giovedì 29 agosto 2013

La frode - Recensione



LA FRODE – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Arbitrage
Regia: Nicholas Jarecki
Cast: Richard Gere, Susan Sarandon, Tim Roth, Laetitia Casta, Brit Marling
Nazione: U.S.A.
Anno: 2012
Durata: 103 min.
Distribuzione: M2 Pictures
Data di uscita (cinema): 14 marzo 2013
Disponibile a noleggio in Dvd e Blu Ray. Disponibile per la vendita dal 25 settembre 2013

L’esordio è una tappa obbligata e una prova impegnativa per ogni regista. Alcuni riescono subito a creare un buon prodotto, altri no. Fortunatamente, Nicholas Jarecki rientra nella prima categoria e, servendosi di un ottimo cast, riesce a confezionare una pellicola interessante. Si tratta, appunto, de “La frode”, film indipendente girato in un mese circa. Siamo di fronte a un thriller drammatico che si concentra maggiormente sulla psicologia dei personaggi più che sull’intreccio poliziesco, che non pretende alcuno sforzo intellettivo dallo spettatore. La narrazione vede come protagonista Robert Miller, potente e carismatico uomo d’affari. La sua sembra una vita perfetta ma solo in apparenza; l’uomo, infatti, tradisce la moglie con Julie, sensuale artista emergente. Purtroppo, a causa di un incidente stradale, quest’ultima perde la vita e Miller, miracolosamente sopravissuto, abbandona il luogo della tragedia senza chiamare la polizia. Riuscire a ingannare la giustizia e risolvere i sempre più grossi problemi di lavoro non sarà affatto semplice. Richard Gere, grazie ad un’ottima performance, dipinge un protagonista che, in ogni modo, deve uscire dai guai in cui si trova; vedere l’agire di quest’uomo è soprattutto un modo per analizzare la sua personalità e il rapporto che egli ha con gli altri. L’unica cosa che conta, per Miller, è avere sempre il dominio della situazione e risultare sempre vincente su tutto e su tutti; ogni familiare, persino la figlia, è un suo dipendente e tutto il potere deriva da una sola cosa: il denaro. L’attore è molto bravo a rendere il nervosismo del protagonista, che aumenta con l’incedere della narrazione. Anche il resto del cast offre una prova più che soddisfacente. Tim Roth dipinge un poliziotto stanco della troppa libertà dei potenti, che troppo spesso comprano la giustizia, e vede nella condanna di Miller una sorta di riscatto da questa situazione; Susan Sarandon rappresenta la moglie devota, capace di scendere a compromessi per il bene dei figli. Anche Brit Marling nei panni di Brooke Miller, la figlia del protagonista, se la cava piuttosto bene; crede nel padre e nella sua integrità morale ma finisce per rimanerne delusa e per accettare le ingiustizie del mondo, che ruota solo intorno al Dio Denaro. Probabilmente, la performance più semplice e scialba viene offerta da Laetitia Casta, che porta sullo schermo la solita amante capricciosa di cui viene valorizzato più il fisico che la sostanza. In definitiva, “La frode” è un film interessante, ricco di temi e di sfumature narrative che, anche se non tiene inchiodato lo spettatore alla poltrona, si rivela piacevole da guardare. Stimola le più disparate opinioni sulle macchinazioni del potere e delle sue conseguenze sull’uomo e supera ampiamente la sufficienza. L’unico difetto riscontrabile nella pellicola, prettamente soggettivo, sta nello scorrimento, che potrà risultare lento a tratti ma non di più tanto. In conclusione, “La frode” si distingue nel panorama cinematografico contemporaneo per l’eleganza della messa in scena, la brillantezza del cast e la ricca sostanza contenutistica. Merita sicuramente una possibilità.

IL MIO VOTO: 7/10 

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