lunedì 27 gennaio 2014

La Fine del Mondo - Recensione



LA FINE DEL MONDO – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The World’s End
Regia: Edgar Wright
Cast: Simon Pegg, Nick Frost, Martin Freeman, Eddie Marsan, Paddy Considine, Rosamund Pike, Pierce Brosnan, David Bradley
Nazione: Gran Bretagna, Francia
Anno: 2013
Durata: 104 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 26 settembre 2013
Disponibile per il noleggio e la vendita in Dvd e Blu Ray.

Il regista Edgar Wright, dopo “L’Alba dei Morti Dementi” e “Hot Fuzz”, completa la sua “Trilogia del Cornetto” con “La Fine del Mondo”. Ritroviamo, ancora una volta, la coppia Frost-Pegg, supportata da un cast di buon livello. Il film, per la sua estrema particolarità, non può incontrare i gusti di tutti, nonostante sia abbastanza riuscito. Cominciamo dalla trama. Gary King, dopo circa vent’anni, è pronto per riunire il suo vecchio gruppo di amici e riuscire nell’impresa fallita in passato: percorrere interamente il cosiddetto “Miglio Dorato”. Si tratta di un tour dei pub presenti nella loro città natale, che culmina al “The World’s End”, l’ultimo leggendario locale. Con un po’ di fatica, il protagonista riesce a convincere tutti e ad avviare la sua iniziativa. Gli eventi prendono una piega inaspettata quando Gary viene aggredito, in un bagno, da persone tanto violente quanto materialmente fragili; toccherà al curioso gruppo capire cosa sta succedendo nella loro città, che, soltanto in apparenza, sembra essere sempre la stessa. La narrazione è un vero e proprio concentrato di generi: abbiamo la commedia, il film d’azione, la fantascienza e il demenziale. Momenti riusciti di comicità si alternano ad altri ricchi di azione ed effetti speciali, che sembrano quasi parodiare i grandi blockbuster. Da un punto di vista narrativo, l’operazione non può che risultare originale ma, contemporaneamente, non può essere apprezzata da tutti e può essere paragonata ad uno sconclusionato cocktail cinematografico. Nonostante tutto, la pellicola non annoia, scorre abbastanza bene e non è troppo impegnativa. L’approfondimento dei personaggi, nel complesso, è molto superficiale e banale ma, a spiccare, è sicuramente il protagonista; quest’ultimo, essendo troppo legato al passato, non è mai maturato completamente e ha sempre visto il “Miglio Dorato” come l’unica cosa importante nella propria vita. Anche Frost, nella parte dell’amico maturo ma sempre affezionato al suo compare, offre una performance discreta. Il resto del cast, compresa una Rosamund Pike piuttosto sotto tono, non lascia spazio a particolari riflessioni. Curiosa la presenza di Pierce Brosnan e quella di David Bradley (il signor Gazza della saga di “Harry Potter”). Anche se si può riscontrare un po’ di somiglianze con “L’Alba dei Morti Dementi”, “La Fine del Mondo”, tutto sommato, è un gradevole prodotto alternativo, che punta tutto su un unico concetto: la contaminazione tra vari generi portata ai massimi livelli.

IL MIO VOTO: 6.5/10

venerdì 24 gennaio 2014

Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo: Il Mare dei Mostri - Recensione


PERCY JACKSON E GLI DEI DELL’OLIMPO – IL MARE DEI MOSTRI
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Percy Jackson & the Olympians: The Sea of Monsters
Regia: Thor Freudenthal
Cast: Logan Lerman, Brandon T. Jackson, Douglas Smith, Alexandra Daddario, Stanley Tucci, Jake Abel, Anthony Head 
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 105 min.
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita (cinema): 12 settembre 2013
Disponibile per il noleggio in Dvd e Blu Ray. Disponibile per la vendita in Dvd, Blu Ray e Blu Ray 3D dal 27 gennaio 2014.

La saga di Percy Jackson, iniziata nel 2010 con “Il Ladro di Fulmini”, arriva al suo secondo capitolo. “Il Mare dei Mostri” approda nelle sale italiane a settembre 2013 e, sostanzialmente, non toglie né aggiunge niente rispetto al predecessore. Siamo di fronte a una pellicola di puro intrattenimento, che usa la storia come pretesto per utilizzare un’enorme quantità di effetti speciali. La storia, collegata alle vicende del primo capitolo, vede un Percy Jackson in piena crisi d’identità e sconvolto da una terribile profezia che potrebbe riguardarlo; l’occasione per rimettersi in moto, chiaramente, non tarda ad arrivare. Infatti, la barriera che protegge il Campo dei Mezzosangue viene abbattuta da un potente toro meccanico; soltanto il Vello d’Oro, custodito nel pericoloso Mare dei Mostri, può sistemare le cose. Percy è costretto a partire con i suoi amici, compreso il suo inaspettato fratello ciclope, in un viaggio irto di pericoli, dove non mancheranno vecchie e nuove conoscenze. Il lungometraggio, supportato da una breve durata, scorre molto bene e non manca una dose discreta d’azione; gli effetti speciali sono davvero molti ma, in alcune scene, non riescono ad essere sempre convincenti e sembrano realizzati con una certa superficialità. La narrazione, che mostra sempre le divinità come esseri presenti nella vita quotidiana, non è particolarmente innovativa e il concetto sopradetto era più riuscito nel primo capitolo; per quanto riguarda i personaggi, il loro approfondimento è molto banale o, addirittura, assente. Sotto questo punto di vista, sono presenti alcuni spunti ma non bastano a salvare un approfondimento psicologico abbastanza deludente. Percy non si sente più all’altezza, Tyson protegge suo fratello perché lo ha desiderato per molto tempo, Annabeth disprezza i ciclopi e via dicendo. Il cattivo e Crono non riescono ad essere troppo incisivi. Inoltre, persino la performance attoriale del cast non sembra particolarmente ispirata. In definitiva, “Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo – Il Mare dei Mostri” è un film da vedere per puro svago e dal quale non si può pretendere niente di più. Da molti, è stato definito uno dei peggiori film del 2013. Quale sarà il destino del terzo capitolo, previsto per il 2015?

IL MIO VOTO: 5/10

lunedì 20 gennaio 2014

Elysium - Recensione



ELYSIUM – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Elysium
Regia: Neill Blomkamp  
Cast: Matt Damon, Jodie Foster, Diego Luna, William Fichtner, Alice Braga, Sharlto Copley  
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 105 min.
Distribuzione: Sony Pictures 
Data di uscita (cinema): 29 agosto 2013
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd e Blu Ray.

La fantascienza al cinema è sempre stato un genere interessante, capace di far riflettere, con i suoi testi e sottotesti, anche su reali problematiche sociali. Nel 2013, un ottimo esempio cinematografico di questo genere è sicuramente “Elysium”, scritto e diretto da Neill Blomkamp. Il regista di “District 9”, con questa sua seconda opera, scrive un film molto interessante sotto tutti i punti di vista e si affida a due grandi interpreti come Matt Damon e Jodie Foster. La trama si ambienta nel 2154 sulla Terra e vede l’umanità nettamente divisa: i poveri continuano a vivere in condizioni rischiose sul degradato pianeta, i ricchi vivono su una gigantesca stazione spaziale chiamata “Elysium”. Qui esistono le migliori tecnologie mediche, l’ambiente terrestre è stato ricreato perfettamente e tutti vivono nel lusso. In questo contesto, viene narrata la frenetica corsa contro il tempo di Max Da Costa, un operaio che deve assolutamente raggiungere “Elysium”, per curare una malattia presa sul posto di lavoro. Il protagonista, quindi, è costretto ad accettare una terribile missione per ottenere il trasporto verso la stazione; purtroppo, l’incarico si rivelerà più difficile del previsto ed entreranno altre potenti forze in gioco, interessate tanto alla conservazione di “Elysium” quanto ad ottenerne il suo assoluto dominio. La narrazione scorre molto bene e, dopo aver delineato ottimamente il contesto nella prima parte, offre una buona dose di azione nella seconda; inoltre, le scenografie e gli effetti speciali sono assolutamente impeccabili. Da un punto di vista narrativo, viene riproposto un tema non originalissimo ma sempre molto attuale: l’egoismo e la spietatezza dei ricchi verso i poveri, che non devono godere dei loro stessi privilegi e vengono considerati una vera e propria piaga sociale. Questo concetto è espresso molto bene dal personaggio di Jodie Foster, un vero e proprio campione di cattiveria e avidità, tanto nelle espressioni quanto nei gesti. Costruito discretamente anche il protagonista che, inizialmente, pensa solo ai propri interessi; capirà, con l’incedere della narrazione, quanto sia importante che questa terribile realtà trovi una sua conclusione per il bene dell’umanità. Frey e sua figlia, invece, sono personaggi abbastanza stereotipati mentre il cattivo, sotto tutti i punti di vista, si rivela all’altezza della narrazione; nel complesso, tuttavia, anche il resto del cast fa la sua figura e offre una performance più che accettabile. In definitiva, “Elysium” è un ottimo film di fantascienza che, nonostante alcune ingenuità sul piano della sceneggiatura, riesce ad offrire un intrattenimento intelligente.

IL MIO VOTO: 7.5/10  

giovedì 16 gennaio 2014

La Madre - Recensione



LA MADRE – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Mama
Regia: Andres Muschietti
Cast: Jessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau, Megan Charpentier, Isabelle Nélisse, Daniel Kash
Nazione: Canada, Spagna
Anno: 2013
Durata: 95 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 21 marzo 2013
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd e Blu Ray.

La contaminazione tra horror e mistery trova un altro esempio in “La Madre”, diretto da Andres Muschietti e prodotto dal famoso Guillermo Del Toro. Il film si propone come lungometraggio tratto da “Mamà”, cortometraggio spagnolo del 2008 scritto e diretto proprio da Muschietti. La trama narra la spaventosa vicenda di Annabel e Lucas, una coppia a cui vengono affidate due strane bambine, Victoria e Lilly; queste ultime sono le figlie del fratello di Lucas, hanno vissuto allo stato brado in una casa in mezzo ai boschi per cinque anni, isolate e lontane dal mondo, e necessitano di un recupero psichico e relazionale. Purtroppo, una presenza tanto strana quanto pericolosa le ha seguite e intende continuare a fare quello che fatto fino ad ora: proteggerle ad ogni costo e uccidere tutti coloro che si intromettono. La narrazione, nel complesso, scorre in maniera piuttosto lineare e, senza servirsi di una spropositata dose di sangue e violenza, riesce a spaventare e creare tensione più di una volta; inoltre, la vicenda alterna sapientemente l’horror con il mistery e il finale non è affatto scontato. Al di là di questo, la trama perde progressivamente originalità e sui personaggi si poteva lavorare di più. Le performance attoriali, alla fine, sono discrete ma non eccelse; sicuramente, sono le due bambine (Megan Charpentier e Isabelle Nélisse) a spiccare sotto questo punto di vista. Purtroppo, il lavoro sui personaggi poteva offrire di più e tutti sono trattati in maniera piuttosto stereotipata. Coster-Waldau (famoso per la serie “Il Trono di Spade”) è intenzionato a tenere le bambine ma appare meno del previsto; Annabel (interpretata da Jessica Chastain) non è un personaggio particolarmente elaborato e la stessa cosa si può dire dello psicologo, il cui destino è abbastanza prevedibile. In verità, il personaggio più riuscito sotto tutti i punti di vista è proprio quello della presenza, una madre attaccata al proprio figlio che ha proiettato tutto il suo amore verso le bambine. In nome di questo suo sentimento, non esita a uccidere tutti coloro che la ostacolano. In definitiva, “La Madre” ottiene la sufficienza perché riesce a creare tensione senza servirsi di troppi artifici ma poteva offrire di più sul piano narrativo e sull’approfondimento dei personaggi.

IL MIO VOTO: 6.5/10    

mercoledì 15 gennaio 2014

American Hustle - Recensione



AMERICAN HUSTLE – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: American Hustle
Regia: David O. Russell
Cast: Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Jeremy Renner
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 138 min.
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita (cinema): 1 gennaio 2014
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

L’ultimo attesissimo film di David O. Russell, “American Hustle”, approda nelle sale italiane il primo gennaio 2014 e, inoltre, vince meritatamente tre importanti Golden Globes (Miglior Film Commedia/Musical, Miglior Attrice in una Commedia e Miglior Attrice Non Protagonista). Il regista de “Il Lato Positivo” dirige un film grandioso, ispirandosi ad una storia vera e affidandosi ad un cast stellare da cui ottiene strepitose interpretazioni. La trama si ambienta negli Stati Uniti degli anni ’70 del 900. Il truffatore Irving Rosenfeld e la sua compagna Sidney Prosser vengono arrestati dall’agente federale Richie DiMaso; quest’ultimo li convince a collaborare con lui per accusare di corruzione il politico Carmine Polito, sindaco del New Jersey, e, mediante lui, arrivare a colpire altre grosse prede. Il piano sembra funzionare ma tutto potrebbe essere rovinato da Rosalyn, vera moglie di Irving, stravagante e assolutamente imprevedibile. La narrazione riserva diversi colpi di scena, scorre abbastanza bene e trova nei personaggi il suo maggiore punto di forza; ognuno di loro fa dell’imbroglio il proprio stile di vita e lo spettatore non ha mai la certezza assoluta di conoscere le loro reali intenzioni. Il paragone con l’arte spiega perfettamente lo stato d’animo dei personaggi. Da un punto di vista attoriale, il cast è in splendida forma. Bale opera un notevole cambiamento fisico e porta sullo schermo un vero e proprio re dell’inganno; Amy Adams viene resa molto sensuale e interpreta la compagna di Irving, un personaggio molto ambiguo e riuscito; Cooper interpreta DiMaso, un federale molto ambizioso su tutti i fronti; Jennifer Lawrence, per quanto sia quella che compare meno, lascia il segno con la sua performance, interpretando Rosalyn, la vera moglie di Irving. Con quest’ultima, siamo di fronte ad un concentrato di sensualità, rabbia, euforia e delusione. Probabilmente e per quanto sia discreta, è la performance di Renner ad essere quella meno interessante mentre, per pochissimo tempo, si può vedere anche De Niro nella parte di un mafioso. Da un punto di vista estetico, i moltissimi soldi spesi per ricreare al meglio gli anni ’70 si vedono; le scenografie sono curate nei dettagli e anche il lavoro sui costumi è eccelso. In definitiva, “American Hustle” è un ottimo film sotto tutti i punti di vista e riflette su un messaggio importante: tutti, per vivere, sono costretti ad imbrogliare tanto gli altri quanto loro stessi.

IL MIO VOTO: 9/10      

domenica 12 gennaio 2014

Kick-Ass 2 - Recensione



KICK-ASS 2
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Kick-Ass 2
Regia: Jeff Wadlow
Cast: Aaron Taylor-Johnson, Chloë Grace Moretz, Jim Carrey, Christopher Mintz-Plasse, John Leguizamo
Nazione: U.S.A., Gran Bretagna
Anno: 2013
Durata: 98 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 15 agosto 2013
Disponibile per il noleggio e la vendita in Dvd e Blu Ray

Kick-Ass e le sue avventure tornano in un nuovo lungometraggio, a tre anni di distanza dal geniale primo capitolo. Questo secondo film, diretto da Jeff Wadlow, riesce a riprendere lo spirito del predecessore (una fusione accurata tra demenzialità e serietà) ma, a causa di alcuni ricicli narrativi, sembra perdere qualche colpo sul piano dell’originalità. Al cast, in gran parte riconfermato, si aggiunge anche il mitico Jim Carrey. Iniziamo dalla trama, che si colloca cronologicamente dopo gli eventi del primo capitolo. Kick-Ass, che aveva iniziato a costruire un nuovo rapporto con Hit-Girl, si ritrova abbandonato da quest’ultima, che ha deciso di abbandonare il costume a causa di varie motivazioni; lo strampalato eroe, allora, entra a far parte dei “Justice Forever”, un improbabile gruppo di combattenti mascherati guidati dal Colonnello Stelle e Strisce. Nel frattempo, Chris D’Amico è rinato con il nome di “The Mother Fucker” e, dopo aver reclutato un manipolo scelto di criminali, si prepara a combattere Kick-Ass per vendicare il defunto padre. Sarà guerra aperta. Coloro che hanno amato il primo capitolo non potranno rimanere delusi da questo film; la sensazione di assistere ad una colossale stupidaggine che vuole tremendamente essere seria viene mantenuta molto bene, l’azione a tratti violenta non manca cosi’ come le trovate divertenti. Tuttavia, vedendo il riutilizzo di alcuni risvolti narrativi, si ha l’impressione che la pellicola abbia perso un po’ di originalità rispetto al predecessore. I personaggi mantengono sempre la propria freschezza e il cattivo riesce ad essere, diverse volte, abbastanza esilarante. Tuttavia, il film si concentra molto sulla figura di Hit-Girl, una ragazzina che avverte un proprio cambiamento; quando cerca di avvicinarsi ai suoi simili, ne rimane troppo delusa e torna a vestire i panni dell’eroina mascherata, abilissima nel combattimento e decisa a continuare la missione del padre. Tutti gli altri personaggi, sia dalla parte del bene che da quella del male, non si prestano a particolari interpretazioni e costituiscono un unico grande concetto: un’epica volutamente coperta di ridicolo. In definitiva, “Kick-Ass 2” si rivela un sequel degno del predecessore e, nonostante non sia geniale quanto quest’ultimo, riesce a mantenerne egregiamente lo spirito.

IL MIO VOTO: 7/10    

sabato 11 gennaio 2014

Philomena - Recensione



PHILOMENA – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Philomena
Regia: Stephen Frears
Cast: Judi Dench, Steve Coogan, Michelle Fairley, Peter Hermann, Barbara Jefford, Anna Maxwell Martin  
Nazione: U.S.A., Francia, Gran Bretagna
Anno: 2013
Durata: 98 min.
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita (cinema): 19 dicembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Il premio Oscar Judi Dench offre un altro straordinario saggio di bravura in “Philomena”, pellicola diretta dal veterano Stephen Frears. La trama, ispirata ad una storia vera, narra la toccante vicenda di Philomena Lee che, dopo cinquant’anni, decide di cercare suo figlio, sottrattole in giovane età mentre si trovava in un convento. Nella sua ricerca, viene aiutata da un giornalista in crisi nera che, alla fine, capirà una lezione fondamentale: il vero amore di una madre per il proprio figlio supera ogni barriera e non conosce confini. La pellicola alterna sapientemente momenti drammatici ad altri brillanti e scorre molto bene; inoltre la narrazione si fa interessante anche perché tocca tematiche profonde come la fede e il perdono. L’esito della vicenda, inoltre, non è nemmeno troppo scontato. Da un punto di vista attoriale, la coppia Dench-Coogan funziona molto bene e i piccoli siparietti tra i due, sparsi lungo tutta la pellicola, sono divertenti e riusciti. Tuttavia, a colpire maggiormente è la straordinaria performance di Judi Dench. Il viaggio della sua Philomena è anche un viaggio nel passato del personaggio, segnato da una concezione dell’amore e del rapporto sessuale inteso come un’offesa a Dio; nell’arco di moltissimo tempo, Philomena non ha mai smesso di pensare al figlio che le hanno sottratto e, dietro i suoi momenti di smarrimento, nasconde un profondo dolore e un’ infinita tristezza. Il volto dell’attrice, in più momenti, rappresenta uno straordinario quadro di emozioni e sensazioni. La donna, inoltre, ha una straordinaria capacità di perdonare il prossimo anche quando quest’ultimo non lo merita e offre una mirabile comprensione anche verso coloro che l’hanno fatta soffrire, proprio come la religione e la fede le hanno insegnato. Coogan offre una buona prova e porta sullo schermo un giornalista che, inizialmente, pensa a scrivere un grande articolo ma, successivamente, cambierà opinione. Il suo è un personaggio avverso alla chiesa e alla religione e non incline al perdono; inoltre, capisce i meccanismi spietati che si celano dietro al suo lavoro e non se la sente di sfruttare a fini giornalistici il dolore di Philomena. Il resto dei personaggi è funzionale alla narrazione e, nel complesso, gode di un approfondimento molto sintetico. In definitiva, “Philomena” è un bellissimo film che riflette su temi molto attuali e, avvalendosi di un’interpretazione da Oscar, insegna qualcosa di importante: l’amore materno abbatte tutte le barriere fisiche e psichiche ed è talmente potente da prevalere sul tempo e sullo spazio.

IL MIO VOTO: 8.5/10

venerdì 10 gennaio 2014

Shadowhunters Città di Ossa - Recensione



SHADOWHUNTERS – CITTA’ DÌ OSSA
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Mortal Instruments: City of Bones
Regia: Harald Zwart
Cast: Lily Collins, Jamie Campbell Bower, Lena Headey, Jared Harris, Jonathan Rhys-Meyers, Kevin Zegers, Robert Sheehan      
Nazione: U.S.A., Germania
Anno: 2013
Durata: 125 min.
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita (cinema): 28 agosto 2013
Disponibile a noleggio in Dvd e Blu Ray. Disponibile per la vendita in entrambi i formati dal 15 gennaio 2014.

Il cinema ha tratto spunto moltissime volte da saghe letterarie di vario genere. Questa volta tocca alla fortunata serie “Shadowhunters”, creata dalla scrittrice Cassandra Clare. E’ proprio il primo romanzo ad essere adattato per il cinema e, anche in Italia, arriva “Shadowhunters Città di Ossa”, diretto da Harald Zwart. Il film, nonostante alcune variazioni, mantiene una discreta fedeltà nei confronti del libro e si rivela un prodotto piacevole da guardare e non troppo scontato; ovviamente, non mancano ricicli narrativi da altre saghe letterarie di successo e non si può gridare al capolavoro. Cominciamo dalla trama, che non presenta niente di particolarmente innovativo ma ha i suoi discreti colpi di scena. La tranquilla esistenza di Clary, una ragazza di sedici anni, viene sconvolta dall’incontro con Jace; quest’ultimo si rivela uno “Shadowhunter”, un cacciatore di demoni. Dopo che la madre di Clary scompare, la ragazza è costretta a seguirlo in un mondo fantastico, invisibile agli occhi degli umani. Qui apprende che tutto è legato alla Coppa Mortale, un misterioso oggetto magico nascosto e desiderato da più persone; tuttavia, la madre di Clary lo ha nascosto e ha sigillato gran parte dei ricordi della figlia. Mentre i ricordi riaffiorano, la ricerca diventa sempre più pericolosa e conduce a sconvolgenti rivelazioni. La narrazione scorre abbastanza bene e le scene d’azione non mancano; anche il comparto tecnico è buono e la prova del cast si può ritenere, tutto sommato, accettabile. Sui personaggi e sulle loro relazioni, probabilmente, si poteva lavorare di più e alcuni personaggi che potevano essere interessanti vengono molto trascurati. La protagonista e Jace, per quanto possano avere i propri momenti interessanti, lasciano un po’ a desiderare. Il cattivo compare ben poco e non è tra i migliori visti sul grande schermo; i componenti dell’Istituto sono personaggi molto banali e anche il personaggio di Alec, segretamente innamorato di Jace, poteva essere trattato meglio e avrebbe reso la narrazione maggiormente interessante. Alcuni elementi vengono presi in prestito da altre saghe letterarie (i “Mondani” possono ricordare i “Babbani” di “Harry Potter”, l’amore tra un’umana e un essere soprannaturale e le conseguenti complicazioni amorose ricordano “Twilight”) ma, alla fine, potevamo aspettarci molto peggio da “Shadowhunters Città di Ossa”, che intrattiene in modo discreto e apre una strada abbastanza sicura verso altri sequel.

IL MIO VOTO: 6.5/10        

martedì 7 gennaio 2014

Capitan Harlock - Recensione



CAPITAN HARLOCK – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Uchū Kaizoku Kyaputen Hārokku
Regia: Shinji Aramaki
Cast (voci): Shun Oguri, Haruma Miura, Yū Aoi, Arata Furuta, Ayano Fukuda, Toshiyuki Morikawa, Maaya Sakamoto, Miyuki Sawashiro, Kiyoshi Kobayashi, Chikao Ōtsuka
Nazione: Giappone
Anno: 2013
Durata: 115 min.
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita (cinema): 1 gennaio 2014
Disponibile al cinema in 2D e 3D. 
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Capitan Harlock è, senza ombra di dubbio, un mito dell’animazione giapponese. Il personaggio creato da Leiji Matsumoto negli anni 70 del ‘900 ha lasciato un marchio indelebile nel cuore di molti e il fatto che, anche nel 2013, gli venga dedicata una nuova pellicola certifica la sua immortalità. La Toei investe moltissimi soldi per creare la migliore computer grafica mai vista prima e, affidandosi al regista Shinji Aramaki, realizza “Capitan Harlock”, che arriva nei cinema italiani il primo gennaio 2014. Il film è un assoluto capolavoro grafico e, nonostante non sia perfetto da un punto di vista narrativo, rimane un prodotto validissimo. Cominciamo dalla trama, scritta dallo stesso Matsumoto e molto complessa. In un’era imprecisata, la Gaia Sanction ha reso la Terra, che sta esaurendo le proprie risorse, un luogo sacro e inviolabile per tutti; di conseguenza, gli esseri umani, disseminati nelle colonie spaziali, non possono farvi ritorno e si ritrovano privi di una patria. In questo contesto, viene narrata la storia di due fratelli, Ezra e Yama; il primo ricopre un’importante carica militare nella Gaia Sanction, il secondo ha il compito di infiltrarsi nell’Arcadia per uccidere il nemico più temuto di Gaia: il leggendario Capitano Harlock. Tuttavia, niente è come sembra ed emergeranno terribili verità. Se James Cameron ha definito il film “Leggendario, epico e visivamente senza precedenti”, c’è un motivo. Il film, infatti, è privo di pecche sul versante grafico e tecnico e anche la colonna sonora è molto ispirata; inoltre, i personaggi hanno una loro espressività e non sono più paragonabili ai bambolotti senz’anima delle pellicole precedenti realizzate in computer grafica. La narrazione, nonostante sia ben fatta e molto emozionante in alcuni tratti, può risultare lacunosa e poco chiara; la caratterizzazione dei personaggi, nel complesso soddisfacente, si fa interessante quando si arriva a parlare di Harlock. Il famoso pirata dello spazio viene visto come una leggenda inarrivabile, un fantasma che non si decide a morire e continua a combattere senza sosta e questo giustifica il fatto che egli non sia l’assoluto protagonista della narrazione; infatti, nelle circa due ore di visione, Harlock compare in maniera limitata ma il suo personaggio è ben delineato. Abbiamo di fronte un pirata tormentato dai ricordi che lotta per i suoi precisi motivi e che, nonostante le scoperte fatte, conferma la sua volontà di continuare a combattere per creare un avvenire migliore per tutti. Tra i due fratelli protagonisti, a convincere di più è Ezra; quest’ultimo è un personaggio che agisce mosso dal rancore verso il fratello, che lo ha indirettamente reso disabile e gli ha portato via gli affetti più cari. Yama, invece, cambia idea con troppa facilità durante la narrazione e risulta meno interessante. Purtroppo, l’equipaggio dell’Arcadia è molto trascurato e soltanto Kei e Yattaran, che sono devoti al loro capitano perché ha offerto loro una nuova casa e dei nuovi ideali, trovano un maggiore spazio; anche il personaggio di Meeme rimane prevalentemente in ombra. In definitiva, “Capitan Harlock” è un’esperienza visiva unica nel suo genere e, nonostante non abbia una sceneggiatura perfetta, rimane una pellicola assolutamente da vedere almeno una volta nella vita.

IL MIO VOTO: 7.5/10