giovedì 21 novembre 2013

Berserk L'Epoca D'Oro Capitolo II La Conquista di Doldrey - Recensione



BERSERK - L’EPOCA D’ORO - CAPITOLO II:
LA CONQUISTA DOLDREY

Titolo originale: Berserk Ōgon Jidai-Hen II: Doldrey Kōryaku
Regia: Toshiyuki Kubooka
Cast (voci): Hiroaki Iwanaga, Takahiro Sakurai, Toa Yukinari, Yoshiro Matsumoto, Takayuki Sugo
Nazione: Giappone
Anno: 2012
Durata: 95 min.
Distribuzione: Yamato Video
Data di uscita (cinema): 14 ottobre 2013
Disponibile per la vendita in Dvd e Blu Ray.

Dopo “L’uovo del Re Dominatore”, anche il secondo capitolo de “L’Epoca D’Oro” di “Berserk” trova una distribuzione in Italia. “La Conquista di Doldrey” viene proiettato nelle sale in una maratona comprensiva della pellicola precedente e viene distribuito in Dvd e Blu Ray, sempre a cura della Yamato Video. Cominciamo dalla trama, esatta prosecuzione degli eventi narrati nel primo capitolo. L’armata dei Falchi, grazie ai suoi successi, continua la sua scalata al potere; nel momento in cui il gruppo di mercenari capitanato da Griffith riesce a conquistare Doldrey, fortezza nemica apparentemente inespugnabile, arriva la gloria assoluta per Guts e i suoi compagni. Tutti vengono insigniti di un titolo nobiliare e l’armata viene promossa a un rango superiore. Anche questa volta il destino di Guts e le sue scelte influenzeranno gli eventi, avviando la caduta di Griffith e mettendo i Falchi in una tremenda situazione di pericolo. Possiamo dire che questo secondo film si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda del predecessore, non riuscendo a sopperirne le evidenti lacune sul piano concettuale. Infatti, la dose di sangue e azione viene notevolmente aumentata mentre l’approfondimento psicologico non è assente ma rimane sempre a un livello molto sintetico. Infatti, le violente sequenze di battaglia sono molto più numerose e costituiscono, insieme al comparto grafico e alla riuscita colonna sonora, uno dei punti di forza della pellicola, che ha anche il pregio di essere molto scorrevole. Il lavoro dello Studio 4°C si rivela essere più accurato e meno lacunoso rispetto al predecessore, con scene di combattimento molto fluide, un buon character design e delle caratteristiche ambientazioni, con un impiego assoluto della computer grafica e dei suoi prodigi. Anche se l’armata dei Falchi trova maggiore spazio, anche in questo film sono i tre protagonisti ad essere trattati con maggiore riguardo. Guts continua a combattere ma è assalito dai dubbi; non riesce a trovare uno scopo nel suo operato e, dietro la sua espressione prevalentemente apatica, arriva a capire cosa deve realmente fare. Casca rivela la proprie fragilità. Nutre un sentimento profondo verso Griffith, che l’ha salvata da uno stupro e l’ha accolta con sé, un surrogato di stima, amore e rispetto; nello stesso tempo sembra soffrire la propria natura di donna ed è inizialmente gelosa di Guts, divenuto indispensabile per il suo capo. Griffith viene visto sempre di più come leggenda inarrivabile; continua a utilizzare ogni mezzo per perseguire il suo unico scopo. Per quanto sembri perfetto, tuttavia anch’egli è umano e si abbandona ad azioni rischiose e incoscienti, mosso dal dolore e dalla delusione. Purtroppo, molte cose, proprio come nel primo capitolo, continuano ad essere assenti. Gli intrighi della vita nobiliare sono inesistenti e il rapporto tra Guts e Griffith, che era fondamentale nella serie, viene sempre lasciato ai margini. Quello che rimane, tuttavia, è un’atmosfera di mistero e la sensazione di qualcosa che non quadra, sempre legata al behelit e al suo ruolo nell’intera vicenda. In definitiva, “La Conquista di Doldrey” ottiene un’ampia sufficienza ma, dal punto di vista della sostanza narrativa, non toglie o aggiunge niente a quello che aveva già offerto il capitolo precedente; in compenso, con il suo finale in sospeso (dove trova un cameo anche il personaggio di Pak), alimenta la voglia dello spettatore di vedere la conclusione. Il terzo capitolo, “L’Avvento”, arriverà nel nostro paese l’anno prossimo e possiamo solo sperare che si mantenga ai livelli dei capitoli precedenti, senza rovinare ulteriormente il discreto lavoro svolto fino ad ora.

IL MIO VOTO: 7/10    

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