giovedì 28 novembre 2013

Thor - The Dark World - Recensione



THOR – THE DARK WORLD
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Thor: The Dark World
Regia: Alan Taylor
Cast: Chris Hemsworth, Natalie Portman, Tom Hiddlestone, Christopher Eccleston, Idris Elba, Anthony Hopkins, Rene Russo, Stellan Skarsgård
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 112 min.
Distribuzione: Walt Disney
Data di uscita (cinema): 20 novembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

“Thor – The Dark World”, approdato recentemente nelle sale italiane, apre la cosiddetta “Fase Due” della Marvel, nuovo ciclo di film superomistici che prelude all’attesissimo “The Avengers: Age Of Ultron”, previsto per il 2015. Questo secondo capitolo è sicuramente superiore al predecessore ma, per quanto sia divertente e spettacolare, non riesce ad essere veramente interessante sul piano tematico e narrativo. Iniziamo dalla trama, che non presenta niente di particolarmente innovativo. Grazie a Thor e ai suoi poteri, la pace è finalmente tornata sui Nove Regni; questo equilibrio, tuttavia, è destinato a cambiare a causa di Malekith, signore degli Elfi Oscuri. Quest’ultimo vuole impossessarsi dell’Aether, un devastante e terribile potere, per ottenere il dominio assoluto. Riallacciando legami lontani e stringendo improbabili alleanze, toccherà a Thor combattere questo spietato e malvagio nemico. Il film è sicuramente più scorrevole e fresco del predecessore; ironico quanto basta, offre massicce dosi di azione e spettacolarità ai massimi livelli d’eccellenza. Molto belle e di ottima fattura anche le scenografie dove, oltre ad Asgard, trovano spazio anche gli altri Regni. I veri punti deboli sono da riscontrare nella narrazione e nei personaggi. La storia, a parte qualche elemento, si rivela abbastanza lineare e scontata e i personaggi non vengono trattati nel modo giusto. Thor, nonostante sia più maturo, rimane il solito eroe d’azione avventato e privo di una profondità veramente convincente; neanche la perdita delle persone care riesce a scuoterlo più di tanto. Jane Foster e i fidati amici del Dio del Tuono, a parte qualche accenno, non si rivelano degni di nota dal punto di vista della caratterizzazione; la stessa cosa si può dire per Odino e gli altri personaggi di Asgard. Inoltre, abbiamo visto cattivi molto più interessanti e carismatici di Malekith e dei suoi minacciosi Elfi Oscuri. Il fiore all’occhiello di questo film, il personaggio più riuscito è sicuramente Loki, il fratello di Thor; nonostante compaia molto meno rispetto al film precedente, è molto più interessante del protagonista. Si dimostra sempre il re dell’inganno, porta rancore verso suo fratello e suo padre e, soprattutto, è anche in grado di soffrire. Non a caso, sono le scene con Thor e Loki insieme a risultare la più riuscite. In definitiva, “Thor – The Dark World” è un film divertente e piacevole da guardare che, però, non esita a sacrificare la sostanza narrativa in nome della spettacolarità più assoluta. Speriamo che i prossimi capitoli della “Fase Due”, in uscita nel 2014, riescano a coniugare in una maniera migliore forma e contenuti.

IL MIO VOTO: 6.5/10            

Hates - House At The End Of The Street - Recensione



HATES – HOUSE AT THE END OF THE STREET
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: House At The End Of The Street
Regia: Mark Tonderai
Cast: Jennifer Lawrence, Elisabeth Shue, Max Thieriot, Gil Bellows, Nolan Gerard Funk    
Nazione: U.S.A., Canada
Anno: 2012
Durata: 99 min.
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita (cinema): 13 giugno 2013
Disponibile a noleggio in Dvd e Blu Ray. Disponibile per la vendita, in entrambi i formati, dal 4 dicembre 2013.

Jennifer Lawrence è sicuramente una delle attrici più gettonate del momento. La giovanissima premio Oscar per “Il Lato Positivo”, infatti, approda nelle sale con “The Hunger Games – La Ragazza Di Fuoco” e sarà presente anche nell’attesissimo “American Hustle” di David O. Russell. Nel frattempo arriva in Italia per l’Home Video “Hates – House At The End Of The Street”, pellicola del 2012, arrivata nei cinema italiani a giugno del 2013, che ha proprio per protagonista la Lawrence. Siamo di fronte a un discreto thriller che, nonostante evidenti imperfezioni, riesce a raggiungere la sufficienza. Cominciamo dalla trama, banale nell’incipit ma non troppo scontata nel complesso. Elissa Cassidy e sua madre Sarah si trasferiscono in una nuova casa, nella periferia di una tranquilla cittadina; la dimora in questione, tuttavia, si trova vicino a un’altra che è stata, in precedenza, teatro di un efferato duplice omicidio e che dovrebbe essere disabitata. Elissa, mentre cerca di relazionarsi nel nuovo ambiente scolastico, conosce un ragazzo tanto mite quanto enigmatico; si tratta di Ryan, che vive da solo nella casa del crimine e quasi sempre in disparte. La relazione che si instaura tra i due porterà alla luce misteri tanto inquietanti quanto pericolosi. La narrazione riserva colpi di scena riusciti e inaspettati ma non riesce a mantenere costantemente alta la tensione; infatti, gli eventi della prima parte, nonostante suscitino mistero e curiosità, possono risultare fiacchi e lenti. E’ soltanto nell’ultima parte del film, dopo che viene svelato l’intreccio, che si entra nel vivo dell’azione e della tensione. La caratterizzazione dei personaggi, nonostante le performance soddisfacenti degli attori principali, rimane a un livello molto superficiale. Il contrastato rapporto tra madre e figlia, i vari compagni di scuola e il vicinato fanno parte di un’abusata gamma di stereotipi; la stessa cosa si può dire per Ryan, classico ragazzo tranquillo che nasconde in realtà moltissimi segreti. Al di là di tutto, “Hates – House At The End Of The Street” non rappresenta un campione di eccellenza nel suo genere ma si rivela un prodotto, supportato anche dalla breve durata, piacevole da guardare.

IL MIO VOTO: 6.5/10     

giovedì 21 novembre 2013

Berserk L'Epoca D'Oro Capitolo II La Conquista di Doldrey - Recensione



BERSERK - L’EPOCA D’ORO - CAPITOLO II:
LA CONQUISTA DOLDREY

Titolo originale: Berserk Ōgon Jidai-Hen II: Doldrey Kōryaku
Regia: Toshiyuki Kubooka
Cast (voci): Hiroaki Iwanaga, Takahiro Sakurai, Toa Yukinari, Yoshiro Matsumoto, Takayuki Sugo
Nazione: Giappone
Anno: 2012
Durata: 95 min.
Distribuzione: Yamato Video
Data di uscita (cinema): 14 ottobre 2013
Disponibile per la vendita in Dvd e Blu Ray.

Dopo “L’uovo del Re Dominatore”, anche il secondo capitolo de “L’Epoca D’Oro” di “Berserk” trova una distribuzione in Italia. “La Conquista di Doldrey” viene proiettato nelle sale in una maratona comprensiva della pellicola precedente e viene distribuito in Dvd e Blu Ray, sempre a cura della Yamato Video. Cominciamo dalla trama, esatta prosecuzione degli eventi narrati nel primo capitolo. L’armata dei Falchi, grazie ai suoi successi, continua la sua scalata al potere; nel momento in cui il gruppo di mercenari capitanato da Griffith riesce a conquistare Doldrey, fortezza nemica apparentemente inespugnabile, arriva la gloria assoluta per Guts e i suoi compagni. Tutti vengono insigniti di un titolo nobiliare e l’armata viene promossa a un rango superiore. Anche questa volta il destino di Guts e le sue scelte influenzeranno gli eventi, avviando la caduta di Griffith e mettendo i Falchi in una tremenda situazione di pericolo. Possiamo dire che questo secondo film si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda del predecessore, non riuscendo a sopperirne le evidenti lacune sul piano concettuale. Infatti, la dose di sangue e azione viene notevolmente aumentata mentre l’approfondimento psicologico non è assente ma rimane sempre a un livello molto sintetico. Infatti, le violente sequenze di battaglia sono molto più numerose e costituiscono, insieme al comparto grafico e alla riuscita colonna sonora, uno dei punti di forza della pellicola, che ha anche il pregio di essere molto scorrevole. Il lavoro dello Studio 4°C si rivela essere più accurato e meno lacunoso rispetto al predecessore, con scene di combattimento molto fluide, un buon character design e delle caratteristiche ambientazioni, con un impiego assoluto della computer grafica e dei suoi prodigi. Anche se l’armata dei Falchi trova maggiore spazio, anche in questo film sono i tre protagonisti ad essere trattati con maggiore riguardo. Guts continua a combattere ma è assalito dai dubbi; non riesce a trovare uno scopo nel suo operato e, dietro la sua espressione prevalentemente apatica, arriva a capire cosa deve realmente fare. Casca rivela la proprie fragilità. Nutre un sentimento profondo verso Griffith, che l’ha salvata da uno stupro e l’ha accolta con sé, un surrogato di stima, amore e rispetto; nello stesso tempo sembra soffrire la propria natura di donna ed è inizialmente gelosa di Guts, divenuto indispensabile per il suo capo. Griffith viene visto sempre di più come leggenda inarrivabile; continua a utilizzare ogni mezzo per perseguire il suo unico scopo. Per quanto sembri perfetto, tuttavia anch’egli è umano e si abbandona ad azioni rischiose e incoscienti, mosso dal dolore e dalla delusione. Purtroppo, molte cose, proprio come nel primo capitolo, continuano ad essere assenti. Gli intrighi della vita nobiliare sono inesistenti e il rapporto tra Guts e Griffith, che era fondamentale nella serie, viene sempre lasciato ai margini. Quello che rimane, tuttavia, è un’atmosfera di mistero e la sensazione di qualcosa che non quadra, sempre legata al behelit e al suo ruolo nell’intera vicenda. In definitiva, “La Conquista di Doldrey” ottiene un’ampia sufficienza ma, dal punto di vista della sostanza narrativa, non toglie o aggiunge niente a quello che aveva già offerto il capitolo precedente; in compenso, con il suo finale in sospeso (dove trova un cameo anche il personaggio di Pak), alimenta la voglia dello spettatore di vedere la conclusione. Il terzo capitolo, “L’Avvento”, arriverà nel nostro paese l’anno prossimo e possiamo solo sperare che si mantenga ai livelli dei capitoli precedenti, senza rovinare ulteriormente il discreto lavoro svolto fino ad ora.

IL MIO VOTO: 7/10    

martedì 19 novembre 2013

Gravity - Recensione



GRAVITY – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Gravity
Regia: Alfonso Cuarón
Cast: Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris
Nazione: U.S.A., Gran Bretagna
Anno: 2013
Durata: 92 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema): 3 ottobre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

L’uomo e lo spazio. La nullità dell’essere umano paragonato all’infinità dell’universo. Alfonso Cuarón, regista di pellicole come “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban” e “I figli degli uomini”, gira un film sorprendente e non semplice da realizzare che riflette sui temi sopraelencati. Dopo quattro anni di lavoro circa, “Gravity” sbarca al Festival di Venezia del 2013 e arriva nelle sale italiane il 3 ottobre. Cominciamo dalla trama, estremamente semplice. Viene narrata la drammatica esperienza di Ryan Stone e Matt Kowalsky, due astronauti che stanno riparando un satellite. In seguito a una pioggia di detriti che distrugge la loro stazione, i due iniziano a vagare nello spazio sconfinato, uniti solamente dalle due estremità di un cavo. E’ l’inizio di un incubo e tornare sani e salvi sulla Terra sembra a dir poco impossibile. Facilitato anche da una breve durata, il film scorre molto bene e, a parte i minuti iniziali del film, lo spettatore partecipa emotivamente alla vicenda dei due protagonisti e fa il tifo per loro. Inoltre, anche l’affidare un’intera pellicola esclusivamente a due attori non è cosa da poco e la coppia Clooney – Bullock funziona perfettamente; nonostante il primo compaia poco sullo schermo, la seconda riesce a reggere l’intera vicenda ottimamente e i siparietti tra i due attori donano la giusta ironia all’insieme. Il concetto espresso, ovvero quanto la vita dell’essere umano perda di significato di fronte alla complessità dell’universo, emerge anche nella caratterizzazione dei protagonisti. Dopo aver iniziato a vagare nello spazio, i due iniziano a scoprirsi. Kowalsky, dietro la sua ironia, manifesta il desiderio di pace e tranquillità assoluta che soltanto l’universo può dare ma sa anche che la vita, nonostante tutto, deve andare avanti; Ryan Stone fa emergere il dolore immenso per la perdita di una persona cara e, a un tratto, sembra smettere di cercare una via di salvezza. Riuscirà a ritrovare la speranza in seguito a un intervento provvidenziale che non svelerò. L’ottima performance degli attori si combina a un comparto tecnico strepitoso e a una colonna sonora esemplare. Gli effetti speciali e la resa dello spazio sono semplicemente magistrali; tracce di musica d’atmosfera si alternano a veri e propri momenti dove regnano soltanto respiri e rumori. In definitiva, “Gravity” è un film che merita assolutamente di essere visto e che si propone come la fusione ideale di blockbuster e cinema d’autore.

IL MIO VOTO: 8.5/10      

mercoledì 13 novembre 2013

Kiki Consegne a domicilio - Recensione



KIKI - CONSEGNE A DOMICILIO
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Majo no takkyūbin
Regia: Hayao Miyazaki
Cast (voci): Minami Takayama , Rei Sakuma, Mieko Nobuzawa , Kouichi Miura, Kappei Yamaguchi
Nazione: Giappone
Anno: 1989
Durata: 102 min.
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita (cinema): 24 aprile 2013

Nel 1989 Hayao Miyazaki dirige un altro gioiellino dell’animazione giapponese, “Kiki – Consegne a domicilio”. Il film, arrivato tardi nel nostro paese, non trova una distribuzione dignitosa grazie alla Disney/Buena Vista; quest’ultima, infatti, ne riadatta la colonna sonora per avvicinarlo maggiormente ai propri standard. Col passare del tempo, il film diventa di difficile reperibilità e sembra andare nel dimenticatoio. Fortunatamente, grazie alla Lucky Red, le cose cambiano nel 2013. La pellicola viene recuperata e distribuita nei cinema, con un nuovo doppiaggio italiano e il ripristino della colonna sonora originale. Il racconto di formazione della piccola strega ritrova l’antico splendore anche grazie a una strepitosa distribuzione in Blu Ray, che ne valorizza ai massimi livelli l’impianto grafico. Ispirandosi all’omonimo romanzo di Eiko Kadono del 1985, Miyazaki racconta la storia di una vivace e simpatica strega di tredici anni, di nome Kiki, che parte per il suo periodo di apprendistato; in compagnia del suo gatto Jiji, arriva in un’incantevole città sul mare e inizia a rendersi indipendente lavorando come corriere. Purtroppo, le difficoltà della vita quotidiana e i suoi turbamenti sostituiscono l’entusiasmo iniziale della bambina, che si deprime e perde fiducia nelle proprie potenzialità; grazie ad alcuni incontri e ad importanti esperienze, Kiki riuscirà a superare questo periodo difficile e ad acquisire una nuova consapevolezza di sé. Ancora una volta Miyazaki coniuga qualità tecnica e sostanza contenutistica. L’animazione tradizionale, correlata da un’eccellente colorazione, è semplicemente affascinante e meravigliosa; i paesaggi risultano bellissimi e suggestivi (curiosità: il regista si è ispirato all’estetica di alcune famose città europee per realizzare la città sul mare) e la deliziosa colonna sonora completa l’opera. La narrazione, per quanto sia semplice e lineare, affronta un tema delicato quanto importante ovvero il passaggio dall’età della fanciullezza a quella adulta. E’ una fase sempre problematica da affrontare per tutti, un periodo traumatico che ci fa capire che niente sarà più come prima, cosi’ come il nostro essere. L’importante è non perdere mai la speranza e la volontà di vivere, anche se questo non è sempre facile. Anche per la protagonista non mancano i momenti di tristezza e di sconforto, specialmente nel capire la diversità delle persone e le difficoltà della vita quotidiana. Per uscirne, occorrono anche le persone giuste, tratteggiate in maniera dignitosa nonostante sia la protagonista ad avere giustamente maggiore spazio. Una simpatica panettiera, un’amorevole vecchietta mal ricambiata dalla nipote, un interessante amico e una saggia pittrice. Ognuno di loro trasmette qualcosa alla giovane strega, che, alla fine del percorso, non è completamente quella di prima. A tale proposito è importante la perdita temporanea dei poteri; nella conclusione, Kiki riesce nuovamente a volare a cavallo della sua scopa ma non riesce più a comprendere il linguaggio del proprio gatto. L’unica pecca del film, probabilmente, è il finale, che può risultare molto sbrigativo e tirato via. In conclusione; “Kiki – Consegne a domicilio” si rivela l’ennesima perla di Miyazaki, che con il suo cinema riesce a realizzare prodotti tanto pregevoli nell’estetica quanto intelligenti nei contenuti.

IL MIO VOTO: 8/10     

martedì 12 novembre 2013

Dark Skies Oscure Presenze - Recensione



DARK SKIES – OSCURE PRESENZE
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Dark Skies
Regia: Scott Stewart
Cast: Keri Russell, Josh, Hamilton, J. K. Simmons, Dakota Goyo
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 97 min.
Distribuzione: Koch Media
Data di uscita (cinema): 24 ottobre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Nel cinema contemporaneo, possiamo dire che vige una regola importante. Guardarsi sempre dai film troppo pubblicizzati, perché spesso e volentieri deludono parecchio le aspettative. Purtroppo, “Dark Skies – Oscure Presenze” di Scott Stewart non fa eccezione. L’horror che non ci avrebbe fatto più dormire è infine uscito e si rivela tutt’altro che terrificante, con buoni spunti ma complessivamente fiacco. La trama vede come protagonista la famiglia Barrett, che vede abbattersi su di sé una misteriosa e spaventosa serie di eventi. Quelle che sembrano essere coincidenze si rivelano, gradualmente, azioni di terrificanti presenze, intenzionate a perseguitare i Barrett e mosse da oscuri scopi. Combatterle non sarà impresa priva di difficoltà. La narrazione, nonostante abbia il più abusato degli incipit, non va a parare sulle solite presenze demoniache e questo va a suo favore; purtroppo, il problema è il modo in cui il tutto viene messo in scena. A parte qualche momento riuscito, la pellicola non riesce veramente a inquietare e terrorizzare e alcune scene potrebbero addirittura risultare ridicole. La caratterizzazione dei personaggi non è completamente assente ma, nonostante la discreta prestazione del cast in generale, si mantiene su un livello piuttosto banale. I Barrett hanno i problemi che potrebbe avere ogni famiglia. Un marito che non riesce più a trovare lavoro e che è costretto a mentire, una moglie lavoratrice che è brava tanto a incitare il compagno quanto a criticarlo, un ragazzo nel pieno della difficile età dell’adolescenza e un bambino fragile attaccato al fratello. L’esperienza di ogni componente non riesce veramente a tenere incollato allo schermo lo spettatore e non mancano richiami a un altro campione di delusione, “Paranormal Activity”, che ne ritrova in questo film il produttore. Infatti, a un certo punto vengono utilizzate delle telecamere per cogliere sul fatto le presenze. Nemmeno il finale, nonostante un discreto colpo di scena, riesce a lasciare il segno. Da segnalare anche la presenza di J. K. Simmons, ottimo attore ricordato maggiormente per l’interpretazione di Jonah Jameson nella trilogia di “Spiderman” di Sam Raimi. In conclusione, “Dark Skies – Oscure Presenze” si rivela un horror fiacco e deludente che, nonostante alcuni spunti interessanti, non riesce a compiere veramente il proprio dovere e a rendersi degno di nota.

IL MIO VOTO: 4.5/10  

domenica 3 novembre 2013

L'Evocazione The Conjuring - Recensione



L’EVOCAZIONE – THE CONJURING
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Conjuring
Regia: James Wan
Cast: Patrick Wilson, Vera Farmiga, Lili Taylor, Ron Livingston, Mackenzie Foy
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 112 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema): 21 agosto 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray

L’horror contemporaneo ha ritrovato una propria identità, negli ultimi tempi, grazie al  regista James Wan. Quest’ultimo, che ha diretto film interessanti come “Saw L’enigmista” e “Insidious”, riesce a creare situazioni di inquietudine e tensione senza ricorrere a inutile violenza e gratuiti spargimenti di sangue. “L’evocazione – The Conjuring” è l’ennesima conferma di questa affermazione. Ispirandosi a una storia vera, viene narrata la terrificante esperienza di Ed e Lorraine Warren, due esperti di demonologia in contatto col Vaticano realmente esistiti; i due coniugi vengono contattati dalla famiglia Perron per operare nella nuova casa dove si sono trasferiti. Rilevare e scacciare probabili presenze demoniache in questo ambiente non sarà facile, specialmente se questo incarico rischia di compromettere persino la famiglia Warren. Il soggetto di partenza non è certamente originale ma il modo in cui viene trattata la vicenda fa scivolare in secondo piano questo aspetto. I primi tre quarti d’ora della pellicola si concentrano prevalentemente sulla vita della famiglia Perron nella nuova casa; qui, viene gradualmente mostrato il disagio crescente vissuto da queste persone, che non sanno come affrontare i terribili eventi a cui assistono. Successivamente, i Warren arrivano sul luogo e iniziano la loro lunga e pericolosa missione, che dura fino alla fine della narrazione. Con una minima dose di sangue, si avverte un terrore puro e una profonda inquietudine in moltissime scene e il regista riesce a farlo ricorrendo a inquadrature semplici ma efficaci. Come in altri lavori di Wan, ricorre la terribile presenza delle bambole, presenti nell’introduzione e verso la parte finale (basti pensare al pupazzo dell’Enigmista o alle letali marionette di “Dead Silence”). Nel complesso, il cast si rivela all’altezza e i protagonisti trovano una discreta caratterizzazione. Ed Warren (interpretato dal rodato Patrick Wilson) affronta con determinazione il proprio lavoro ma teme per la sicurezza della sua famiglia; Lorraine Warren (portata sullo schermo in maniera dignitosa da Vera Farmiga) è intenzionata ad aiutare il prossimo ma risente particolarmente del suo dono di chiaroveggenza, un potere tanto particolare quanto per lei distruttivo. Ottima la gestione della luce e del buio, che contribuiscono molto alla resa dell’atmosfera. In definitiva, “L’evocazione – The Conjuring” è un ottimo film horror che fa paura e conferma il talento di James Wan. Aspettando di vedere “Insidious 2 Oltre i confini del male”, non possiamo che ringraziare questo regista, che, con i suoi lavori, rinnova un genere troppo trascurato e lasciato alla deriva.

IL MIO VOTO: 7.5/10  

World War Z - Recensione



WORLD WAR Z – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: World War Z
Regia: Marc Forster
Cast: Brad Pitt, Mireille Enos, David Morse, James Badge Dale
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 116 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 27 giugno 2013
Disponibile a noleggio e per la vendita in Dvd e Blu Ray

Il cinema, anche nel 2013, sembra non averne ancora abbastanza degli zombie. Questa volta, a produrre e ad interpretare un nuovo film sul tema, ci pensa il famosissimo Brad Pitt. Il risultato finale porta il nome di “World War Z” ed è diretto dal regista Marc Forster. Siamo di fronte all’ennesimo blockbuster che offre tanto intrattenimento sul piano visivo e poca sostanza su quello narrativo. La trama, che si ispira al romanzo "World War Z: An Oral History of the Zombie War" di Max Brooks, non presenta niente di particolarmente rilevante o innovativo. A Philadelphia, Gerry Lane e la sua famiglia vengono immediatamente coinvolti nel caos generale più totale, a causa di una misteriosa epidemia che trasforma gli esseri umani in non morti; dopo aver messo in salvo la moglie e le figlie su una nave, Gerry è costretto a separarsi da loro. Essendo un ex impiegato delle Nazioni Unite, deve unirsi a una lunga e pericolosa spedizione per trovare una cura al virus, che, diffondendosi su scala mondiale, rischia di portare l’umanità sull’orlo dell’estinzione. La pellicola si rivela molto scorrevole e ricca di azione ed effetti speciali, che, insieme alle scenografie, costituiscono il vero punta di forza del film; sicuramente degna di nota la sequenza iniziale, che dopo pochi minuti proietta lo spettatore nel vivo del caos, e la sequenza ambientata a Gerusalemme, davvero frenetica e spettacolare. Purtroppo il piano narrativo non è perfetto quanto quello grafico. La vicenda punta quasi tutto sulla presenza di Brad Pitt che, nonostante offra una prestazione discreta, non è niente di eccezionale; il suo protagonista vuole salvare la sua famiglia ma, nel complesso, non viene approfondito a dovere. Anche il resto dei pochi personaggi presenti è molto trascurato e soltanto la moglie di Gerry, anche se per poco, viene risparmiata sotto questo punto di vista. Gli zombie, che dovrebbero essere il maggiore punto forte, non lasciano il segno e sembrano più interessati a correre che ad altro. Da citare anche la breve apparizione dell’italiano Pierfrancesco Favino. In definitiva, “World War Z” sembrava promettere molto dal trailer e si rivela una pregevole confezione dal contenuto scadente che è solo in grado di offrire intrattenimento ma niente di più. Vedendo il finale abbastanza aperto, non è da escludere che vengano realizzati dei sequel; possiamo solo sperare che questi ultimi siano in grado di offrire una maggiore e dignitosa sostanza narrativa.

IL MIO VOTO: 5.5/10