STEAMBOY – Recensione a cura di David Salvaggio
Regia: Katsuhiro
Ōtomo
Cast (voci): Anne
Suzuki, Kiyoshi Kodama, Manami Konishi, David S. Lee, Katsuo Nakamura
Nazione: Giappone
Anno: 2004
Durata: 121
min.
Distribuzione: Sony
Pictures
Data di uscita (cinema): 27 maggio 2005
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd.
Nell’animazione giapponese,
cosi’ come nel cinema, molte pellicole dall’indubbio valore artistico e
narrativo non ricevono il trattamento che meritano. Purtroppo “Steamboy”, la
seconda opera cinematografica di Ōtomo, leggendario regista di “Akira”, è una
di quelle. Costato più di 25 milioni di dollari, un vero e proprio record, il
film non ha avuto un grande successo di pubblico ed è un vero peccato perché
l’impianto grafico è a dir poco strepitoso e i contenuti narrativi sono molto
interessanti. Ambientata in un’Inghilterra steampunk del XIX secolo, l’opera
narra la straordinaria vicenda di Ray Steam, giovane inventore, che riceve per
posta una misteriosa sfera inviatagli dal nonno; toccherà al ragazzo impedire che
l’oggetto cada nelle mani della fondazione O’Hara, intenzionata a usarlo per
oscuri fini. Durante la sua avventura, Ray incontrerà vecchie e nuove
conoscenze e comprenderà il potenziale della scienza e l’importanza del suo
corretto uso. La narrazione non è rilevante per la sua originalità ma per
l’interesse dei suoi contenuti, che vengono manifestati attraverso una
caratterizzazione adeguata dei tre personaggi principali, che rappresentano
ciascuno un tipo di scienziato. Ray Steam rappresenta l’astro nascente, che
deve ancora capire bene verso quale direzione indirizzare il proprio sapere e
le proprie invenzioni; Lloyd Steam, nonno paterno del protagonista, rappresenta
lo scienziato saggio, che ha compreso che una scienza spogliata di qualunque
fondamento etico porta soltanto guai e disastri per l’umanità; Edward Steam, il
padre del protagonista, è il tipo di scienziato più deviato, che ha scelto di
pagare qualunque prezzo pur di far trionfare il potenziale supremo della
scienza nell’umanità. Questi tre personaggi, rispetto a tutti gli altri,
risultano essere quelli più interessanti e caratterizzati e sono il vero e
proprio nucleo contenutistico della storia. Scarlett e le altre potenze
nascoste nell’ombra non ricevono lo stesso trattamento e si rivelano essere
semplicemente funzionali alla narrazione. La pellicola, al di là del contenuto,
è ricca di azione e molto scorrevole, nonostante le due abbondanti ore di
visione. Il comparto grafico è una vera e propria gioia per gli occhi. Il lungo
e dettagliato studio dell’Inghilterra del XIX secolo si vede chiaramente nelle
ambientazioni e nelle animazioni, che, insieme, rappresentano un capolavoro
della fusione tra animazione tradizionale e computer grafica. La Torre Steam è semplicemente
fuori del comune e, nella seconda parte del film, regala delle sequenze di
spettacolarità molto rara in prodotti del genere. In conclusione, “Steamboy” è
un bellissimo film d’animazione assolutamente da non perdere che, nonostante
fonda in modo intelligente grafica e contenuti, poteva ricevere un trattamento
di critica e pubblico decisamente migliore.
IL MIO VOTO: 8.5/10
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