venerdì 26 settembre 2014

La migliore offerta - Recensione



LA MIGLIORE OFFERTA – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Best Offer
Regia: Giuseppe Tornatore
Cast: Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland
Anno: 2012
Nazione: Italia
Durata: 125 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema: 1 Gennaio 2013
Disponibile a noleggio e per la vendita in Dvd e Blu Ray.



Dopo aver illustrato una società in continuo mutamento in “Baaria”, grande kolossal del 2009, Giuseppe Tornatore torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia che si svolge in un mondo completamente diverso ovvero quello dell’arte. E’ un mondo tanto affascinante quanto misterioso, che può nascondere non pochi tranelli e ossessioni senza fine, anche per i più esperti nel settore. Mi riferisco al protagonista del film ovvero Virgil Oldman, antiquario molto quotato e altrettanto abile banditore d’aste; il personaggio è affidato al premio Oscar Geoffrey Rush, che ci mostra un uomo freddo, che pensa solo al proprio lavoro ed è incapace di amare. Teme ogni contatto,anche fisico, con il mondo esterno e non è un caso che usi quasi sempre i suoi guanti; tuttavia, la vita di Virgil, un po’ avanti con gli anni, è destinata a cambiare. Tutto inizia con la richiesta da parte di una donna, Claire; quest’ultima, mediante telefono, vuole che la mobilia e tutti gli oggetti antichi che si trovano nella sua villa vengano catalogati e valutati, in vista della loro vendita, e vuole che sia proprio lui a farlo. Ma nascono non pochi misteri nel momento in cui Virgil vuole incontrare la sua cliente; infatti la donna non si mostra mai e, mediante espedienti poco convincenti, si nasconde in continuazione. Claire e i suoi segreti diventano un’ossessione per l’antiquario, che in contemporanea trova, negli scantinati della villa, misteriose parti di un meccanismo che potrebbero comporre un oggetto tanto antico quanto raro. Il protagonista scoprirà i segreti di Claire ma non può sospettare che essi compongano soltanto una piccola parte che la ragnatela del destino ha tessuto per lui; fino ad arrivare all’ultimo, clamoroso e sconvolgente colpo di scena finale, che completa il puzzle e sbroglia ogni matassa. Mescolando sapientemente il noir, il mistery e il tema della tormentata storia d’amore, Tornatore, che cura anche il soggetto e la sceneggiatura, costruisce una storia intensa e avvincente dove niente è quello che sembra; la ambienta nel mondo dell’arte, che dona alla pellicola un ulteriore fascino, e le abbina le bellissime musiche del maestro Ennio Morricone, davvero sublimi e perfette. Siamo di fronte, a mio parere, a un piccolo capolavoro, dove si fa veramente fatica a trovare qualcosa che non funziona. Dopo aver elogiato l’intreccio narrativo e il comparto musicale, è il momento di parlare, brevemente, del cast; spicca, sicuramente, l’eccellente prova attoriale dell’abilissimo Rush. L’attore dona una mimica e una sensibilità perfetta al proprio personaggio, votato completamente all’arte; discreta anche la prova di Sturgess (visto in “Across the universe” e “21”), di Sutherland (amico di Virgil) e della Hoeks (Claire). La storia, oltre che a presentare mistero e suspense, affronta anche il dramma di un uomo che, per tutta la vita, non ha mai avuto una donna al proprio fianco e ha preferito, in nome del suo lavoro, vivere in solitudine nell’unico mondo che riesce a capire, ovvero quello dell’arte. Il regista, in virtù di questo, crea un gioco di specchi dove è veramente difficile capire l’apparenza dalla realtà. Due sono le frasi chiave del film, a sostegno di questa tesi:
1 – “In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico”, riferito ai tranelli che riserva il misterioso mondo dell’arte;
2 – “Com’è vivere con una donna?”
      “ E’ come un’asta. Non sai mai se la tua offerta sarà quella migliore”, in riferimento ai tormenti d’amore del protagonista, terrorizzato dal contatto con gli altri e dall’amore.
Forse, e sottolineo il forse, l’unico difetto riscontrabile nella pellicola è nello scorrimento; può risultare, a tratti e per determinati gusti, lento. Ma, per quanto mi riguarda, il film scorre benissimo e le due ore di visione mi sono scivolate addosso senza che me ne rendessi conto. In conclusione, consiglio vivamente e assolutamente la visione di questo bellissimo film, da non perdere per nessuna ragione; il cinema italiano avrebbe maggiore bisogno di soggetti originali, intriganti e ben scritti come quello di Tornatore. Possiamo solo augurarci che il futuro ce ne riservi ancora e che sappiano affascinarci e colpirci, proprio come farebbe una qualsiasi opera d’arte al suo primo contatto.

IL MIO VOTO: 9/10 

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