lunedì 30 dicembre 2013

La Notte del Giudizio - Recensione



LA NOTTE DEL GIUDIZIO – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Purge
Regia: James DeMonaco
Cast: Ethan Hawke, Lena Headey, Tony Oller, Max Burkholder, Edwin Hodge, Adelaide Kane      
Nazione: U.S.A., Francia
Anno: 2013
Durata: 81 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 1 agosto 2013
Disponibile a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

L’horror come critica alla società e alle sue contraddizioni trova, anche nel 2013, un nuovo mirabile esempio. Si tratta de “La Notte del Giudizio”, pellicola diretta da James DeMonaco e con protagonisti Ethan Hawke e Lena Headey. La narrazione si sviluppa all’interno di un contesto davvero interessante. Negli Stati Uniti del 2022, è grazie ad un evento annuale che la criminalità è notevolmente diminuita e l’economia decisamente migliorata: si tratta di una notte chiamata “Lo Sfogo”. Durante questo lasso di tempo, tutti i crimini di qualunque genere o natura sono concessi, per permettere alla gente di scatenare i propri violenti istinti. Coloro che non sono intenzionati a partecipare si barricano nelle loro abitazioni e aspettano l’arrivo del mattino. La famiglia Sandin  appartiene a quest’ultima categoria ma le cose, questa volta, non andranno come previsto. Infatti Charlie, il figlio più piccolo, decide di dare riparo a un uomo che chiede disperatamente aiuto; quest’azione determina l’arrivo di un gruppo di pericolosi sbandati, che sono intenzionati a riprendersi il fuggitivo e, se l’individuo non verrà loro riconsegnato, ad entrare con la forza. La lotta per la sopravvivenza sarà terribile e farà emergere insospettabili verità. La narrazione, facilitata anche dalla breve durata, scorre molto bene, regala degli inattesi colpi di scena ed ha un finale interessante; inoltre, i momenti dove si avverte la tensione non mancano e sono conditi con un’equilibrata dose di azione. I personaggi, da un punto di vista dell’approfondimento psicologico, non godono tutti dello stesso trattamento ma il lavoro svolto sui protagonisti è apprezzabile, cosi’ come la loro performance attoriale. James Sandin (Hawke) crede di avere tutto sotto controllo e pensa di poter accettare lo “Sfogo”; per buona parte del film, è intenzionato a riconsegnare il fuggitivo ma, influenzato anche dalla moglie, cambia idea e decide di combattere. Mary Sandin attraversa lo stesso percorso ma, nell’ultima parte, è intenzionata a fare in modo che nessuno perda la vita, anche se si tratta di persone che hanno cercato di ucciderla insieme ai propri figli. Probabilmente, è lei il personaggio più interessante della narrazione; gli sbandati, nonostante abbiano un capo carismatico, sono molto stereotipati e gli altri componenti della famiglia e del vicinato, nel complesso, sono molto trascurati. Si salva, anche se per poco, il piccolo Charlie, che non accetta lo “Sfogo” e mantiene l’umanità e la bontà tipica dei bambini. Il contesto sociale della pellicola conduce a molteplici riflessioni. Intanto, il sistema è molto contraddittorio perché vuole limitare la violenza con altra violenza; inoltre, il fatto che siano le persone povere quelle maggiormente prese di mira genera un inquietante interrogativo: lo “Sfogo” serve davvero ad arginare la criminalità o è soltanto un pretesto per eliminare coloro che sono ritenuti socialmente inutili? In definitiva, “La Notte del Giudizio” è un horror ben fatto e interessante che punta su un tema tanto delicato quanto affascinante: le terrificanti contraddizioni della natura umana.

IL MIO VOTO: 7.5/10   

Colpi di Fortuna - Recensione



COLPI DÌ FORTUNA – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Colpi di Fortuna
Regia: Neri Parenti
Cast: Christian De Sica, Francesco Mandelli, Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Claudio Gregori, Pasquale Petrolo 
Nazione: Italia
Anno: 2013
Durata: 90 min.
Distribuzione: Universal Distribution
Data di uscita (cinema): 19 dicembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Neri Parenti, dopo “Colpi di Fulmine” del 2012, decide di riutilizzare la formula del film ad episodi e lo fa con “Colpi di Fortuna”, che approda nelle sale italiane a dicembre 2013. Il regista si affida sempre a De Sica e alla coppia “Lillo e Greg” e inserisce anche “Luca e Paolo” in questo nuovo film; il risultato, purtroppo, è molto deludente e risulta meno ispirato della pellicola precedente. Cominciamo dalla trama, che si struttura in tre episodi che, di originale, hanno davvero poco. Nel primo, una coppia di amici si mette alla disperata ricerca di una schedina del lotto, che potrebbe fruttar loro l’importante cifra di sei milioni di euro; nel secondo, un superstizioso imprenditore tessile ha a che fare con un traduttore perseguitato dalla iella; nel terzo, un ex ballerino scopre di avere un fratello mentalmente instabile e, tra i due, si instaura un rapporto curioso. Il film, alla fine, è gradevole e piacevole da guardare ma, ad eccezione di alcuni momenti riusciti, non risulta particolarmente esilarante. Da un punto di vista narrativo, nessuno dei tre episodi offre niente di particolarmente interessante e il fatto che ci siano degli echi di altre pellicole famose denota un’enorme povertà di contenuti. Probabilmente, la vicenda con “Luca e Paolo”, nonostante strappi qualche sorriso, è la peggiore del film e nemmeno tirare in ballo la squadra di calcio del Napoli risolve la situazione; il secondo episodio punta molto sull’esagerazione e trova una coppia discreta in De Sica e Mandelli. Entrambi offrono una buona performance ma non riescono ad essere sempre efficaci. “Lillo e Greg”, da un punto di vista attoriale, sembrano essere quelli più ispirati ma, nonostante strappino qualche sorriso in più, potevano offrire maggiore divertimento e brillantezza. Nel complesso, si ha l’impressione di assistere a qualcosa che sa di “già visto” che, nonostante cerchi altre strade, mostra gag e situazioni decisamente riciclate. Tutti i personaggi, in sostanza, sono molto banali e costringono a sorvolare sulla parola “caratterizzazione”. In definitiva, “Colpi di fortuna” è un film adatto a passare una serata di svago ma niente di più. A voler essere cattivi, si potrebbe dire che, se vi capitasse di vederlo, siete davvero sfortunati.

IL MIO VOTO: 4.5/10

Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug - Recensione



LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DÌ SMAUG
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Hobbit: The Desolation of Smaug
Regia: Peter Jackson
Cast: Martin Freeman, Ian McKellen, Richard Armitage, Orlando Bloom, Evangeline Lilly, Luke Evans, Lee Pace, Stephen Fry
Nazione: Nuova Zelanda, U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 161 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema): 12 dicembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

“La Desolazione di Smaug” approda finalmente nelle sale italiane a dicembre 2013 e rappresenta il secondo capitolo della nuova trilogia dedicata a “Lo Hobbit”, diretta da Peter Jackson. Questo film, nonostante raggiunga la sufficienza e abbia evidenti meriti tecnici ed estetici, non riesce veramente a sorprendere e alimenta le perplessità, già suscitate dal predecessore, sulla complessità dell’operazione. La trama continua a narrare il viaggio di Bilbo e della compagnia dei Nani verso la Montagna Solitaria, nel disperato tentativo di scacciare il drago Smaug e riconquistare Erebor. Durante il loro percorso, i protagonisti raggiungeranno nuove località, affronteranno maggiori pericoli e faranno molti incontri curiosi; nel frattempo, lo stregone Gandalf abbandona il manipolo di eroi per indagare su un oscuro nemico, sempre più temibile e potente. Fino ad arrivare al confronto con il drago, che avrà non poche conseguenze per tutti. La narrazione, per quanto abbia dei passaggi fedeli al libro, non ha uno scorrimento sempre convincente e soffre tremendamente l’eccessiva lunghezza della pellicola e l’evidente estensione dei contenuti rispetto al testo di partenza. La caratterizzazione dei personaggi, a parte qualche eccezione, si rivela molto frammentaria e non compie troppi passi avanti rispetto al predecessore; il lavoro migliore viene svolto indubbiamente su Thorin Scudodiquercia, il carismatico nano intenzionato a riprendersi la patria ad ogni costo e molto diffidente verso gli Elfi che, in passato, negarono aiuto al suo popolo; è sintetico ma convincente anche l’approfondimento di altri personaggi come Tauriel e il re degli Elfi Silvani Thranduil. La prima è una guerriera che capisce l’importanza di aiutare la compagnia ed è pronta ad andare contro il suo re; il secondo è un sovrano intenzionato a proteggere il proprio popolo ma troppo cieco verso le necessità altrui. La stessa cosa non si può dire della caratterizzazione del gruppo dei nani protagonisti, appena accennata per qualcuno ma nel complesso sempre molto trascurata; deludente anche il personaggio di Bard l’Arciere, quello di Beorn e si poteva lavorare di più anche su Bilbo e sul suo rapporto con l’anello. Nemmeno i temibili orchi e il misterioso Negromante riescono a lasciare il segno e, in alcune scene, si ha l’impressione di assistere ad una fotocopia della trilogia precedente. La pellicola si rivela priva di pecche nel comparto tecnico e grafico; le scenografie, i costumi e gli effetti speciali sono magnifici e le scene d’azione sono spettacolari e, nel complesso, ben realizzate. Sicuramente degno di nota l’inseguimento sui barili. Tuttavia, è l’ultima parte quella più riuscita, dove compare il drago Smaug, con tutta la sua imponenza, la sua perfezione estetica e il suo carisma; quest’ultimo non poteva ricevere un trattamento migliore sotto tutti i punti di vista. In definitiva, “Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug” è una pellicola troppo tirata per le lunghe e che è, contemporaneamente, tutto e nulla; nonostante le modifiche narrative apportate, non raggiunge l’epica de “Il Signore degli Anelli” e, al di là di tutto, continua a porre lo stesso interrogativo: questa nuova trilogia era davvero cosi’ necessaria?

IL MIO VOTO: 6.5/10      

giovedì 19 dicembre 2013

Un Fantastico Via Vai - Recensione



UN FANTASTICO VIA VAI – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Un Fantastico Via Vai
Regia: Leonardo Pieraccioni
Cast: Leonardo Pieraccioni, Marco Marzocca, Maurizio Battista, Serena Autieri, Massimo Ceccherini, Giorgio Panariello, Chiara Mastalli, Giuseppe Maggio, David Sef, Alice Bellagamba 
Nazione: Italia
Anno: 2013
Durata: 93 min.
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita (cinema): 12 dicembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Leonardo Pieraccioni è sicuramente uno dei comici italiani più amati e, ogni volta che torna al cinema, il pubblico italiano accorre in massa nelle sale. Dopo “Finalmente la Felicità” del 2011, arriva nei cinema “Un Fantastico Via Vai”, una commedia che, purtroppo, testimonia il fatto che il comico toscano non sia più lo stesso da ormai troppo tempo. La pellicola, alla fine, è leggera e gradevole da guardare ma fa rimpiangere molto i primi film del regista sotto molti punti di vista. Cominciamo dalla trama, in verità molto inverosimile. Arnaldo Naldi ha tutto ciò che un uomo può desiderare: un lavoro, una bella casa e una splendida famiglia. Nonostante questo, la sua vita è troppo monotona e Arnaldo rimpiange la sua giovinezza e la spensieratezza che la caratterizzava. L’occasione per tornare alle origini si presenta quando l’uomo viene cacciato di casa a causa di un tremendo equivoco; infatti, il protagonista decide di andare a vivere insieme a un gruppo di studenti universitari, ognuno con i suoi problemi e i suoi disagi. Questa convivenza si rivelerà molto costruttiva per ogni abitante della casa. I momenti dove si ride, durante la narrazione, sono davvero pochi e a strapparci qualche sorriso sono solo poche scene riuscite e la simpatia di alcuni personaggi. Pieraccioni rimane sempre un ottimista e un sognatore ma non riesce veramente a convincere fino in fondo; il suo percorso di formazione è trattato in maniera molto banale e superficiale e lo si potrebbe definire, addirittura, inesistente. Il fatto che ci siano dei rimandi al film “I Laureati” del 1995 può far pensare a una carenza di idee del comico toscano che, non solo non fa più ridere come un tempo, ma si avventura in territori che non gli appartengono. I problemi del razzismo e dell’aborto, che hanno alle loro spalle una vasta filmografia, vengono trattati in maniera troppo frettolosa e superficiale e, a questo film, bastano solo poche scene per risolverli. La performance attoriale, a parte alcune eccezioni, non sembra particolarmente ispirata e risulta mediocre e deludente. Nonostante tutti i suoi difetti, il film si lascia guardare ma lascia molto perplessi. In definitiva, “Un Fantastico Via Vai”, di fantastico, poteva avere molto di più e rappresenta l’ennesimo passo falso di Pieraccioni, che non riesce più a sfornare una pellicola veramente decente sotto tutti i punti di vista.

IL MIO VOTO: 5.5/10  

martedì 17 dicembre 2013

Alex Cross La Memoria del Killer - Recensione



ALEX CROSS – LA MEMORIA DEL KILLER
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Alex Cross
Regia: Rob Cohen
Cast: Tyler Perry, Matthew Fox, Jean Reno, Edward Burns, Carmen Ejogo, Rachel Nichols  
Nazione: U.S.A.
Anno: 2012
Durata: 97 min.
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita (cinema): 18 luglio 2013
Disponibile per il noleggio e la vendita in Dvd e Blu Ray. Prossimamente in vendita in entrambi i formati.

Alex Cross, il detective uscito dalla penna di James Patterson, aveva già trovato posto nel cinema in ben due pellicole: “Il Collezionista” del 1997 e “Nella Morsa del Ragno” del 2001, dove, in entrambi i film, Morgan Freeman interpretava la parte di Cross. Nel 2013 arriva in Italia una nuova avventura a lui dedicata; si tratta di “Alex Cross – La Memoria del Killer”, ispirato all’omonimo romanzo di Patterson e diretto dal famoso regista Rob Cohen. Il risultato, purtroppo, non è all’altezza delle aspettative e non riesce ad andare oltre la sufficienza. Cominciamo dalla trama che, di originale, ha ben poco. La tranquillità del detective Alex Cross e della sua squadra viene turbata dai delitti di un assassino tanto preparato quanto psicopatico; le indagini prendono una cattiva piega quando quest’ultimo inizia a uccidere le persone più vicine al protagonista. Di conseguenza, catturare il malvivente diventa una questione molto personale. Il film può essere diviso in due parti. La prima mostra le indagini in maniera accurata e dettagliata e cerca di dare maggiore profondità al protagonista e ai suoi assistenti; nonostante il tutto sia trattato in maniera molto banale, la struttura narrativa regge. I problemi emergono nella seconda parte, dove tutti gli eventi vengono trattati in maniera troppo frettolosa e superficiale. Le poche scene d’azione presenti sono girate male e, impedendo una chiara comprensione di quello che sta succedendo, si rivelano anche molto confusionarie. Inoltre la trama mostra alcune incongruenze narrative e, nel complesso, è molto lineare e prevedibile. Tyler Perry, nonostante la sua prova sia passabile, non riesce a rimpiazzare degnamente Morgan Freeman e il resto del cast, a parte Matthew Fox nella parte del cattivo, non sembra particolarmente ispirato; la pellicola, al di là di tutto, riesce almeno ad intrattenere e ad essere scorrevole per tutta la sua durata e questo va sicuramente a suo favore. In definitiva, “Alex Cross – La Memoria del Killer” poteva dare molte più soddisfazioni e si può definire una vera e propria parabola discendente, che parte bene per poi sciuparsi durante il percorso ed arrivare al traguardo in maniera molto mediocre.

 IL MIO VOTO: 6/10      

Prisoners - Recensione



PRISONERS – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Prisoners
Regia: Denis Villeneuve
Cast: Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Maria Bello, Terrence Howard, Viola Davis, Melissa Leo, Paul Dano
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 153 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema): 7 novembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Il grande thriller americano, finalmente, torna al cinema in tutto il suo splendore. Era dai tempi di “Mystic River” del grande Clint Eastwood che non si vedeva un film del genere cosi’ bello e intenso, con un grande cast e delle strepitose interpretazioni. Stiamo parlando di “Prisoners” del regista Denis Villeneuve, un potente thriller dai risvolti fortemente drammatici che, nonostante la notevole durata di due ore e mezzo circa, scorre benissimo e regala grandi emozioni. La narrazione si svolge in Pennsylvania, dove la famiglia Dover e la famiglia Birch stanno trascorrendo insieme il Giorno del Ringraziamento; improvvisamente, tutti si accorgono che Anna Dover e Joy Birch, le due figlie dei rispettivi nuclei familiari, sono misteriosamente scomparse nel nulla. Le indagini, condotte dal detective Loki, conducono a un camper e al suo ritardato proprietario che, dopo vari interrogatori, viene rilasciato per mancanza di prove. Questo evento, sommato all’inconcludenza delle indagini, scatena la reazione furibonda del padre di Anna, Keller, che decide di oltrepassare ogni limite giuridico e umano per ritrovare la propria figlia. Nel frattempo, le due famiglie sprofondano sempre di più nel dolore e nella disperazione e, con lo scorrere del tempo, il destino delle bambine sembra ormai segnato. I momenti intensi della narrazione, che non ha una risoluzione troppo scontata, sono davvero molti e colpisce l’interpretazione del cast e la caratterizzazione dei personaggi. Indubbiamente spicca su tutti il magistrale Hugh Jackman, un padre disposto veramente a tutto pur di ritrovare la propria bambina; tormentato anche dal senso di colpa per le proprie azioni e nonostante i momenti di notevole rabbia, debolezza e disperazione, continua imperterrito la propria indagine personale e cerca di reggere sulle proprie spalle l’intera situazione familiare. Anche Gyllenhaal e il suo detective Loki non sono da meno; l’attore tratteggia un personaggio che segue le regole e la legge ma, quando pensa di non aver fatto degnamente il proprio lavoro, si abbandona a momenti dove prevale l’istinto e la volontà, superiore a ogni codice giuridico ed etico, di ritrovare le bambine scomparse. Gli altri personaggi vengono trattati in modo sintetico ed efficace ma non trascurati. Grace, la moglie di Keller, sprofonda nel dolore e nella disperazione; la famiglia Birch (interpretata da Terrence Howard e Viola Davis in una convincente interpretazione) sono intenzionati quanto i Dover a ritrovare la propria figlia ma, di fronte al comportamento di Keller, reagiscono in maniera diversa. Entrambi appoggiano i suoi metodi ma quello a rimanerne maggiormente scioccato è Franklin, che si lascia convincere ma, in realtà, soffre tremendamente per quello che accade. Molto buona anche la prova di Melissa Leo nei panni di Holly Jones e quella di Paul Dano nei panni di Alex Jones. In conclusione, “Prisoners” è un film bellissimo e imperdibile, che rappresenta il ritorno al cinema del grande thriller americano, con una trama intensa e delle interpretazioni da Oscar.

IL MIO VOTO: 9/10    

giovedì 12 dicembre 2013

Red 2 - Recensione



RED 2 – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Red 2
Regia: Dean Parisot
Cast: Bruce Willis, Mary-Louise Parker, John Malkovich, Byung-hun Lee, Helen Mirren, Anthony Hopkins, Catherine Zeta-Jones  
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 111 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 21 agosto 2013
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd e Blu Ray.

Dopo un’assenza di circa due anni, i reduci estremamente distruttivi sono tornati. Il cast già grandioso del primo film si riconferma e si allarga notevolmente con nomi di tutto rispetto. Oltre a Bruce Willis, Mary Louise-Parker, John Malkovich ed Helen Mirren troviamo Catherine Zeta-Jones, Anthony Hopkins e Byung-hun Lee (lo Snake Eyes della serie “G.I. Joe”). Questo secondo capitolo propone, sostanzialmente, lo stesso ibrido tra commedia e film d’azione che aveva caratterizzato il predecessore; proprio come quest’ultimo, si rivela scorrevole e divertente ma rimane una pellicola di puro intrattenimento che punta tutto sulle scene d’azione e sulla brillantezza dei personaggi. Cominciamo dalla trama che, a parte qualche colpo di scena non troppo scontato, non risulta particolarmente degna di nota. La squadra capitanata da Frank Moses si ritrova coinvolta nel progetto “Notte Fonda”, che si basa sull’esistenza di un pericolosissimo ordigno che, se azionato, causerebbe migliaia di vittime; il problema è che altre forze governative vogliono impossessarsene per i propri fini politici. Tra vecchie e nuove conoscenze, Moses e i suoi compagni dovranno ritrovare lo scienziato creatore dell’arma, contrastare le altre potenze in gara ed impedire una catastrofe. Chiaramente, l’approfondimento concreto dei personaggi viene sacrificato in nome della loro brillantezza e del loro carisma; quasi tutti i personaggi hanno dialoghi molto divertenti e battute graffianti e questo contribuisce a creare lo spirito da vera e propria commedia. Questi siparietti vengono intramezzati da rocambolesche scene d’azione, che si intensificano nella seconda parte e comprendono sparatorie, inseguimenti e combattimenti vari. La formula, proprio come nel primo capitolo, regge ma è molto fine a sé stessa e, di conseguenza, la pellicola va valutata esclusivamente per quello che è; in sostanza, siamo di fronte a un brillante film d’azione che intrattiene molto bene per tutta la sua durata ma niente di più. “Red 2”, in conclusione, è un film leggero e poco impegnativo che, volendo, si presta molto ad avere altri sequel, con ancora più star e altrettanto divertimento.

IL MIO VOTO: 6.5/10          

domenica 8 dicembre 2013

Steamboy - Recensione



STEAMBOY – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Suchīmubōi
Regia: Katsuhiro Ōtomo
Cast (voci): Anne Suzuki, Kiyoshi Kodama, Manami Konishi, David S. Lee, Katsuo Nakamura
Nazione: Giappone
Anno: 2004
Durata: 121 min.
Distribuzione: Sony Pictures
Data di uscita (cinema): 27 maggio 2005
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd.

Nell’animazione giapponese, cosi’ come nel cinema, molte pellicole dall’indubbio valore artistico e narrativo non ricevono il trattamento che meritano. Purtroppo “Steamboy”, la seconda opera cinematografica di Ōtomo, leggendario regista di “Akira”, è una di quelle. Costato più di 25 milioni di dollari, un vero e proprio record, il film non ha avuto un grande successo di pubblico ed è un vero peccato perché l’impianto grafico è a dir poco strepitoso e i contenuti narrativi sono molto interessanti. Ambientata in un’Inghilterra steampunk del XIX secolo, l’opera narra la straordinaria vicenda di Ray Steam, giovane inventore, che riceve per posta una misteriosa sfera inviatagli dal nonno; toccherà al ragazzo impedire che l’oggetto cada nelle mani della fondazione O’Hara, intenzionata a usarlo per oscuri fini. Durante la sua avventura, Ray incontrerà vecchie e nuove conoscenze e comprenderà il potenziale della scienza e l’importanza del suo corretto uso. La narrazione non è rilevante per la sua originalità ma per l’interesse dei suoi contenuti, che vengono manifestati attraverso una caratterizzazione adeguata dei tre personaggi principali, che rappresentano ciascuno un tipo di scienziato. Ray Steam rappresenta l’astro nascente, che deve ancora capire bene verso quale direzione indirizzare il proprio sapere e le proprie invenzioni; Lloyd Steam, nonno paterno del protagonista, rappresenta lo scienziato saggio, che ha compreso che una scienza spogliata di qualunque fondamento etico porta soltanto guai e disastri per l’umanità; Edward Steam, il padre del protagonista, è il tipo di scienziato più deviato, che ha scelto di pagare qualunque prezzo pur di far trionfare il potenziale supremo della scienza nell’umanità. Questi tre personaggi, rispetto a tutti gli altri, risultano essere quelli più interessanti e caratterizzati e sono il vero e proprio nucleo contenutistico della storia. Scarlett e le altre potenze nascoste nell’ombra non ricevono lo stesso trattamento e si rivelano essere semplicemente funzionali alla narrazione. La pellicola, al di là del contenuto, è ricca di azione e molto scorrevole, nonostante le due abbondanti ore di visione. Il comparto grafico è una vera e propria gioia per gli occhi. Il lungo e dettagliato studio dell’Inghilterra del XIX secolo si vede chiaramente nelle ambientazioni e nelle animazioni, che, insieme, rappresentano un capolavoro della fusione tra animazione tradizionale e computer grafica. La Torre Steam è semplicemente fuori del comune e, nella seconda parte del film, regala delle sequenze di spettacolarità molto rara in prodotti del genere. In conclusione, “Steamboy” è un bellissimo film d’animazione assolutamente da non perdere che, nonostante fonda in modo intelligente grafica e contenuti, poteva ricevere un trattamento di critica e pubblico decisamente migliore.

IL MIO VOTO: 8.5/10 

Monsters University - Recensione



MONSTERS UNIVERSITY – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Monsters University
Regia: Dan Scanlon
Cast (voci): Steve Buscemi, John Goodman, Billy Crystal, Joel Murray, Dave Foley, Peter Sohn
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 103 min.
Distribuzione: Walt Disney
Data di uscita (cinema): 21 agosto 2013
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd e Blu Ray dal 4 dicembre 2013.

Dopo una corposa campagna pubblicitaria arriva, anche in Italia, “Monsters University”, il nuovo film Disney targato Pixar. Il film si propone come un prequel di “Monsters & Co.”, pellicola del 2001, e si rivela un prodotto sorprendente, in grado di coniugare nel modo giusto grafica e contenuti. La trama vede come protagonisti i mostri Michael Wazowski e James P. Sullivan, che frequentano la Monsters University accomunati dallo stesso obiettivo: diventare ottimi Spaventatori. Purtroppo, nessuno dei due riesce a superare l’esame ed entrambi, acerrimi rivali, vengono cacciati dal corso; per essere riammessi e far ricredere il perfido rettore Tritamarmo, Wazowski e Sullivan sono costretti ad allearsi e a radunare un improbabile squadra di loro simili per vincere le Spaventiadi, grande competizione annuale dell’Università. Durante il percorso, i due mostri capiranno cose molto più importanti della vittoria che vanno cercando. Il rischio di assistere a un film tanto pubblicizzato quanto deludente era molto concreto ma fortunatamente non è cosi’; la narrazione non solo è strutturata bene ma approfondisce nella maniera giusta i personaggi principali. Wazowski, nonostante gli altri lo sottovalutino, non si da mai per vinto e, facendo affidamento sullo studio della teoria e sulla sua grande forza di volontà, cerca incessantemente di realizzare il proprio sogno; diversamente da lui, Sullivan è il classico spaccone prepotente che pensa a divertirsi e trascura molto lo studio. Il rapporto tra i due, avanzando nella narrazione, si fa sempre più interessante e conduce a un duplice risultato, fondamentale per entrambi: una maturazione più concreta e una maggiore consapevolezza di sé. La stessa cosa accade per il gruppo da loro condotto nelle Spaventiadi. Personaggi come il rettore Tritamarmo o i compagni universitari di Sullivan rappresentano i nemici che ti fanno crescere e ti mettono alla prova. La presenza di qualche stereotipo diventa passabile di fronte a questo buon lavoro di caratterizzazione generale e a una storia che non si rivela, alla fine, troppo scontata. Inoltre, dal punto di vista grafico, il film è una vera e propria festa di colori e una gioia per gli occhi; le gag e le trovate divertenti e originali sono molte e si arriva agilmente alla fine. In definitiva, “Monsters University” è un vero e proprio gioiello della Pixar assolutamente da non perdere e si rivela la fusione perfetta di due elementi: un ottimo comparto grafico e un contenuto interessante e significativo.

IL MIO VOTO: 8/10