LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DÌ
SMAUG
Recensione a cura di David Salvaggio
Regia: Peter
Jackson
Cast: Martin
Freeman, Ian McKellen, Richard Armitage, Orlando Bloom, Evangeline Lilly, Luke
Evans, Lee Pace, Stephen Fry
Nazione: Nuova
Zelanda, U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 161
min.
Distribuzione: Warner
Bros
Data di uscita (cinema): 12 dicembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu
Ray.
“La Desolazione di Smaug”
approda finalmente nelle sale italiane a dicembre 2013 e rappresenta il secondo
capitolo della nuova trilogia dedicata a “Lo Hobbit”, diretta da Peter Jackson.
Questo film, nonostante raggiunga la sufficienza e abbia evidenti meriti
tecnici ed estetici, non riesce veramente a sorprendere e alimenta le
perplessità, già suscitate dal predecessore, sulla complessità dell’operazione.
La trama continua a narrare il viaggio di Bilbo e della compagnia dei Nani
verso la Montagna Solitaria,
nel disperato tentativo di scacciare il drago Smaug e riconquistare Erebor.
Durante il loro percorso, i protagonisti raggiungeranno nuove località,
affronteranno maggiori pericoli e faranno molti incontri curiosi; nel
frattempo, lo stregone Gandalf abbandona il manipolo di eroi per indagare su un
oscuro nemico, sempre più temibile e potente. Fino ad arrivare al confronto con
il drago, che avrà non poche conseguenze per tutti. La narrazione, per quanto
abbia dei passaggi fedeli al libro, non ha uno scorrimento sempre convincente e
soffre tremendamente l’eccessiva lunghezza della pellicola e l’evidente
estensione dei contenuti rispetto al testo di partenza. La caratterizzazione
dei personaggi, a parte qualche eccezione, si rivela molto frammentaria e non
compie troppi passi avanti rispetto al predecessore; il lavoro migliore viene
svolto indubbiamente su Thorin Scudodiquercia, il carismatico nano intenzionato
a riprendersi la patria ad ogni costo e molto diffidente verso gli Elfi che, in
passato, negarono aiuto al suo popolo; è sintetico ma convincente anche l’approfondimento
di altri personaggi come Tauriel e il re degli Elfi Silvani Thranduil. La prima è una guerriera che capisce
l’importanza di aiutare la compagnia ed è pronta ad andare contro il suo re; il
secondo è un sovrano intenzionato a proteggere il proprio popolo ma troppo
cieco verso le necessità altrui. La stessa cosa non si può dire della
caratterizzazione del gruppo dei nani protagonisti, appena accennata per
qualcuno ma nel complesso sempre molto trascurata; deludente anche il
personaggio di Bard l’Arciere, quello di Beorn e si poteva lavorare di più
anche su Bilbo e sul suo rapporto con l’anello. Nemmeno i temibili orchi e il
misterioso Negromante riescono a lasciare il segno e, in alcune scene, si ha
l’impressione di assistere ad una fotocopia della trilogia precedente. La
pellicola si rivela priva di pecche nel comparto tecnico e grafico; le
scenografie, i costumi e gli effetti speciali sono magnifici e le scene
d’azione sono spettacolari e, nel complesso, ben realizzate. Sicuramente degno
di nota l’inseguimento sui barili. Tuttavia, è l’ultima parte quella più
riuscita, dove compare il drago Smaug, con tutta la sua imponenza, la sua
perfezione estetica e il suo carisma; quest’ultimo non poteva ricevere un
trattamento migliore sotto tutti i punti di vista. In definitiva, “Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug”
è una pellicola troppo tirata per le lunghe e che è, contemporaneamente, tutto
e nulla; nonostante le modifiche narrative apportate, non raggiunge l’epica de
“Il Signore degli Anelli” e, al di là di tutto, continua a porre lo stesso
interrogativo: questa nuova trilogia era davvero cosi’ necessaria?
IL MIO VOTO: 6.5/10
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