giovedì 5 settembre 2013

Wolverine L'Immortale - Recensione



WOLVERINE L’IMMORTALE
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Wolverine
Regia: James Mangold
Cast: Hugh Jackman, Haruhiko Yamanouchi, Tao Okamoto, Rila Fukushima, Hiroyuki Sanada, Svetlana Khodchenkova, Famke Janssen    
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 108 min.
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita (cinema): 25 luglio 2013
Disponibile a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray

Wolverine è sicuramente l’X-Men più amato dal grande pubblico, talmente apprezzato che il cinema ha pensato di realizzare pellicole interamente dedicate a lui e alle sue gesta. La prima risale al 2009 e porta il titolo di “X-Men Le origini – Wolverine”, diretta da Gavin Hood, un film d’azione ad alto tasso di spettacolarità che ripercorre la genesi del personaggio; nel 2013 arriva nelle sale di tutto il mondo “Wolverine L’immortale”, secondo film dedicato alle avventure dell’uomo d’adamantio e diretto da James Mangold. Questo nuovo lungometraggio, nonostante raggiunga una piena sufficienza, ripaga in parte le aspettative e da l’impressione che, nel complesso, avrebbe potuto offrire di più allo spettatore. Cominciamo dalla trama, decisamente più curata rispetto al predecessore e contenente un maggiore approfondimento psicologico del protagonista. Dopo la morte di Jean Grey, avvenuta in “X-Men - Conflitto Finale”, Wolverine ha deciso di abbandonare ogni forma di violenza; distrutto dal dolore e tormentato da incubi ricorrenti, conduce una solitaria vita di stenti. Le cose cambiano con l’arrivo di Yukio, che conduce il mutante in Giappone al cospetto di Ichirō Yashida; quest’ultimo, salvato da Wolverine durante lo scoppio della bomba atomica a Nagasaki, vuole ringraziare il suo salvatore prima della morte, ormai imminente. Inoltre, vuole sdebitarsi offrendogli la possibilità di ritornare umano e di condurre una vita normale. L’eroe non fa in tempo a riflettere sulla situazione che gli eventi precipitano. Durante il funerale di Yashida, alcuni sicari della Yakuza cercano di rapire Mariko Yashida, la nipote del defunto, ma senza successo. Proteggere la donna e capire chi sono i veri nemici non si rivelerà affatto facile, specialmente se avviene la perdita dei poteri e l’aumento della vulnerabilità. La narrazione, che riserva qualche sorpresa nell’intreccio, scorre abbastanza bene per tutta la sua durata, anche grazie alle scene d’azione. Queste ultime, tuttavia, non convincono completamente; mentre alcune si rivelano frenetiche e spettacolari (come la scena sul treno o la scena finale), altre sono girate in modo confusionario e si fa fatica a capire cosa sta succedendo. Hugh Jackman rende perfettamente il personaggio da un punto di vista fisico e da un punto di vista emotivo, disegnando uno Wolverine tormentato dai ricordi e leggermente meno ironico del solito. Purtroppo, non si può dire lo stesso degli altri personaggi. I cattivi non sono particolarmente incisivi e la stessa sorte tocca all’affascinante Viper, priva di carisma e piuttosto banale. Anche i personaggi di Yukio e Mariko, per quanto attivamente presenti nel film, risultano trascurati e privi di un degno approfondimento psicologico. La sceneggiatura non offre niente di particolarmente ispirato e lascia molto a desiderare. In conclusione, “Wolverine L’immortale” è sicuramente un film imperdibile per i fan del personaggio ma, all’uscita dalla sala, si rivela meno graffiante rispetto alle aspettative. Aspettando il prossimo film sui mutanti, consiglio di rimanere in sala anche dopo i titoli di coda: potreste perdervi una scena interessante.

IL MIO VOTO: 7/10        

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