ANARCHIA – LA NOTTE
DEL GIUDIZIO
Recensione a cura di David Salvaggio
Regia: James
DeMonaco
Cast: Frank
Grillo, Carmen Ejogo, Zach Gilford, Kiele Sanchez, Michael K. Williams
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 99
min.
Distribuzione: Universal
Pictures
Data di uscita (cinema): 23 luglio 2014
Disponibile a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.
James DeMonaco, che ha
scritto e diretto nel 2013 “La notte del giudizio”, continua a sviluppare il
suo soggetto con “Anarchia – La notte del giudizio”. Il risultato ottiene la
sufficienza ma non è riuscito tanto quanto il predecessore. Partiamo dalla
trama, che utilizza lo stesso scenario del primo capitolo, senza rappresentarne
un vero e proprio sequel. In America continua la pratica annuale dello “Sfogo”,
una notte dove ogni tipo di crimine è permesso. Mentre un gruppo di ribelli
inizia ad operare contro lo stato, che permette questo evento, le vite di
alcune persone vanno ad intrecciarsi; sopravvivere è tutt’altro che facile e la
notte è appena cominciata. La narrazione non è completamente scontata e
continua a riflettere sulle interessanti tematiche sollevate nella pellicola
precedente: questo secondo capitolo, tuttavia, sfrutta l’originale contesto in
modo diverso. Infatti, si ha la sensazione di assistere più ad un film d’azione
che ad un horror; probabilmente, è questo il punto debole della pellicola. Le
sequenze più movimentate, infatti, permeano quasi tutto il film ma non sono
niente di speciale e la caratterizzazione dei personaggi lascia molto a
desiderare. L’idea della follia dilagante era resa meglio nel predecessore e un
elemento importante come il gruppo di ribelli viene trattato troppo poco; i
concetti interessanti, come l’assenza di eroi e lo strapotere dei ricchi, non
mancano ma si poteva fare molto di più. Come se non bastasse, il senso di
terrore e di inquietudine non viene mai trasmesso veramente come nel primo
capitolo. In definitiva, “Anarchia – La notte del giudizio” sfrutta la scia del
predecessore ed ha alcune idee interessanti; purtroppo, è nettamente inferiore
a quest’ultimo. La virata verso il genere action e l’assenza di pura
inquietudine non hanno giovato all’intera operazione.
IL MIO VOTO: 6/10
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