LA MIGLIORE OFFERTA –
Recensione a cura di David Salvaggio
Titolo originale: The Best Offer
Regia: Giuseppe
Tornatore
Cast: Geoffrey Rush, Jim
Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland
Anno: 2012
Nazione: Italia
Durata: 125
min.
Distribuzione: Warner
Bros
Data di uscita (cinema: 1 Gennaio 2013
Disponibile a noleggio e per la vendita in Dvd e Blu
Ray.
Dopo aver illustrato una
società in continuo mutamento in “Baaria”, grande kolossal del 2009, Giuseppe
Tornatore torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia che si
svolge in un mondo completamente diverso ovvero quello dell’arte. E’ un mondo
tanto affascinante quanto misterioso, che può nascondere non pochi tranelli e
ossessioni senza fine, anche per i più esperti nel settore. Mi riferisco al protagonista
del film ovvero Virgil Oldman, antiquario molto quotato e altrettanto abile
banditore d’aste; il personaggio è affidato al premio Oscar Geoffrey Rush, che
ci mostra un uomo freddo, che pensa solo al proprio lavoro ed è incapace di
amare. Teme ogni contatto,anche fisico, con il mondo esterno e non è un caso
che usi quasi sempre i suoi guanti; tuttavia, la vita di Virgil, un po’ avanti
con gli anni, è destinata a cambiare. Tutto inizia con la richiesta da parte di
una donna, Claire; quest’ultima, mediante telefono, vuole che la mobilia e
tutti gli oggetti antichi che si trovano nella sua villa vengano catalogati e
valutati, in vista della loro vendita, e vuole che sia proprio lui a farlo. Ma
nascono non pochi misteri nel momento in cui Virgil vuole incontrare la sua
cliente; infatti la donna non si mostra mai e, mediante espedienti poco
convincenti, si nasconde in continuazione. Claire e i suoi segreti diventano
un’ossessione per l’antiquario, che in contemporanea trova, negli scantinati
della villa, misteriose parti di un meccanismo che potrebbero comporre un
oggetto tanto antico quanto raro. Il protagonista scoprirà i segreti di Claire
ma non può sospettare che essi compongano soltanto una piccola parte che la
ragnatela del destino ha tessuto per lui; fino ad arrivare all’ultimo,
clamoroso e sconvolgente colpo di scena finale, che completa il puzzle e
sbroglia ogni matassa. Mescolando sapientemente il noir, il mistery e il tema
della tormentata storia d’amore, Tornatore, che cura anche il soggetto e la
sceneggiatura, costruisce una storia intensa e avvincente dove niente è quello
che sembra; la ambienta nel mondo dell’arte, che dona alla pellicola un
ulteriore fascino, e le abbina le bellissime musiche del maestro Ennio
Morricone, davvero sublimi e perfette. Siamo di fronte, a mio parere, a un
piccolo capolavoro, dove si fa veramente fatica a trovare qualcosa che non
funziona. Dopo aver elogiato l’intreccio narrativo e il comparto musicale, è il
momento di parlare, brevemente, del cast; spicca, sicuramente, l’eccellente
prova attoriale dell’abilissimo Rush. L’attore dona una mimica e una
sensibilità perfetta al proprio personaggio, votato completamente all’arte;
discreta anche la prova di Sturgess (visto in “Across the universe” e “21”), di Sutherland (amico di
Virgil) e della Hoeks (Claire). La storia, oltre che a presentare mistero e
suspense, affronta anche il dramma di un uomo che, per tutta la vita, non ha
mai avuto una donna al proprio fianco e ha preferito, in nome del suo lavoro,
vivere in solitudine nell’unico mondo che riesce a capire, ovvero quello
dell’arte. Il regista, in virtù di questo, crea un gioco di specchi dove è
veramente difficile capire l’apparenza dalla realtà. Due sono le frasi chiave
del film, a sostegno di questa tesi:
1 – “In ogni falso si
nasconde sempre qualcosa di autentico”, riferito ai tranelli che riserva il
misterioso mondo dell’arte;
2 – “Com’è vivere con una
donna?”
“ E’ come un’asta. Non sai mai se la tua
offerta sarà quella migliore”, in riferimento ai tormenti d’amore del
protagonista, terrorizzato dal contatto con gli altri e dall’amore.
Forse, e sottolineo il forse,
l’unico difetto riscontrabile nella pellicola è nello scorrimento; può
risultare, a tratti e per determinati gusti, lento. Ma, per quanto mi riguarda,
il film scorre benissimo e le due ore di visione mi sono scivolate addosso
senza che me ne rendessi conto. In conclusione, consiglio vivamente e
assolutamente la visione di questo bellissimo film, da non perdere per nessuna
ragione; il cinema italiano avrebbe maggiore bisogno di soggetti originali,
intriganti e ben scritti come quello di Tornatore. Possiamo solo augurarci che
il futuro ce ne riservi ancora e che sappiano affascinarci e colpirci, proprio
come farebbe una qualsiasi opera d’arte al suo primo contatto.
IL MIO VOTO: 9/10