lunedì 2 maggio 2016

Zona d'ombra - Una scomoda verità - Recensione

ZONA D'OMBRA – UNA SCOMODA VERITA'
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Concussion
Regia: Peter Landesman
Cast: Will Smith, Alec Baldwin, Luke Wilson, Albert Brooks, David Morse, Arliss Howard, Gugu Mbatha-Raw
Nazione: U.S.A., Australia, Regno Unito
Anno: 2015
Durata: 122 min.
Distribuzione: Sony
Data di uscita (cinema): 21 aprile 2016


Alcuni attori, dopo un discreto periodo di assenza dalle scene, fanno il loro ritorno. Will Smith è uno di questi. Mentre aspettiamo l'atteso “Suicide Squad”, in cui lui ricopre i panni di Deadshot, l'ex cantante arriva nelle sale con un film risalente all'anno scorso. Si tratta di “Zona d'ombra – Una scomoda verità”, diretto da Peter Landesman. Parliamo di un prodotto estremamente valido, incisivo nelle tematiche e tanto emozionante quanto ben interpretato. Partiamo dalla trama, ispirata ad una storia vera. Nel settembre del 2002, il dottor Bennet Omalu, in seguito alla misteriosa morte di alcuni ex giocatori di football, fa una sconvolgente scoperta. I numerosi colpi violenti presi dai giocatori alla testa, infatti, conducono questi ultimi, gradualmente, prima alla follia e dopo alla morte. Il coraggioso protagonista cerca di divulgare la verità ma deve scontrasi con la NFL, troppo minacciata dalla sua scoperta. La narrazione assume un'intensità sempre maggiore e, nonostante le due abbondanti ore di visione, scorre molto bene. Attraverso la vicenda del protagonista, vengono affrontate due importanti tematiche: l'America come il sogno di un immigrato nigeriano e le spietate meccaniche del football americano. Will Smith da vita ad un Bennet Omalu decisamente convincente, disegnando un personaggio tanto particolare quanto determinato nella propria missione. Per quanto possa essere grande il nemico che ha davanti, il protagonista porta con sé la forza della verità, assolutamente impossibile da nascondere o da sconfiggere. E il suo destino è andare avanti, anche se questo porta alla disillusione nei confronti dell'America, tanto amata e desiderata. Efficaci anche i rapporti tra i vari personaggi e la loro relativa caratterizzazione. Abbiamo una moglie devota nei confronti del marito e pronta a dissipare ogni suo dubbio, un medico di squadra pronto a schierarsi (a malincuore) contro lo sport per cui ha sempre lavorato, un dottore determinato tanto quanto Bennet a non fermarsi nel perseguimento della verità e medici e cittadini troppo ottusi di fronte ad una scomoda realtà. Una realtà che, nonostante tutto, riesce infine a venire a galla e a testimoniare l'importanza del lavoro del dottor Omalu. Grazie anche una buona regia e ad una prova estremamente convincente dell'intero cast, in conclusione, “Salvacinema” non può fare altro che consigliare caldamente la visione di “Zona d'ombra”, un film che mescola sapientemente emozioni ed amare attualità.


IL MIO VOTO: 8/10

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