venerdì 30 gennaio 2015

Maze Runner - Il labirinto - Recensione



MAZE RUNNER – IL LABIRINTO
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Maze Runner
Regia: Wes Ball
Cast: Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Will Poulter, Thomas Brodie-Sangster, Patricia Clarkson
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 107 min.
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita (cinema): 8 ottobre 2014
Disponibile a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.




L’universo delle saghe giovanili sforna un nuovo titolo per il grande schermo. Si tratta di “Maze Runner – Il labirinto”, primo capitolo della fortunata trilogia letteraria creata da James Dashner. Il risultato è un film non esente da difetti che, tuttavia, ottiene la sua sufficienza e fa ben sperare per il futuro. Iniziamo dalla trama, abbastanza intrigante. Thomas, un ragazzo che non ricorda nulla del suo passato, si ritrova all’interno della Radura, luogo all’aperto dove si trovano altri suoi coetanei con i suoi stessi dubbi. La zona è delimitata da un misterioso labirinto, pieno di trappole e letali creature, che cambia periodicamente la propria struttura; con l’arrivo di Teresa, gli equilibri del gruppo vengono sconvolti ulteriormente e, per capire cosa sta succedendo, resta una sola alternativa: superare il labirinto e chiarire ogni mistero. La narrazione svela gradualmente le sue carte e, di conseguenza, si rivela abbastanza avvincente da seguire; inoltre, non mancano colpi di scena piuttosto riusciti. Un altro punto di forza della pellicola sono sicuramente le scenografie e gli effetti speciali; le scene d’azione non mancano ma, nel complesso, avrebbero potuto essere girate decisamente meglio perché, nelle inquadrature più concitate, si rileva una certa confusione. La prova attoriale del cast è abbastanza sufficiente ma è la caratterizzazione dei personaggi che lascia a desiderare; questo non perché non abbiano la loro identità ma perché si tratta di personaggi tremendamente banali e stereotipati, privi di sfumature davvero concrete. Fino ad arrivare ad un finale che risolve in parte i dubbi della trama e che anticipa un obbligatorio secondo capitolo. In definitiva, “Maze Runner – Il labirinto” è un film piacevole da vedere, grazie ad una trama discreta e ad ottime scenografie. In Italia, i libri che compongono la trilogia sono già disponibili e, per chi non resiste, è preferibile continuare la saga sulle pagine scritte, in attesa dei capitoli finali.

IL MIO VOTO: 6.5/10

giovedì 29 gennaio 2015

Lucy - Recensione



LUCY – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Lucy
Regia: Luc Besson
Cast: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Min-sik Choi, Amr Waked
Nazione: U.S.A., Francia
Anno: 2014
Durata: 86 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 25 settembre 2014
Disponibile a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.


Alcuni film emergono più per i concetti che hanno alla base che altro. Probabilmente, il trucco in “Lucy”, il nuovo film di Luc Besson, è proprio questo, con tutte le complicazioni del caso. La trama vede come protagonista, appunto, Lucy, una ragazza tanto bella quanto inizialmente ingenua; infatti, per fare un favore ad un suo conoscente, diventa un corriere vivente di una nuova e potentissima droga. In seguito ad un incidente, la sostanza in questione esce dal suo contenitore e si diffonde nel corpo della ragazza, che diventa sempre più forte e intelligente con il passare delle ore. Cosa sta succedendo? La narrazione è visivamente d’impatto ma, in verità, estremamente confusionaria e difficile da capire, soprattutto nella parte finale; a rendere il tutto interessante sono le domande che si pone la pellicola. Possiamo noi sfruttare il nostro cervello fino al limite estremo? E, qualora questo accadesse, che ne sarebbe di noi e del mondo che ci circonda? Il film, a modo suo, fornisce anche delle risposte ma, a parte questo, le pecche sono altre. Nonostante la prova soddisfacente della Johansson, non si può parlare di caratterizzazione concreta dei personaggi in nessun caso; l’azione non è quella che ci si potrebbe aspettare ed è soltanto una folle corsa in macchina ad essere veramente degna di nota, sotto questo punto di vista. Come se non bastasse, la trama ha una contraddizione troppo grossa in fase di logica narrativa, che non potrà fare a meno di essere notata. Fino ad arrivare alla conclusione, piuttosto tirata via e poco chiara. Anche Freeman non sembra essere particolarmente in forma. In definitiva, “Lucy” non è un completo disastro ma non è nemmeno da annoverare tra i migliori film degli ultimi anni. Se non fosse per i concetti interessanti che solleva la narrazione, si potrebbe pensare che il film sia una sorta di collage di altre pellicole simili. Luc Besson ha decisamente fatto di meglio, alla fine.

IL MIO VOTO: 5/10

sabato 24 gennaio 2015

Le due vie del destino - Recensione



LE DUE VIE DEL DESTINO – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Railway Man
Regia: Jonathan Teplitzky
Cast: Colin Firth, Nicole Kidman, Jeremy Irvine, Stellan Skarsgård, Hiroyuki Sanada, Sam Reid, Tanroh Ishida 
Nazione: Australia, Gran Bretagna
Anno: 2013
Durata: 107 min.
Distribuzione: Koch Media
Data di uscita (cinema): 11 settembre 2014
Disponibile per il noleggio in Dvd e Blu Ray. Disponibile per la vendita, in entrambi i formati, dal 26 febbraio 2015.


Alcune pellicole valide, oltre che ad uscire in ritardo nel nostro paese, vengono anche pubblicizzate molto poco e passano quasi in secondo piano. E’ il caso dello splendido “Le due vie del destino”, diretto da Jonathan Teplitzky (alla sua seconda prova come regista) e interpretato da un cast in ottima forma. Iniziamo dalla trama, ispirata ad una storia vera. Eric Lomax conosce per caso la bella Patti, se ne innamora e la sposa; il felice matrimonio, tuttavia, rischia di andare in pezzi. La causa è da ricercare nel passato di Eric, in un trascorso di guerra troppo doloroso da ricordare e da affrontare. La narrazione, gradualmente, si snoda su due piani temporali: il passato e il presente. Questo serve a dare una assai adeguata caratterizzazione al protagonista, reso magistralmente da Colin Firth; anche gli altri personaggi trovano il loro approfondimento nel contesto e sono impreziositi da buone interpretazioni. La Kidman è la moglie che non perde mai le speranze e che cerca, in ogni modo, di liberare il marito dai fantasmi del passato; Skarsgård è l’apatico collega dell'interprete principale, visibilmente provato nel fisico e nella mente da un’esperienza troppo dura; Sanada (già visto in “47 Ronin”) è il carnefice, più sofferente di quanto si possa immaginare. Il film, inoltre, scorre abbastanza bene anche se, in alcuni momenti, si potrebbe avvertire una certe lentezza; alcuni eventi potrebbero sembrare un po’ sbrigativi, come il matrimonio di Eric e Patti, ma i temi principali del film non mancano di essere analizzati. Lo spettro della guerra, che torna dal passato per condizionare presente e futuro; la difficoltà di affrontarlo e di andare avanti; la forza di perdonare coloro che ci hanno fatto soffrire, distruggendo il rancore che ci attanaglia. In definitiva, “Le due vie del destino” è un film complessivamente molto curato e da non perdere, che fa riflettere su una verità interessante: il tempo dell’odio non è eterno.

IL MIO VOTO: 8/10   

giovedì 22 gennaio 2015

Ouija - Recensione



OUIJA – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Ouija
Regia: Stiles White
Cast: Olivia Cooke, Ana Coto, Daren Kagasoff, Douglas Smith, Lin Shaye   
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 89 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 8 gennaio 2015
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.


Prodotto da Michael Bay e diretto da Stiles White, “Ouija” non rappresenta una vetta nel genere che rappresenta ma, al di là di questo, si lascia piacevolmente guardare. Iniziamo dalla trama, che sfrutta un elemento decisamente affascinante. Lane non ci vede chiaro nel misterioso suicidio della migliore amica Debbie; insieme ad un gruppo di amici, la ragazza decide di usare la tavoletta spiritica Ouija, gioco che faceva sempre con la defunta. Purtroppo, una misteriosa entità viene risvegliata e la vita di tutti si trasforma in un tremendo incubo. La narrazione è contornata da molti cliché tipici del genere ma, nel complesso, funziona; inoltre, l’intreccio è abbastanza prevedibile ma non completamente scontato. Purtroppo, la tensione non è sempre alle stelle ma non mancano gli spaventi o le situazioni decisamente inquietanti, per quanto siano già viste. Subentrano, poi, tutte le caratteristiche degli horror giovanili. La recitazione, salvando leggermente la protagonista, lascia alquanto a desiderare, anche se la presenza di Lin Shaye, già vista in “Insidious”, è sempre piacevole; la stessa identica cosa si può dire per la caratterizzazione dei personaggi. Tutti sono molto banali e, a questo proposito, sono presenti anche alcuni elementi narrativi decisamente poco chiari. A parte tutto, comunque, il film scorre bene ed è facilitato da una durata assai breve; inoltre, ha un finale accettabile, nonostante rimanga in linea con le conclusioni di tali prodotti. In definitiva, “Ouija” non è da annoverare tra i film migliori del genere ma è piacevole da vedere, anche perché sfrutta a dovere la tavoletta spiritica, un oggetto intrigante che in molti testerebbero volentieri. Anche se, a scanso di equivoci, è consigliabile non provarci a casa.

IL MIO VOTO: 5.5/10   

martedì 20 gennaio 2015

Big Eyes - Recensione



BIG EYES – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Big Eyes
Regia: Tim Burton
Cast: Amy Adams, Christoph Waltz, Danny Huston, Terence Stamp, Jason Schwartzman 
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 105 min.
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita (cinema): 1 gennaio 2015
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.


“Big Eyes”, il nuovo film di Tim Burton, si discosta molto dalle atmosfere care al visionario regista. Sembrerebbe quasi un vero e proprio cambiamento di rotta ma, all’occhio più attento, non sfuggiranno alcuni dettagli significativi; questi ultimi provano che la cifra stilistica di Burton non è scomparsa, è solo leggermente velata. La trama, ispirata ad una storia vera, narra la storia di Margaret Ulbrich, pittrice in fuga con la figlia da un pessimo marito, e di Walter Keane, individuo tanto singolare quanto misterioso. I due costruiscono il loro avvenire sulle basi di una bugia che, gradualmente, finisce per inghiottire entrambi e non senza conseguenze. La narrazione ha uno scorrimento piacevole e riesce a bilanciare sia gli eventi narrativi che la caratterizzazione dei personaggi; sono i protagonisti ad avere il trattamento migliore, grazie ad attori in forma che rendono al meglio i propri ruoli (la Adams, infatti, ha vinto il Golden Globe grazie a questo film). Gli altri comprimari incidono fino ad un certo punto ma, in definitiva, si rivelano essere adatti al contesto. Le tematiche trattate, nonostante non siano poi cosi’ innovative, risultano essere sempre interessanti e non mancano nemmeno momenti ironici. Qualche elemento narrativo potrebbe sembrare troppo sbrigativo e tirato via, come ad esempio l’inizio del rapporto tra i protagonisti; al di là di questo, il regista si ritrova nei colori e nella composizione dell’inquadratura, in alcune scene e, soprattutto, nei grandi occhi dei quadri. In definitiva, “Big Eyes” è un film assolutamente valido che, nonostante tutto, appartiene totalmente al suo regista. E’ la prova che un cineasta può cambiare qualcosa rimanendo sempre, nella sostanza, sé stesso.

IL MIO VOTO: 7.5/10  

giovedì 15 gennaio 2015

Necropolis - La città dei morti - Recensione



NECROPOLIS LA CITTA’ DEI MORTI
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: As Above, So Below
Regia: John Erick Dowdle
Cast: Perdita Weeks, Ben Feldman, Edwin Hodge, James Pasierbowicz 
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 93 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 11 settembre 2014
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd e Blu Ray.



Alcuni film hanno del potenziale che, sfortunatamente, non riescono ad esprimere pienamente. Tra questi, rientra sicuramente “Necropolis – La città dei morti”, che aveva tutte le carte in regola per essere un horror soddisfacente. Iniziamo dalla trama, in verità niente di innovativo. Scarlett, una bella archeologa urbana, riesce a creare un team di suoi coetanei per esplorare le immense catacombe di Parigi; l’obiettivo è trovare la celebre pietra filosofale, stesso intento del padre della ragazza, morto suicida. Questa avventura si trasforma gradualmente in un incubo, dove ognuno si ritrova a doversi confrontare con qualcosa di inaspettato. L’elemento più affascinante e riuscito della pellicola è sicuramente l’ambientazione, claustrofobica e assolutamente adatta al genere di prodotto; anche la scelta di girare utilizzando la tecnica del mockumentary, con i suoi pro e contro, può essere azzeccata. Il problema è che il film, salvo alcuni momenti, non riesce mai ad essere davvero inquietante; la spiegazione data nel finale, tuttavia, non riesce a risollevare l’intera struttura narrativa. La colpa è anche di molteplici elementi assolutamente privi di senso e alcuni eventi che non coincidono con il resto della trama; il confronto con i propri sensi di colpa poteva essere molto più incisivo e questo avrebbe reso il tutto decisamente più interessante. La tecnica di ripresa, inoltre, si rivela estremamente confusionaria nelle scene più concitate, producendo un effetto spiacevole di giramento di testa. Come se non bastasse, la recitazione lascia alquanto a desiderare e la caratterizzazione dei personaggi non lascia gridare al miracolo; tutti sono stereotipati e altrettanto banali. In definitiva, “Necropolis” non è un completo disastro e gli spunti buoni ci sono; il problema è che non vengono sfruttati a dovere e, di conseguenza, la pellicola non si può annoverare tra i prodotti migliori del genere.

IL MIO VOTO: 5/10

lunedì 12 gennaio 2015

The Imitation Game - Recensione



THE IMITATION GAME – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Imitation Game
Regia: Morten Tyldum
Cast: Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Charles Dance, Mark Strong, Rory Kinnear 
Nazione: U.S.A., Gran Bretagna
Anno: 2014
Durata: 113 min.
Distribuzione: Videa
Data di uscita (cinema): 1 gennaio 2015
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Il bellissimo “The Imitation Game” non poteva aprire meglio il nuovo anno. Il film diretto da Morten Tyldum, infatti, può contare su una struttura narrativa assolutamente solida e trova in Cumberbatch uno straordinario protagonista. Iniziamo dalla trama, tratta da una storia vera. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Alan Turing si ritrova ad affrontare un incarico impossibile: decriptare il Codice Enigma e vincere la guerra. Tra imprevisti e difficoltà di relazione con i propri colleghi, il protagonista raggiunge il suo obiettivo e, non senza sofferenza, cambia il corso degli eventi ed entra nella leggenda. Il film, nonostante tratti argomenti intensi, si rivela estremamente scorrevole; inoltre, non manca nemmeno un pizzico d’ironia e la vicenda, oltre a non calare mai d’intensità, regala momenti davvero emozionanti. Il merito è anche di un cast all’altezza della situazione, dove spicca sicuramente l’interprete principale. Cumberbatch rende al meglio il suo Alan Turing, un genio immenso con notevoli problemi relazionali; una persona, per questo, profondamente sofferente, che deve proprio alla sua anormalità il gigantesco merito di aver salvato milioni di vite. Anche gli altri attori offrono una prova ampiamente soddisfacente e quasi tutti i personaggi trovano una loro caratterizzazione; a rendere maggiormente interessante il tutto è che sono estremamente curate anche le varie relazioni tra i componenti della vicenda. La narrazione, tra l’altro, non è affatto scontata in alcuni suoi aspetti e offre molteplici spunti di riflessione come, ad esempio, il doppio gioco politico e il peso esistenziale di mantenere certi segreti. Il film, inoltre, racconta nel modo giusto una vicenda molto più triste e oscura di quanto sembri, concentrando la storia su certi aspetti invece di altri. In definitiva, “The Imitation Game” è un film eccezionale, emozionante e assolutamente meritevole. Non lasciatevelo sfuggire per nessuna ragione.

IL MIO VOTO: 9/10 

giovedì 8 gennaio 2015

I Cavalieri dello Zodiaco - La leggenda del Grande Tempio - Recensione



I CAVALIERI DELLO ZODIACO – LA LEGGENDA DEL GRANDE TEMPIO
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Saint Seiya  Legend of Sanctuary
Regia: Keiichi Sato
Cast (voci): Mitsuru Miyamoto, Rikiya Koyama, Hiroaki Hirata, Mitsuaki Madono, Masumi Asano
Nazione: Giappone
Anno: 2014
Durata: 95 min.
Distribuzione: Key Films
Data di uscita (cinema): 8 gennaio 2015
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Il discorso riguardo il nuovo film dei Cavalieri dello Zodiaco sarebbe davvero lungo. “La leggenda del Grande Tempio”, nonostante una grafica davvero eccezionale e uno spettacolo non indifferente, esce tremendamente sconfitto dal confronto con la prima serie anime. Il film, infatti, si propone di condensare in novanta minuti circa più di cinquanta episodi; e non parliamo di episodi qualunque ma della Saga delle Dodici Case e, di conseguenza, il fallimento è inevitabile. Partiamo dalla trama che, nel complesso, non tradisce la traccia originaria. Per salvare la Dea Atena e affermare la sua autorità, Pegasus e i suoi amici Cavalieri devono attraversare la Dodici Case che precedono il Grande Tempio; qui affrontano i leggendari Cavalieri d’Oro, schierati al servizio di Arles, malvagio impostore. Si preannuncia uno scontro tanto epico quanto disperato. Il film è sicuramente scorrevole e divertente, e non manca nemmeno un pizzico d’ironia; l’animazione in computer grafica è stratosferica e i progressi in fase di espressività si vedono palesemente. L’azione, infine, rappresenta il culmine di uno spettacolo assolutamente godibile. Purtroppo, arrivano guai seri in fase di sceneggiatura e nel momento in cui si confronta questo prodotto con la serie. Gli scontri epici e poeticamente emozionanti del formato televisivo vengono ridotti a combattimenti troppo brevi, ben fatti ma non sempre girati al meglio; come se non bastasse, i personaggi sono talmente tanti che, di conseguenza, la caratterizzazione generale è paragonabile ad un disastro. Soltanto Pegasus e Atena ricevono un trattamento accettabile mentre gli altri Cavalieri vengono piuttosto trascurati; a risentirne maggiormente, tra le file dei buoni, è Phoenix e questo è un vero peccato. Per quanto riguarda i Cavalieri d’Oro, essi diventano semplici comparse e alcuni, come Virgo e Fish, sono privi di un vero e proprio ruolo e non hanno la benché minima incisività. Nonostante tutto, si può dire che lo spirito di sacrificio dei Cavalieri e l’importanza vitale che attribuiscono alla loro missione è rimasto, bene o male. In definitiva, “I Cavalieri dello Zodiaco – La leggenda del Grande Tempio” è un film assolutamente godibile e divertente che, tuttavia, si rivela una cocente delusione messo a confronto con la serie. Almeno il doppiaggio storico, sempre leggendario, riesce a dare discrete soddisfazioni.

IL MIO VOTO: 6.5/10            

domenica 4 gennaio 2015

Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate - Recensione



LO HOBBIT – LA BATTAGLIA DELLE CINQUE ARMATE
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Hobbit: The Battle of the Five Armies
Regia: Peter Jackson
Cast: Martin Freeman, Richard Armitage, Ian McKellen, Luke Evans, Orlando Bloom, Evangeline Lilly, Lee Pace, Cate Blanchett
Nazione: U.S.A., Nuova Zelanda
Anno: 2014
Durata: 144 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema): 17 dicembre 2014
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

La trilogia de “Lo Hobbit” trova la sua degna conclusione. Nonostante restino varie perplessità di fondo sull’intera operazione, questo capitolo finale è, probabilmente, il migliore dei tre. Iniziamo dalla trama, che riprende esattamente da dove l’avevamo lasciata alla fine del secondo film. La spettacolare morte del drago Smaug crea una situazione estremamente scottante; gli abitanti di Pontelagolungo e gli elfi, infatti, vogliono accedere alla montagna solitaria, riconquistata da Bilbo e dal gruppo di nani. Purtroppo, Thorin è notevolmente cambiato e la guerra è ormai alle porte. Tutti gli sforzi di evitarla vengono vanificati e, come se non bastasse, entrano altre forze in gioco. Lo scontro sarà devastante e niente sarà più come prima. Da un punto di vista narrativo, continuano ad esserci diverse aggiunte ma, questa volta, si è mantenuta una maggiore fedeltà nei confronti dell’opera originale; inoltre, il film scorre decisamente meglio del predecessore ed è più frenetico, fresco e godibile. Merito delle numerose scene di guerra e dei molteplici combattimenti, sempre emozionanti e ben realizzati; aggiungiamo anche scenografie eccellenti ed effetti speciali ineccepibili e, di conseguenza, il comparto grafico e tecnico diventa il punto di forza della pellicola. La caratterizzazione concreta dei personaggi, tuttavia, resta sempre un problema. Soltanto Thorin, Bard e Bilbo ricevono un trattamento adeguato; gli altri comprimari risultano troppo trascurati o, addirittura, stereotipati. La storia d’amore tra il nano e l’elfo femmina suscita sempre più perplessità e anche i cattivi non lasciano il segno come dovrebbero. Complessivamente soddisfacente la prova attoriale. In definitiva, “Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate” è sicuramente apprezzabile e risulta essere una conclusione soddisfacente. Dell’intera trilogia, probabilmente, non se ne sentiva il bisogno ma questo nuovo film risolleva sicuramente l’intera operazione.

IL MIO VOTO: 7/10

sabato 3 gennaio 2015

Liberaci dal male - Recensione



LIBERACI DAL MALE – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Deliver Us from Evil
Regia: Scott Derrickson
Cast: Eric Bana, Edgar Ramirez, Olivia Munn, Sean Harris, Joel McHale   
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 113 min.
Distribuzione: Sony Pictures
Data di uscita (cinema): 20 agosto 2014
Disponibile a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.


Derrickson, questa volta, lascia il segno fino ad un certo punto. Il suo ultimo film, “Liberaci dal male”, ottiene la sufficienza ma, tuttavia, rimane la sensazione che potesse complessivamente offrire di più. Cominciamo dalla trama, ispirata ad una storia vera. Il poliziotto Ralph Sarchie si ritrova ad indagare su molteplici casi tanto strani quanto violenti; con l’aiuto di un giovane prete, il protagonista scopre che, dietro a tutto questo, potrebbe nascondersi qualcosa di ultraterreno. Qualcosa di malvagio, che potrebbe mettere in pericolo egli stesso e le persone che ama. La narrazione si propone come un ibrido tra poliziesco e horror che, nonostante tutto, riesce a reggersi in piedi; non mancano spaventi e scene disgustose ma, questa volta, l’atmosfera non è sempre resa al meglio delle proprie possibilità. Risulta più interessante la prima parte rispetto alla seconda; in quest’ultima, infatti, sembra di assistere ad una sagra di luoghi comuni del genere. La pellicola scorre abbastanza bene per tutta la sua durata, grazie anche ad alcune scene d’azione che avrebbero potuto essere girate meglio. Per quanto riguarda l’approfondimento dei personaggi, si può rimanere soddisfatti a metà; il protagonista è quello che riceve il trattamento migliore e si può salvare anche la moglie, per quanto sia un comprimario piuttosto banale. Gli altri componenti della narrazione, invece, sono troppo trascurati o stereotipati; il prete e il collega di Ralph non sono veramente interessanti e il cattivo non riesce ad essere veramente incisivo. In definitiva, “Liberaci dal male” è un esperimento coraggioso che può dirsi riuscito; tuttavia, il regista ci ha abituato a ben altre pellicole e siamo sicuri che può fare molto meglio di cosi’.

IL MIO VOTO: 6.5/10


giovedì 1 gennaio 2015

Colpa delle stelle - Recensione



COLPA DELLE STELLE – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Fault in Our Stars
Regia: Josh Boone
Cast: Shailene Woodley, Ansel Elgort, Laura Dern, Willem Dafoe, Nat Wolff   
Nazione: U.S.A.
Anno: 2014
Durata: 120 min.
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita (cinema): 4 settembre 2014
Disponibile a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.


Il cinema contemporaneo, ultimamente, ha ricavato parecchio dalle storie d’amore adolescenziali e, in alcuni casi, è riuscito a costruirci sopra delle vere e proprie saghe. Spesso, purtroppo, questi rapporti amorosi sono stati trattati con troppa banalità; “Colpa delle stelle”, fortunatamente, può rappresentare un’eccezione. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di John Green, si avvale di due buoni interpreti e si rivela abbastanza interessante. La trama ruota attorno all’intensa quanto drammatica storia d’amore di due malati terminali: Hazel Grace, con un cancro alla tiroide con metastasi polmonare e Augustus Walters, vittima di un osteosarcoma che gli è costato una gamba. I due protagonisti vivono un sentimento intenso ma un crudele destino li attende al varco. Il film, nonostante le due abbondanti ore di visione, scorre discretamente e, al di là di tutto, la storia d’amore tra i protagonisti è meno banale del previsto. Qualche ingenuità, in fase di sceneggiatura, è presente ma, nel complesso, si può rimanere soddisfatti; il rapporto tra Hazel e Augustus viene approfondito gradualmente e, anche per la loro caratterizzazione, il lavoro è discreto. Non manca nemmeno un pizzico d’ironia e viene riservato un po’ di spazio anche a determinati personaggi secondari. Inoltre, la perfomance attoriale è abbastanza riuscita ma, probabilmente, la Woodley ha una marcia in più rispetto ad Elgort. Il tema della malattia e del dramma che essa rappresenta rende il tutto ancora più intenso. In definitiva, “Colpa delle stelle” è un buon film che riesce a distinguersi dai suoi simili. La malattia non può impedire all’amore di germogliare, se è destinato a nascere; questa forza, inoltre, è più potente di quanto si possa immaginare e può trascendere il tempo e lo spazio.

IL MIO VOTO: 7.5/10