giovedì 5 settembre 2013

Piccolo Nemo Avventure nel mondo dei sogni - Recensione



PICCOLO NEMO – AVVENTURE NEL MONDO DEI SOGNI
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Little Nemo: Adventures in Slumberland
Regia: Masami Hata, William Hurtz
Cast (voci): Takuma Gōno, Chikao Ōhtsuka, Kōichi Kitamura, Kenji Utsumi, Hiroko Kasahara, Tarō Ishida
Nazione: Giappone
Anno: 1989
Durata: 90 min.
Attualmente non disponibile in dvd. La distribuzione originaria in VHS era della Hemdale Home Video Inc. Pellicola di difficile reperibilità.

Alcune opere cinematografiche, prima dell’uscita, hanno avuto alle spalle enormi problemi di realizzazione. “Piccolo Nemo – Avventure nel mondo dei sogni”, pellicola d’animazione diretta da Masami Hata e William Hurtz, è una di queste. Coprodotta dalla TMS (Tōkyō Movie Shinsha) e dalla americana Hemdale, il film, che era in cantiere da oltre dieci anni, ha avuto un percorso molto travagliato e, nonostante fosse stata finalmente decisa la regia, è passato sotto le mani di illustri disegnatori come Miyazaki e Takahata e di illustri autori come Ray Bradbury. Costato moltissimi soldi (per dare un’idea, circa 35 milioni di dollari all’epoca), la pellicola fu un ingiusto flop al botteghino e, nel 2013, si può quasi affermare che è stata dimenticata ed è di difficile reperibilità. Ispirandosi ai fumetti di Winsor McCay, questo lungometraggio, sceneggiato, tra gli altri, anche da Chris Columbus, è sicuramente migliore di molte altre opere e, pur avendo i suoi difetti, merita una possibilità. La trama vede come protagonista il piccolo Nemo, un curioso e vivace bambino, che viene invitato da Re Morpheus nell’incantevole mondo dei sogni; qui viene nominato principe ereditario del regno e gli viene affidata la custodia di una misteriosa chiave, che non deve mai essere usata. Purtroppo, il bambino, molto ingenuo e plagiato dall’incorreggibile Flip, non resiste alla tentazione e apre la porta proibita; cosi’ facendo, libera una spaventoso incubo che getta il panico nel regno e rapisce il re. Pentito del suo gesto e aiutato da una schiera di curiosi personaggi, Nemo intraprende un pericoloso viaggio verso il Regno dell’Incubo per salvare Morpheus e rimettere le cose a posto. La narrazione, pur essendo molto lineare nel suo scorrimento, ha una particolarità non indifferente; in alcuni tratti, infatti, sogno e realtà si mescolano e, anche se per pochi istanti, si crea una sorta di matrioska narrativa che dona un tocco di fascino alla pellicola. I personaggi, nel complesso, si rivelano molto stereotipati; quello che si salva leggermente è proprio il protagonista, un bambino ingenuo che si rivela molto coraggioso e pronto a rimediare ai danni creati. Il resto dei personaggi, purtroppo, non riesce a lasciare il segno e si presenta come una galleria di quadri già visti. L’eccellenza della pellicola è nel lato grafico. I disegni e i colori sono di altissima fattura e una nota di merito va data alle ambientazioni, totalmente contrapposte a seconda dello scenario. Nel mondo dei sogni prevalgono colori, castelli, divertimenti e molto altro ancora; in quello dell’incubo prevale l’oscurità, l’aridità e la desolazione più totale. Per quanto riguarda la colonna sonora, è evidente il tentativo di emulare la fortunatissima casa Disney nell’inserimento di canzoni che, anche se non cantate dai personaggi, cercano, con un successo relativo, di avvicinarsi ai grandi classici dell’epoca. In conclusione, “Piccolo Nemo” avrebbe meritato più fortuna e gloria e, nonostante tutto, si dimostra una pellicola valida e degna di maggiore attenzione.

IL MIO VOTO: 7.5/10   

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