domenica 7 giugno 2015

Still Alice - Recensione

STILL ALICE – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Still Alice
Regia: Richard Glatzer, Wash Wetmoreland
Cast: Julianne Moore, Alec Baldwin, Kristen Stewart, Kate Bosworth
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 97 min.
Distribuzione: Good Films
Data di uscita (cinema): 22 gennaio 2015
Disponibile a noleggio e in vendita in DVD e Blu Ray.


La vittoria agli Oscar di Julianne Moore come Miglior Attrice Protagonista, vedendo “Still Alice”, non sorprende affatto. L'attrice si misura con un ruolo estremamente difficile e riesce ad offrire una performance davvero magistrale. Partiamo dalla trama, ispirata al romanzo “Perdersi” di Lisa Genova. La brillante vita di Alice Howland, rinomata linguista, viene sconvolta da una terribile malattia: l'Alzheimer. La donna, con l'appoggio dell'intera famiglia, cerca di affrontare questo dramma ma il male non perdona. Probabilmente, l'unico difetto del film, a carattere prettamente soggettivo, è lo scorrimento; infatti, nonostante la breve durata, la pellicola potrebbe risultare particolarmente lenta. Per il resto, si può solo lodare l'ottimo lavoro svolto. Il tema trattato è estremamente attuale e viene mostrato con il massimo del realismo quotidiano, senza dare spazio a momenti troppo patetici; la narrazione, di conseguenza, è asciutta e concreta e non ha un finale completamente scontato. Il cast si comporta egregiamente e, oltre alla protagonista, Baldwin e la Stewart riescono a dare anche un minimo di caratterizzazione ai propri personaggi. Tuttavia, la scena appartiene completamente alla Moore. Alice Howland è una protagonista straordinaria, una donna che non nasconde la propria malattia e affronta coraggiosamente la propria situazione. Una persona che, gradualmente, vede distrutti tutti i propri ricordi e che non può fare altro che una cosa: vivere intensamente il momento, prima che esso scompaia. Tuttavia, non è una donna priva di debolezze e, in determinate scene, il film fa emergere chiaramente questa verità. Un finale che guarda, in qualche modo, alla speranza tira le somme di un prodotto assolutamente da vedere, ben realizzato sotto quasi tutti gli aspetti. L'Alzheimer può distruggere molte cose ma c'è una sostanza universale, che ci abbraccia e che ci circonda, che la malattia non può annientare: l'amore.


IL MIO VOTO: 8,5/10

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