva consistente, prima di essere definitivamente neutralizzata. La narrazione si rivela estremamente semplice e lineare, senza particolari colpi di scena; nonostante sia supportata da una breve durata, purtroppo, la pellicola può risultare lenta e dal dubbio scorrimento. Questo può essere dovuto alla struttura anomala del film, che riserva allo sfaldamento della gang soltanto i venti minuti finali; il resto mostra, essenzialmente, sempre lo stesso concetto: i ladri entrano con estrema facilità nelle case delle star e si divertono al loro interno, il tutto con grossa calma e tranquillità. L’approfondimento dei personaggi poteva essere più curato e tutti risultano, nel complesso, molto banali e stereotipati; tuttavia, la regista sceglie, ancora una volta, di non giudicare i membri della banda e si limita a narrarne le vicende. Siamo di fronte a ragazzi tremendamente immaturi che, nonostante tutto, intendono sempre e comunque comportarsi come delle star, anche nel momento in cui vengono scoperti. Da un punto di vista attoriale, nessuno offre un’interpretazione davvero degna di nota; la Watson ha uno spazio limitato e nemmeno lei fa davvero meravigliare. In definitiva, “Bling Ring” poteva offrire di più su tutti i fronti e si rivela un prodotto privo di mordente e con una sostanza troppo poco convincente. A gioire possono essere le marche e i loro accessori: nel film viene mostrato davvero di tutto.

IL MIO VOTO: 5/10