giovedì 2 ottobre 2014

Il giardino delle parole - Recensione



IL GIARDINO DELLE PAROLE
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Kotonoha no niwa
Regia: Makoto Shinkai
Cast (voci): Miyu Irino, Kana Hanazawa, Takeshi Maeda, Fumi Hirano
Nazione: Giappone
Anno: 2013
Durata: 45 min.
Distribuzione: Dynit, Nexo Digital
Disponibile per la vendita in Dvd e Blu Ray.





Con un anno di ritardo arriva, anche in Italia, “Il giardino delle parole”, mediometraggio d’animazione scritto, diretto e quasi totalmente realizzato da Makoto Shinkai. Ancora una volta, il regista da prova del suo grande talento, coniugando una storia semplice ma profonda e un comparto grafico veramente notevole. La trama ruota attorno al rapporto che si sviluppa tra Takao, studente che sogna di diventare calzolaio, e Yukino, donna tanto affascinante quanto misteriosa. I due si incontrano sempre in un giardino e solo durante le giornate di pioggia; in queste occasioni, si aprono a vicenda ma, con la conclusione della stagione delle piogge, emergono anche dolorose verità. La narrazione, nonostante sia estremamente semplice, possiede una profondità non indifferente. I due protagonisti vengono ben caratterizzati e i suggestivi scenari della storia diventano il riflesso dei loro stati d’animo; anche la colonna sonora, a questo proposito, si rivela davvero azzeccata e accompagna lo spettatore fino all’intensa e toccante scena finale. Parlando del comparto grafico e tecnico, non si può che rimanere senza parole. I fondali e la colorazione sono semplicemente meravigliosi e l’animazione è veramente limpida e cristallina; anche sul design dei personaggi non si possono che esprimere giudizi molto positivi. Probabilmente, l’unico difetto che si può imputare a questa produzione riguarda lo scorrimento; nonostante la breve durata, si potrebbe avvertire una certa lentezza, in alcuni tratti. In conclusione, “Il giardino delle parole” è un’opera straordinaria che riesce ad essere magnificamente poetica, rendendo le immagini un ulteriore estensione della propria materia narrativa.

IL MIO VOTO: 8.5/10    

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