lunedì 30 settembre 2013

Il grande Gatsby - Recensione



IL GRANDE GATSBY – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Great Gatsby
Regia: Baz Luhrmann
Cast: Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher  
Nazione: Australia, U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 136 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema): 16 maggio 2013
Disponibile a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray

Dopo molta pubblicità, altrettanta attesa e aspettativa, “Il grande Gatsby” di Baz Luhrmann apre il Festival di Cannes 2013 e debutta nelle sale cinematografiche italiane il 16 maggio. Trattato abbastanza male al festival (nessun applauso dopo la fine della proiezione), il film, nella sua particolarità, non può fare a meno di dividere la critica. Tuttavia, non si può definire proprio “terribile” questa trasposizione moderna del celebre romanzo di Scott Fitzgerald ma non si può nemmeno gridare al capolavoro. Partiamo con la trama, che, nonostante qualche differenza, rimane abbastanza fedele all’opera a cui si ispira. Attraverso le parole di Nick Carraway (interpretato da un discreto Tobey Maguire), si viene catapultati nella New York degli anni venti, precisamente a Long Island, dove il narratore si è trasferito; qui fa la conoscenza del misterioso e affascinante signor Gatsby, il suo vicino di casa, che possiede una gigantesca villa dove tiene spesso lussuose e travolgenti feste. La maturazione del rapporto tra i due personaggi ci permette di conoscere meglio Gatsby, che spera, con tutto sé stesso, di recuperare la sua vecchia storia d’amore, terminata bruscamente cinque anni prima, con Daisy Buchanan, cugina di Nick ormai sposatasi con Tom Buchanan; grazie all’aiuto di Nick, che si immerge lentamente nel clima americano del tempo, Gatsby e Daisy si incontrano e ricreano l’antica passione di un tempo. Purtroppo, gli eventi prenderanno una piega inaspettata e Nick assiste, contemporaneamente, alla distruzione dell’effimero sogno americano e alla tragica conclusione della suddetta storia d’amore. Questa storia d’amore, per quanto bellissima possa essere nel suo sviluppo, non è priva di difetti. La scelta del regista di attualizzare l’epoca degli anni venti con musiche pop e rap è assolutamente improponibile; il passato è reso affascinante e travolgente proprio perché è passato. Se si cerca di avvicinarlo al presente o di modellarlo in base a quest’ultimo, non ha senso ricreare le epoche di un tempo e il fascino del passato viene irrimediabilmente perso; questo effetto è presente in più momenti del film ed è, a mio parere, uno dei punti deboli della pellicola. Gli fa da contraltare, tuttavia, una magniloquente ed esagerata scenografia che si rivela, a parte una piccola percentuale di stucchevolezza, veramente bellissima e colorata, con largo uso del digitale. Un altro punto debole è riscontrabile nella prima mezzora del film, dove non accade sostanzialmente nulla e si viene travolti dall’atmosfera festaiola dell’epoca, piena di luci e colori, che poteva essere introdotta sicuramente in minor tempo. Quand’è che il film acquista maggiore spessore narrativo e visivo, diventando più scorrevole e interessante? Quando DiCaprio e il suo magnifico Gatsby entrano in scena. L’eccellente performance di DiCaprio è, infatti, uno dei punti di forza del film e risulta essere il personaggio più tratteggiato e caratterizzato; Gatsby, sotto una superficie materiale, nasconde una grande profondità sentimentale e le qualità di un sognatore continuamente speranzoso per il futuro che lo distinguono dalla massa, dedita solo a divertirsi e che non ha sostanza. Anche la prova della Mulligan non è da scartare ed è dignitosa; la Daisy impersonata dall’attrice, infatti, è una donna che si lascia trasportare dai propri sentimenti ma che ha paura di portarli fino in fondo. E’, quindi, perennemente divisa e indecisa sul da farsi quando la decisione veramente importante si presenta e si rivela (senza andare oltre con la trama) ben diversa da quanto ci si aspetta. Tratteggiato dignitosamente (ma non in maniera eccelsa) anche Tom Buchanan, marito di Daisy, individuo veramente da cestinare; soltanto il personaggio di Maguire viene ridotto a semplice narratore, caratterizzato poco, che osserva e commenta la vicenda in ogni sua fase. Avviandoci verso la conclusione, si ha l’impressione, all’uscita dalla sala, che il regista non abbia colto veramente l’essenza del romanzo di Fitzgerald e abbia creato una sontuosa e magnifica forma ma non una sostanza che si possa definire altrettanto tale. In ogni caso, il film è sicuramente da vedere almeno una volta e raggiunge la sufficienza; non può fare a meno, però, di generare opinioni e sensazioni contrastanti, varie quanto i messaggi che il romanzo di Fitzgerald può suggerire.


IL MIO VOTO: 6.5/10     

2 commenti:

  1. Il Grande Gastby è un film che merita un 7 secondo il mio punto di vista per la straordinaria ed eccellente interpretazione di Leonardo di Caprio che interpreta Gastby in maniera ineccepibile. Il difetto del film oltre alle musiche rap che non c'entrano assolutamente nulla con l'atmosfera degli anni venti, è sicuramente la prima mezz'ora del film. Il regista probabilmente, voleva descriverci la società americana del tempo attraverso la riproduzione delle feste che venivano fatte in quel periodo ma, cioè rende il film nella prima parte assolutamente lento. Per me il regista avrebbe dovuto ridurre la prima parte del film a 10.12minuti il che sarebbe stato giusto. Il film nella sua interezza, inizia sostanzialmente quando appare Leonardo di Caprio ovvero dopo la prima mezz'ora. Dunque, io ritengo che la seconda parte renda onore al film e sia bellissima, mentre la prima poteva essere decisamente snellita e ridotta, per cui mi trovo assolutamente d'accordo con la tua recensione.

    RispondiElimina
  2. Molto bene, è bello comparare le proprie opinioni

    RispondiElimina