LA FRODE –
Recensione a cura di David Salvaggio
Regia: Nicholas
Jarecki
Cast: Richard Gere, Susan
Sarandon, Tim Roth, Laetitia Casta, Brit Marling
Nazione: U.S.A.
Anno: 2012
Durata: 103
min.
Distribuzione: M2
Pictures
Data di uscita (cinema): 14 marzo 2013
Disponibile a noleggio in Dvd e Blu Ray. Disponibile
per la vendita dal 25 settembre 2013
L’esordio è una tappa
obbligata e una prova impegnativa per ogni regista. Alcuni riescono subito a
creare un buon prodotto, altri no. Fortunatamente, Nicholas Jarecki rientra
nella prima categoria e, servendosi di un ottimo cast, riesce a confezionare
una pellicola interessante. Si tratta, appunto, de “La frode”, film
indipendente girato in un mese circa. Siamo di fronte a un thriller drammatico
che si concentra maggiormente sulla psicologia dei personaggi più che sull’intreccio
poliziesco, che non pretende alcuno sforzo intellettivo dallo spettatore. La
narrazione vede come protagonista Robert Miller, potente e carismatico uomo
d’affari. La sua sembra una vita perfetta ma solo in apparenza; l’uomo,
infatti, tradisce la moglie con Julie, sensuale artista emergente. Purtroppo, a
causa di un incidente stradale, quest’ultima perde la vita e Miller,
miracolosamente sopravissuto, abbandona il luogo della tragedia senza chiamare
la polizia. Riuscire a ingannare la giustizia e risolvere i sempre più grossi
problemi di lavoro non sarà affatto semplice. Richard Gere, grazie ad un’ottima
performance, dipinge un protagonista che, in ogni modo, deve uscire dai guai in
cui si trova; vedere l’agire di quest’uomo è soprattutto un modo per analizzare
la sua personalità e il rapporto che egli ha con gli altri. L’unica cosa che
conta, per Miller, è avere sempre il dominio della situazione e risultare sempre
vincente su tutto e su tutti; ogni familiare, persino la figlia, è un suo
dipendente e tutto il potere deriva da una sola cosa: il denaro. L’attore è
molto bravo a rendere il nervosismo del protagonista, che aumenta con
l’incedere della narrazione. Anche il resto del cast offre una prova più che
soddisfacente. Tim Roth dipinge un poliziotto stanco della troppa libertà dei
potenti, che troppo spesso comprano la giustizia, e vede nella condanna di
Miller una sorta di riscatto da questa situazione; Susan Sarandon rappresenta
la moglie devota, capace di scendere a compromessi per il bene dei figli. Anche
Brit Marling nei panni di Brooke Miller, la figlia del protagonista, se la cava
piuttosto bene; crede nel padre e nella sua integrità morale ma finisce per rimanerne
delusa e per accettare le ingiustizie del mondo, che ruota solo intorno al Dio
Denaro. Probabilmente, la performance più semplice e scialba viene offerta da
Laetitia Casta, che porta sullo schermo la solita amante capricciosa di cui
viene valorizzato più il fisico che la sostanza. In definitiva, “La frode” è un
film interessante, ricco di temi e di sfumature narrative che, anche se non
tiene inchiodato lo spettatore alla poltrona, si rivela piacevole da guardare.
Stimola le più disparate opinioni sulle macchinazioni del potere e delle sue
conseguenze sull’uomo e supera ampiamente la sufficienza. L’unico difetto
riscontrabile nella pellicola, prettamente soggettivo, sta nello scorrimento,
che potrà risultare lento a tratti ma non di più tanto. In conclusione, “La
frode” si distingue nel panorama cinematografico contemporaneo per l’eleganza
della messa in scena, la brillantezza del cast e la ricca sostanza
contenutistica. Merita sicuramente una possibilità.
IL MIO VOTO: 7/10
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