STILL
ALICE – Recensione a cura di David Salvaggio
Titolo
originale: Still Alice
Regia:
Richard Glatzer, Wash
Wetmoreland
Cast:
Julianne Moore, Alec Baldwin,
Kristen Stewart, Kate Bosworth
Nazione:
U.S.A.
Anno:
2014
Durata:
97 min.
Distribuzione:
Good Films
Data
di uscita (cinema): 22 gennaio
2015
Disponibile
a noleggio e in vendita in DVD e Blu Ray.
La
vittoria agli Oscar di Julianne Moore come Miglior Attrice
Protagonista, vedendo “Still Alice”, non sorprende affatto.
L'attrice si misura con un ruolo estremamente difficile e riesce ad
offrire una performance davvero magistrale. Partiamo dalla trama,
ispirata al romanzo “Perdersi” di Lisa Genova. La brillante vita
di Alice Howland, rinomata linguista, viene sconvolta da una
terribile malattia: l'Alzheimer. La donna, con l'appoggio dell'intera
famiglia, cerca di affrontare questo dramma ma il male non perdona.
Probabilmente, l'unico difetto del film, a carattere prettamente
soggettivo, è lo scorrimento; infatti, nonostante la breve durata,
la pellicola potrebbe risultare particolarmente lenta. Per il resto,
si può solo lodare l'ottimo lavoro svolto. Il tema trattato è
estremamente attuale e viene mostrato con il massimo del realismo
quotidiano, senza dare spazio a momenti troppo patetici; la
narrazione, di conseguenza, è asciutta e concreta e non ha un finale
completamente scontato. Il cast si comporta egregiamente e, oltre
alla protagonista, Baldwin e la Stewart riescono a dare anche un
minimo di caratterizzazione ai propri personaggi. Tuttavia, la scena
appartiene completamente alla Moore. Alice Howland è una
protagonista straordinaria, una donna che non nasconde la propria
malattia e affronta coraggiosamente la propria situazione. Una
persona che, gradualmente, vede distrutti tutti i propri ricordi e
che non può fare altro che una cosa: vivere intensamente il momento,
prima che esso scompaia. Tuttavia, non è una donna priva di
debolezze e, in determinate scene, il film fa emergere chiaramente
questa verità. Un finale che guarda, in qualche modo, alla speranza
tira le somme di un prodotto assolutamente da vedere, ben realizzato
sotto quasi tutti gli aspetti. L'Alzheimer può distruggere molte
cose ma c'è una sostanza universale, che ci abbraccia e che ci
circonda, che la malattia non può annientare: l'amore.
IL
MIO VOTO: 8,5/10
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