lunedì 30 dicembre 2013

La Notte del Giudizio - Recensione



LA NOTTE DEL GIUDIZIO – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Purge
Regia: James DeMonaco
Cast: Ethan Hawke, Lena Headey, Tony Oller, Max Burkholder, Edwin Hodge, Adelaide Kane      
Nazione: U.S.A., Francia
Anno: 2013
Durata: 81 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 1 agosto 2013
Disponibile a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

L’horror come critica alla società e alle sue contraddizioni trova, anche nel 2013, un nuovo mirabile esempio. Si tratta de “La Notte del Giudizio”, pellicola diretta da James DeMonaco e con protagonisti Ethan Hawke e Lena Headey. La narrazione si sviluppa all’interno di un contesto davvero interessante. Negli Stati Uniti del 2022, è grazie ad un evento annuale che la criminalità è notevolmente diminuita e l’economia decisamente migliorata: si tratta di una notte chiamata “Lo Sfogo”. Durante questo lasso di tempo, tutti i crimini di qualunque genere o natura sono concessi, per permettere alla gente di scatenare i propri violenti istinti. Coloro che non sono intenzionati a partecipare si barricano nelle loro abitazioni e aspettano l’arrivo del mattino. La famiglia Sandin  appartiene a quest’ultima categoria ma le cose, questa volta, non andranno come previsto. Infatti Charlie, il figlio più piccolo, decide di dare riparo a un uomo che chiede disperatamente aiuto; quest’azione determina l’arrivo di un gruppo di pericolosi sbandati, che sono intenzionati a riprendersi il fuggitivo e, se l’individuo non verrà loro riconsegnato, ad entrare con la forza. La lotta per la sopravvivenza sarà terribile e farà emergere insospettabili verità. La narrazione, facilitata anche dalla breve durata, scorre molto bene, regala degli inattesi colpi di scena ed ha un finale interessante; inoltre, i momenti dove si avverte la tensione non mancano e sono conditi con un’equilibrata dose di azione. I personaggi, da un punto di vista dell’approfondimento psicologico, non godono tutti dello stesso trattamento ma il lavoro svolto sui protagonisti è apprezzabile, cosi’ come la loro performance attoriale. James Sandin (Hawke) crede di avere tutto sotto controllo e pensa di poter accettare lo “Sfogo”; per buona parte del film, è intenzionato a riconsegnare il fuggitivo ma, influenzato anche dalla moglie, cambia idea e decide di combattere. Mary Sandin attraversa lo stesso percorso ma, nell’ultima parte, è intenzionata a fare in modo che nessuno perda la vita, anche se si tratta di persone che hanno cercato di ucciderla insieme ai propri figli. Probabilmente, è lei il personaggio più interessante della narrazione; gli sbandati, nonostante abbiano un capo carismatico, sono molto stereotipati e gli altri componenti della famiglia e del vicinato, nel complesso, sono molto trascurati. Si salva, anche se per poco, il piccolo Charlie, che non accetta lo “Sfogo” e mantiene l’umanità e la bontà tipica dei bambini. Il contesto sociale della pellicola conduce a molteplici riflessioni. Intanto, il sistema è molto contraddittorio perché vuole limitare la violenza con altra violenza; inoltre, il fatto che siano le persone povere quelle maggiormente prese di mira genera un inquietante interrogativo: lo “Sfogo” serve davvero ad arginare la criminalità o è soltanto un pretesto per eliminare coloro che sono ritenuti socialmente inutili? In definitiva, “La Notte del Giudizio” è un horror ben fatto e interessante che punta su un tema tanto delicato quanto affascinante: le terrificanti contraddizioni della natura umana.

IL MIO VOTO: 7.5/10   

Colpi di Fortuna - Recensione



COLPI DÌ FORTUNA – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Colpi di Fortuna
Regia: Neri Parenti
Cast: Christian De Sica, Francesco Mandelli, Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Claudio Gregori, Pasquale Petrolo 
Nazione: Italia
Anno: 2013
Durata: 90 min.
Distribuzione: Universal Distribution
Data di uscita (cinema): 19 dicembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Neri Parenti, dopo “Colpi di Fulmine” del 2012, decide di riutilizzare la formula del film ad episodi e lo fa con “Colpi di Fortuna”, che approda nelle sale italiane a dicembre 2013. Il regista si affida sempre a De Sica e alla coppia “Lillo e Greg” e inserisce anche “Luca e Paolo” in questo nuovo film; il risultato, purtroppo, è molto deludente e risulta meno ispirato della pellicola precedente. Cominciamo dalla trama, che si struttura in tre episodi che, di originale, hanno davvero poco. Nel primo, una coppia di amici si mette alla disperata ricerca di una schedina del lotto, che potrebbe fruttar loro l’importante cifra di sei milioni di euro; nel secondo, un superstizioso imprenditore tessile ha a che fare con un traduttore perseguitato dalla iella; nel terzo, un ex ballerino scopre di avere un fratello mentalmente instabile e, tra i due, si instaura un rapporto curioso. Il film, alla fine, è gradevole e piacevole da guardare ma, ad eccezione di alcuni momenti riusciti, non risulta particolarmente esilarante. Da un punto di vista narrativo, nessuno dei tre episodi offre niente di particolarmente interessante e il fatto che ci siano degli echi di altre pellicole famose denota un’enorme povertà di contenuti. Probabilmente, la vicenda con “Luca e Paolo”, nonostante strappi qualche sorriso, è la peggiore del film e nemmeno tirare in ballo la squadra di calcio del Napoli risolve la situazione; il secondo episodio punta molto sull’esagerazione e trova una coppia discreta in De Sica e Mandelli. Entrambi offrono una buona performance ma non riescono ad essere sempre efficaci. “Lillo e Greg”, da un punto di vista attoriale, sembrano essere quelli più ispirati ma, nonostante strappino qualche sorriso in più, potevano offrire maggiore divertimento e brillantezza. Nel complesso, si ha l’impressione di assistere a qualcosa che sa di “già visto” che, nonostante cerchi altre strade, mostra gag e situazioni decisamente riciclate. Tutti i personaggi, in sostanza, sono molto banali e costringono a sorvolare sulla parola “caratterizzazione”. In definitiva, “Colpi di fortuna” è un film adatto a passare una serata di svago ma niente di più. A voler essere cattivi, si potrebbe dire che, se vi capitasse di vederlo, siete davvero sfortunati.

IL MIO VOTO: 4.5/10

Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug - Recensione



LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DÌ SMAUG
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: The Hobbit: The Desolation of Smaug
Regia: Peter Jackson
Cast: Martin Freeman, Ian McKellen, Richard Armitage, Orlando Bloom, Evangeline Lilly, Luke Evans, Lee Pace, Stephen Fry
Nazione: Nuova Zelanda, U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 161 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema): 12 dicembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

“La Desolazione di Smaug” approda finalmente nelle sale italiane a dicembre 2013 e rappresenta il secondo capitolo della nuova trilogia dedicata a “Lo Hobbit”, diretta da Peter Jackson. Questo film, nonostante raggiunga la sufficienza e abbia evidenti meriti tecnici ed estetici, non riesce veramente a sorprendere e alimenta le perplessità, già suscitate dal predecessore, sulla complessità dell’operazione. La trama continua a narrare il viaggio di Bilbo e della compagnia dei Nani verso la Montagna Solitaria, nel disperato tentativo di scacciare il drago Smaug e riconquistare Erebor. Durante il loro percorso, i protagonisti raggiungeranno nuove località, affronteranno maggiori pericoli e faranno molti incontri curiosi; nel frattempo, lo stregone Gandalf abbandona il manipolo di eroi per indagare su un oscuro nemico, sempre più temibile e potente. Fino ad arrivare al confronto con il drago, che avrà non poche conseguenze per tutti. La narrazione, per quanto abbia dei passaggi fedeli al libro, non ha uno scorrimento sempre convincente e soffre tremendamente l’eccessiva lunghezza della pellicola e l’evidente estensione dei contenuti rispetto al testo di partenza. La caratterizzazione dei personaggi, a parte qualche eccezione, si rivela molto frammentaria e non compie troppi passi avanti rispetto al predecessore; il lavoro migliore viene svolto indubbiamente su Thorin Scudodiquercia, il carismatico nano intenzionato a riprendersi la patria ad ogni costo e molto diffidente verso gli Elfi che, in passato, negarono aiuto al suo popolo; è sintetico ma convincente anche l’approfondimento di altri personaggi come Tauriel e il re degli Elfi Silvani Thranduil. La prima è una guerriera che capisce l’importanza di aiutare la compagnia ed è pronta ad andare contro il suo re; il secondo è un sovrano intenzionato a proteggere il proprio popolo ma troppo cieco verso le necessità altrui. La stessa cosa non si può dire della caratterizzazione del gruppo dei nani protagonisti, appena accennata per qualcuno ma nel complesso sempre molto trascurata; deludente anche il personaggio di Bard l’Arciere, quello di Beorn e si poteva lavorare di più anche su Bilbo e sul suo rapporto con l’anello. Nemmeno i temibili orchi e il misterioso Negromante riescono a lasciare il segno e, in alcune scene, si ha l’impressione di assistere ad una fotocopia della trilogia precedente. La pellicola si rivela priva di pecche nel comparto tecnico e grafico; le scenografie, i costumi e gli effetti speciali sono magnifici e le scene d’azione sono spettacolari e, nel complesso, ben realizzate. Sicuramente degno di nota l’inseguimento sui barili. Tuttavia, è l’ultima parte quella più riuscita, dove compare il drago Smaug, con tutta la sua imponenza, la sua perfezione estetica e il suo carisma; quest’ultimo non poteva ricevere un trattamento migliore sotto tutti i punti di vista. In definitiva, “Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug” è una pellicola troppo tirata per le lunghe e che è, contemporaneamente, tutto e nulla; nonostante le modifiche narrative apportate, non raggiunge l’epica de “Il Signore degli Anelli” e, al di là di tutto, continua a porre lo stesso interrogativo: questa nuova trilogia era davvero cosi’ necessaria?

IL MIO VOTO: 6.5/10      

giovedì 19 dicembre 2013

Un Fantastico Via Vai - Recensione



UN FANTASTICO VIA VAI – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Un Fantastico Via Vai
Regia: Leonardo Pieraccioni
Cast: Leonardo Pieraccioni, Marco Marzocca, Maurizio Battista, Serena Autieri, Massimo Ceccherini, Giorgio Panariello, Chiara Mastalli, Giuseppe Maggio, David Sef, Alice Bellagamba 
Nazione: Italia
Anno: 2013
Durata: 93 min.
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita (cinema): 12 dicembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Leonardo Pieraccioni è sicuramente uno dei comici italiani più amati e, ogni volta che torna al cinema, il pubblico italiano accorre in massa nelle sale. Dopo “Finalmente la Felicità” del 2011, arriva nei cinema “Un Fantastico Via Vai”, una commedia che, purtroppo, testimonia il fatto che il comico toscano non sia più lo stesso da ormai troppo tempo. La pellicola, alla fine, è leggera e gradevole da guardare ma fa rimpiangere molto i primi film del regista sotto molti punti di vista. Cominciamo dalla trama, in verità molto inverosimile. Arnaldo Naldi ha tutto ciò che un uomo può desiderare: un lavoro, una bella casa e una splendida famiglia. Nonostante questo, la sua vita è troppo monotona e Arnaldo rimpiange la sua giovinezza e la spensieratezza che la caratterizzava. L’occasione per tornare alle origini si presenta quando l’uomo viene cacciato di casa a causa di un tremendo equivoco; infatti, il protagonista decide di andare a vivere insieme a un gruppo di studenti universitari, ognuno con i suoi problemi e i suoi disagi. Questa convivenza si rivelerà molto costruttiva per ogni abitante della casa. I momenti dove si ride, durante la narrazione, sono davvero pochi e a strapparci qualche sorriso sono solo poche scene riuscite e la simpatia di alcuni personaggi. Pieraccioni rimane sempre un ottimista e un sognatore ma non riesce veramente a convincere fino in fondo; il suo percorso di formazione è trattato in maniera molto banale e superficiale e lo si potrebbe definire, addirittura, inesistente. Il fatto che ci siano dei rimandi al film “I Laureati” del 1995 può far pensare a una carenza di idee del comico toscano che, non solo non fa più ridere come un tempo, ma si avventura in territori che non gli appartengono. I problemi del razzismo e dell’aborto, che hanno alle loro spalle una vasta filmografia, vengono trattati in maniera troppo frettolosa e superficiale e, a questo film, bastano solo poche scene per risolverli. La performance attoriale, a parte alcune eccezioni, non sembra particolarmente ispirata e risulta mediocre e deludente. Nonostante tutti i suoi difetti, il film si lascia guardare ma lascia molto perplessi. In definitiva, “Un Fantastico Via Vai”, di fantastico, poteva avere molto di più e rappresenta l’ennesimo passo falso di Pieraccioni, che non riesce più a sfornare una pellicola veramente decente sotto tutti i punti di vista.

IL MIO VOTO: 5.5/10  

martedì 17 dicembre 2013

Alex Cross La Memoria del Killer - Recensione



ALEX CROSS – LA MEMORIA DEL KILLER
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Alex Cross
Regia: Rob Cohen
Cast: Tyler Perry, Matthew Fox, Jean Reno, Edward Burns, Carmen Ejogo, Rachel Nichols  
Nazione: U.S.A.
Anno: 2012
Durata: 97 min.
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita (cinema): 18 luglio 2013
Disponibile per il noleggio e la vendita in Dvd e Blu Ray. Prossimamente in vendita in entrambi i formati.

Alex Cross, il detective uscito dalla penna di James Patterson, aveva già trovato posto nel cinema in ben due pellicole: “Il Collezionista” del 1997 e “Nella Morsa del Ragno” del 2001, dove, in entrambi i film, Morgan Freeman interpretava la parte di Cross. Nel 2013 arriva in Italia una nuova avventura a lui dedicata; si tratta di “Alex Cross – La Memoria del Killer”, ispirato all’omonimo romanzo di Patterson e diretto dal famoso regista Rob Cohen. Il risultato, purtroppo, non è all’altezza delle aspettative e non riesce ad andare oltre la sufficienza. Cominciamo dalla trama che, di originale, ha ben poco. La tranquillità del detective Alex Cross e della sua squadra viene turbata dai delitti di un assassino tanto preparato quanto psicopatico; le indagini prendono una cattiva piega quando quest’ultimo inizia a uccidere le persone più vicine al protagonista. Di conseguenza, catturare il malvivente diventa una questione molto personale. Il film può essere diviso in due parti. La prima mostra le indagini in maniera accurata e dettagliata e cerca di dare maggiore profondità al protagonista e ai suoi assistenti; nonostante il tutto sia trattato in maniera molto banale, la struttura narrativa regge. I problemi emergono nella seconda parte, dove tutti gli eventi vengono trattati in maniera troppo frettolosa e superficiale. Le poche scene d’azione presenti sono girate male e, impedendo una chiara comprensione di quello che sta succedendo, si rivelano anche molto confusionarie. Inoltre la trama mostra alcune incongruenze narrative e, nel complesso, è molto lineare e prevedibile. Tyler Perry, nonostante la sua prova sia passabile, non riesce a rimpiazzare degnamente Morgan Freeman e il resto del cast, a parte Matthew Fox nella parte del cattivo, non sembra particolarmente ispirato; la pellicola, al di là di tutto, riesce almeno ad intrattenere e ad essere scorrevole per tutta la sua durata e questo va sicuramente a suo favore. In definitiva, “Alex Cross – La Memoria del Killer” poteva dare molte più soddisfazioni e si può definire una vera e propria parabola discendente, che parte bene per poi sciuparsi durante il percorso ed arrivare al traguardo in maniera molto mediocre.

 IL MIO VOTO: 6/10      

Prisoners - Recensione



PRISONERS – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Prisoners
Regia: Denis Villeneuve
Cast: Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Maria Bello, Terrence Howard, Viola Davis, Melissa Leo, Paul Dano
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 153 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema): 7 novembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Il grande thriller americano, finalmente, torna al cinema in tutto il suo splendore. Era dai tempi di “Mystic River” del grande Clint Eastwood che non si vedeva un film del genere cosi’ bello e intenso, con un grande cast e delle strepitose interpretazioni. Stiamo parlando di “Prisoners” del regista Denis Villeneuve, un potente thriller dai risvolti fortemente drammatici che, nonostante la notevole durata di due ore e mezzo circa, scorre benissimo e regala grandi emozioni. La narrazione si svolge in Pennsylvania, dove la famiglia Dover e la famiglia Birch stanno trascorrendo insieme il Giorno del Ringraziamento; improvvisamente, tutti si accorgono che Anna Dover e Joy Birch, le due figlie dei rispettivi nuclei familiari, sono misteriosamente scomparse nel nulla. Le indagini, condotte dal detective Loki, conducono a un camper e al suo ritardato proprietario che, dopo vari interrogatori, viene rilasciato per mancanza di prove. Questo evento, sommato all’inconcludenza delle indagini, scatena la reazione furibonda del padre di Anna, Keller, che decide di oltrepassare ogni limite giuridico e umano per ritrovare la propria figlia. Nel frattempo, le due famiglie sprofondano sempre di più nel dolore e nella disperazione e, con lo scorrere del tempo, il destino delle bambine sembra ormai segnato. I momenti intensi della narrazione, che non ha una risoluzione troppo scontata, sono davvero molti e colpisce l’interpretazione del cast e la caratterizzazione dei personaggi. Indubbiamente spicca su tutti il magistrale Hugh Jackman, un padre disposto veramente a tutto pur di ritrovare la propria bambina; tormentato anche dal senso di colpa per le proprie azioni e nonostante i momenti di notevole rabbia, debolezza e disperazione, continua imperterrito la propria indagine personale e cerca di reggere sulle proprie spalle l’intera situazione familiare. Anche Gyllenhaal e il suo detective Loki non sono da meno; l’attore tratteggia un personaggio che segue le regole e la legge ma, quando pensa di non aver fatto degnamente il proprio lavoro, si abbandona a momenti dove prevale l’istinto e la volontà, superiore a ogni codice giuridico ed etico, di ritrovare le bambine scomparse. Gli altri personaggi vengono trattati in modo sintetico ed efficace ma non trascurati. Grace, la moglie di Keller, sprofonda nel dolore e nella disperazione; la famiglia Birch (interpretata da Terrence Howard e Viola Davis in una convincente interpretazione) sono intenzionati quanto i Dover a ritrovare la propria figlia ma, di fronte al comportamento di Keller, reagiscono in maniera diversa. Entrambi appoggiano i suoi metodi ma quello a rimanerne maggiormente scioccato è Franklin, che si lascia convincere ma, in realtà, soffre tremendamente per quello che accade. Molto buona anche la prova di Melissa Leo nei panni di Holly Jones e quella di Paul Dano nei panni di Alex Jones. In conclusione, “Prisoners” è un film bellissimo e imperdibile, che rappresenta il ritorno al cinema del grande thriller americano, con una trama intensa e delle interpretazioni da Oscar.

IL MIO VOTO: 9/10    

giovedì 12 dicembre 2013

Red 2 - Recensione



RED 2 – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Red 2
Regia: Dean Parisot
Cast: Bruce Willis, Mary-Louise Parker, John Malkovich, Byung-hun Lee, Helen Mirren, Anthony Hopkins, Catherine Zeta-Jones  
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 111 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita (cinema): 21 agosto 2013
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd e Blu Ray.

Dopo un’assenza di circa due anni, i reduci estremamente distruttivi sono tornati. Il cast già grandioso del primo film si riconferma e si allarga notevolmente con nomi di tutto rispetto. Oltre a Bruce Willis, Mary Louise-Parker, John Malkovich ed Helen Mirren troviamo Catherine Zeta-Jones, Anthony Hopkins e Byung-hun Lee (lo Snake Eyes della serie “G.I. Joe”). Questo secondo capitolo propone, sostanzialmente, lo stesso ibrido tra commedia e film d’azione che aveva caratterizzato il predecessore; proprio come quest’ultimo, si rivela scorrevole e divertente ma rimane una pellicola di puro intrattenimento che punta tutto sulle scene d’azione e sulla brillantezza dei personaggi. Cominciamo dalla trama che, a parte qualche colpo di scena non troppo scontato, non risulta particolarmente degna di nota. La squadra capitanata da Frank Moses si ritrova coinvolta nel progetto “Notte Fonda”, che si basa sull’esistenza di un pericolosissimo ordigno che, se azionato, causerebbe migliaia di vittime; il problema è che altre forze governative vogliono impossessarsene per i propri fini politici. Tra vecchie e nuove conoscenze, Moses e i suoi compagni dovranno ritrovare lo scienziato creatore dell’arma, contrastare le altre potenze in gara ed impedire una catastrofe. Chiaramente, l’approfondimento concreto dei personaggi viene sacrificato in nome della loro brillantezza e del loro carisma; quasi tutti i personaggi hanno dialoghi molto divertenti e battute graffianti e questo contribuisce a creare lo spirito da vera e propria commedia. Questi siparietti vengono intramezzati da rocambolesche scene d’azione, che si intensificano nella seconda parte e comprendono sparatorie, inseguimenti e combattimenti vari. La formula, proprio come nel primo capitolo, regge ma è molto fine a sé stessa e, di conseguenza, la pellicola va valutata esclusivamente per quello che è; in sostanza, siamo di fronte a un brillante film d’azione che intrattiene molto bene per tutta la sua durata ma niente di più. “Red 2”, in conclusione, è un film leggero e poco impegnativo che, volendo, si presta molto ad avere altri sequel, con ancora più star e altrettanto divertimento.

IL MIO VOTO: 6.5/10          

domenica 8 dicembre 2013

Steamboy - Recensione



STEAMBOY – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Suchīmubōi
Regia: Katsuhiro Ōtomo
Cast (voci): Anne Suzuki, Kiyoshi Kodama, Manami Konishi, David S. Lee, Katsuo Nakamura
Nazione: Giappone
Anno: 2004
Durata: 121 min.
Distribuzione: Sony Pictures
Data di uscita (cinema): 27 maggio 2005
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd.

Nell’animazione giapponese, cosi’ come nel cinema, molte pellicole dall’indubbio valore artistico e narrativo non ricevono il trattamento che meritano. Purtroppo “Steamboy”, la seconda opera cinematografica di Ōtomo, leggendario regista di “Akira”, è una di quelle. Costato più di 25 milioni di dollari, un vero e proprio record, il film non ha avuto un grande successo di pubblico ed è un vero peccato perché l’impianto grafico è a dir poco strepitoso e i contenuti narrativi sono molto interessanti. Ambientata in un’Inghilterra steampunk del XIX secolo, l’opera narra la straordinaria vicenda di Ray Steam, giovane inventore, che riceve per posta una misteriosa sfera inviatagli dal nonno; toccherà al ragazzo impedire che l’oggetto cada nelle mani della fondazione O’Hara, intenzionata a usarlo per oscuri fini. Durante la sua avventura, Ray incontrerà vecchie e nuove conoscenze e comprenderà il potenziale della scienza e l’importanza del suo corretto uso. La narrazione non è rilevante per la sua originalità ma per l’interesse dei suoi contenuti, che vengono manifestati attraverso una caratterizzazione adeguata dei tre personaggi principali, che rappresentano ciascuno un tipo di scienziato. Ray Steam rappresenta l’astro nascente, che deve ancora capire bene verso quale direzione indirizzare il proprio sapere e le proprie invenzioni; Lloyd Steam, nonno paterno del protagonista, rappresenta lo scienziato saggio, che ha compreso che una scienza spogliata di qualunque fondamento etico porta soltanto guai e disastri per l’umanità; Edward Steam, il padre del protagonista, è il tipo di scienziato più deviato, che ha scelto di pagare qualunque prezzo pur di far trionfare il potenziale supremo della scienza nell’umanità. Questi tre personaggi, rispetto a tutti gli altri, risultano essere quelli più interessanti e caratterizzati e sono il vero e proprio nucleo contenutistico della storia. Scarlett e le altre potenze nascoste nell’ombra non ricevono lo stesso trattamento e si rivelano essere semplicemente funzionali alla narrazione. La pellicola, al di là del contenuto, è ricca di azione e molto scorrevole, nonostante le due abbondanti ore di visione. Il comparto grafico è una vera e propria gioia per gli occhi. Il lungo e dettagliato studio dell’Inghilterra del XIX secolo si vede chiaramente nelle ambientazioni e nelle animazioni, che, insieme, rappresentano un capolavoro della fusione tra animazione tradizionale e computer grafica. La Torre Steam è semplicemente fuori del comune e, nella seconda parte del film, regala delle sequenze di spettacolarità molto rara in prodotti del genere. In conclusione, “Steamboy” è un bellissimo film d’animazione assolutamente da non perdere che, nonostante fonda in modo intelligente grafica e contenuti, poteva ricevere un trattamento di critica e pubblico decisamente migliore.

IL MIO VOTO: 8.5/10 

Monsters University - Recensione



MONSTERS UNIVERSITY – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Monsters University
Regia: Dan Scanlon
Cast (voci): Steve Buscemi, John Goodman, Billy Crystal, Joel Murray, Dave Foley, Peter Sohn
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 103 min.
Distribuzione: Walt Disney
Data di uscita (cinema): 21 agosto 2013
Disponibile per il noleggio e per la vendita in Dvd e Blu Ray dal 4 dicembre 2013.

Dopo una corposa campagna pubblicitaria arriva, anche in Italia, “Monsters University”, il nuovo film Disney targato Pixar. Il film si propone come un prequel di “Monsters & Co.”, pellicola del 2001, e si rivela un prodotto sorprendente, in grado di coniugare nel modo giusto grafica e contenuti. La trama vede come protagonisti i mostri Michael Wazowski e James P. Sullivan, che frequentano la Monsters University accomunati dallo stesso obiettivo: diventare ottimi Spaventatori. Purtroppo, nessuno dei due riesce a superare l’esame ed entrambi, acerrimi rivali, vengono cacciati dal corso; per essere riammessi e far ricredere il perfido rettore Tritamarmo, Wazowski e Sullivan sono costretti ad allearsi e a radunare un improbabile squadra di loro simili per vincere le Spaventiadi, grande competizione annuale dell’Università. Durante il percorso, i due mostri capiranno cose molto più importanti della vittoria che vanno cercando. Il rischio di assistere a un film tanto pubblicizzato quanto deludente era molto concreto ma fortunatamente non è cosi’; la narrazione non solo è strutturata bene ma approfondisce nella maniera giusta i personaggi principali. Wazowski, nonostante gli altri lo sottovalutino, non si da mai per vinto e, facendo affidamento sullo studio della teoria e sulla sua grande forza di volontà, cerca incessantemente di realizzare il proprio sogno; diversamente da lui, Sullivan è il classico spaccone prepotente che pensa a divertirsi e trascura molto lo studio. Il rapporto tra i due, avanzando nella narrazione, si fa sempre più interessante e conduce a un duplice risultato, fondamentale per entrambi: una maturazione più concreta e una maggiore consapevolezza di sé. La stessa cosa accade per il gruppo da loro condotto nelle Spaventiadi. Personaggi come il rettore Tritamarmo o i compagni universitari di Sullivan rappresentano i nemici che ti fanno crescere e ti mettono alla prova. La presenza di qualche stereotipo diventa passabile di fronte a questo buon lavoro di caratterizzazione generale e a una storia che non si rivela, alla fine, troppo scontata. Inoltre, dal punto di vista grafico, il film è una vera e propria festa di colori e una gioia per gli occhi; le gag e le trovate divertenti e originali sono molte e si arriva agilmente alla fine. In definitiva, “Monsters University” è un vero e proprio gioiello della Pixar assolutamente da non perdere e si rivela la fusione perfetta di due elementi: un ottimo comparto grafico e un contenuto interessante e significativo.

IL MIO VOTO: 8/10     

giovedì 28 novembre 2013

Thor - The Dark World - Recensione



THOR – THE DARK WORLD
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Thor: The Dark World
Regia: Alan Taylor
Cast: Chris Hemsworth, Natalie Portman, Tom Hiddlestone, Christopher Eccleston, Idris Elba, Anthony Hopkins, Rene Russo, Stellan Skarsgård
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 112 min.
Distribuzione: Walt Disney
Data di uscita (cinema): 20 novembre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

“Thor – The Dark World”, approdato recentemente nelle sale italiane, apre la cosiddetta “Fase Due” della Marvel, nuovo ciclo di film superomistici che prelude all’attesissimo “The Avengers: Age Of Ultron”, previsto per il 2015. Questo secondo capitolo è sicuramente superiore al predecessore ma, per quanto sia divertente e spettacolare, non riesce ad essere veramente interessante sul piano tematico e narrativo. Iniziamo dalla trama, che non presenta niente di particolarmente innovativo. Grazie a Thor e ai suoi poteri, la pace è finalmente tornata sui Nove Regni; questo equilibrio, tuttavia, è destinato a cambiare a causa di Malekith, signore degli Elfi Oscuri. Quest’ultimo vuole impossessarsi dell’Aether, un devastante e terribile potere, per ottenere il dominio assoluto. Riallacciando legami lontani e stringendo improbabili alleanze, toccherà a Thor combattere questo spietato e malvagio nemico. Il film è sicuramente più scorrevole e fresco del predecessore; ironico quanto basta, offre massicce dosi di azione e spettacolarità ai massimi livelli d’eccellenza. Molto belle e di ottima fattura anche le scenografie dove, oltre ad Asgard, trovano spazio anche gli altri Regni. I veri punti deboli sono da riscontrare nella narrazione e nei personaggi. La storia, a parte qualche elemento, si rivela abbastanza lineare e scontata e i personaggi non vengono trattati nel modo giusto. Thor, nonostante sia più maturo, rimane il solito eroe d’azione avventato e privo di una profondità veramente convincente; neanche la perdita delle persone care riesce a scuoterlo più di tanto. Jane Foster e i fidati amici del Dio del Tuono, a parte qualche accenno, non si rivelano degni di nota dal punto di vista della caratterizzazione; la stessa cosa si può dire per Odino e gli altri personaggi di Asgard. Inoltre, abbiamo visto cattivi molto più interessanti e carismatici di Malekith e dei suoi minacciosi Elfi Oscuri. Il fiore all’occhiello di questo film, il personaggio più riuscito è sicuramente Loki, il fratello di Thor; nonostante compaia molto meno rispetto al film precedente, è molto più interessante del protagonista. Si dimostra sempre il re dell’inganno, porta rancore verso suo fratello e suo padre e, soprattutto, è anche in grado di soffrire. Non a caso, sono le scene con Thor e Loki insieme a risultare la più riuscite. In definitiva, “Thor – The Dark World” è un film divertente e piacevole da guardare che, però, non esita a sacrificare la sostanza narrativa in nome della spettacolarità più assoluta. Speriamo che i prossimi capitoli della “Fase Due”, in uscita nel 2014, riescano a coniugare in una maniera migliore forma e contenuti.

IL MIO VOTO: 6.5/10            

Hates - House At The End Of The Street - Recensione



HATES – HOUSE AT THE END OF THE STREET
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: House At The End Of The Street
Regia: Mark Tonderai
Cast: Jennifer Lawrence, Elisabeth Shue, Max Thieriot, Gil Bellows, Nolan Gerard Funk    
Nazione: U.S.A., Canada
Anno: 2012
Durata: 99 min.
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita (cinema): 13 giugno 2013
Disponibile a noleggio in Dvd e Blu Ray. Disponibile per la vendita, in entrambi i formati, dal 4 dicembre 2013.

Jennifer Lawrence è sicuramente una delle attrici più gettonate del momento. La giovanissima premio Oscar per “Il Lato Positivo”, infatti, approda nelle sale con “The Hunger Games – La Ragazza Di Fuoco” e sarà presente anche nell’attesissimo “American Hustle” di David O. Russell. Nel frattempo arriva in Italia per l’Home Video “Hates – House At The End Of The Street”, pellicola del 2012, arrivata nei cinema italiani a giugno del 2013, che ha proprio per protagonista la Lawrence. Siamo di fronte a un discreto thriller che, nonostante evidenti imperfezioni, riesce a raggiungere la sufficienza. Cominciamo dalla trama, banale nell’incipit ma non troppo scontata nel complesso. Elissa Cassidy e sua madre Sarah si trasferiscono in una nuova casa, nella periferia di una tranquilla cittadina; la dimora in questione, tuttavia, si trova vicino a un’altra che è stata, in precedenza, teatro di un efferato duplice omicidio e che dovrebbe essere disabitata. Elissa, mentre cerca di relazionarsi nel nuovo ambiente scolastico, conosce un ragazzo tanto mite quanto enigmatico; si tratta di Ryan, che vive da solo nella casa del crimine e quasi sempre in disparte. La relazione che si instaura tra i due porterà alla luce misteri tanto inquietanti quanto pericolosi. La narrazione riserva colpi di scena riusciti e inaspettati ma non riesce a mantenere costantemente alta la tensione; infatti, gli eventi della prima parte, nonostante suscitino mistero e curiosità, possono risultare fiacchi e lenti. E’ soltanto nell’ultima parte del film, dopo che viene svelato l’intreccio, che si entra nel vivo dell’azione e della tensione. La caratterizzazione dei personaggi, nonostante le performance soddisfacenti degli attori principali, rimane a un livello molto superficiale. Il contrastato rapporto tra madre e figlia, i vari compagni di scuola e il vicinato fanno parte di un’abusata gamma di stereotipi; la stessa cosa si può dire per Ryan, classico ragazzo tranquillo che nasconde in realtà moltissimi segreti. Al di là di tutto, “Hates – House At The End Of The Street” non rappresenta un campione di eccellenza nel suo genere ma si rivela un prodotto, supportato anche dalla breve durata, piacevole da guardare.

IL MIO VOTO: 6.5/10     

giovedì 21 novembre 2013

Berserk L'Epoca D'Oro Capitolo II La Conquista di Doldrey - Recensione



BERSERK - L’EPOCA D’ORO - CAPITOLO II:
LA CONQUISTA DOLDREY

Titolo originale: Berserk Ōgon Jidai-Hen II: Doldrey Kōryaku
Regia: Toshiyuki Kubooka
Cast (voci): Hiroaki Iwanaga, Takahiro Sakurai, Toa Yukinari, Yoshiro Matsumoto, Takayuki Sugo
Nazione: Giappone
Anno: 2012
Durata: 95 min.
Distribuzione: Yamato Video
Data di uscita (cinema): 14 ottobre 2013
Disponibile per la vendita in Dvd e Blu Ray.

Dopo “L’uovo del Re Dominatore”, anche il secondo capitolo de “L’Epoca D’Oro” di “Berserk” trova una distribuzione in Italia. “La Conquista di Doldrey” viene proiettato nelle sale in una maratona comprensiva della pellicola precedente e viene distribuito in Dvd e Blu Ray, sempre a cura della Yamato Video. Cominciamo dalla trama, esatta prosecuzione degli eventi narrati nel primo capitolo. L’armata dei Falchi, grazie ai suoi successi, continua la sua scalata al potere; nel momento in cui il gruppo di mercenari capitanato da Griffith riesce a conquistare Doldrey, fortezza nemica apparentemente inespugnabile, arriva la gloria assoluta per Guts e i suoi compagni. Tutti vengono insigniti di un titolo nobiliare e l’armata viene promossa a un rango superiore. Anche questa volta il destino di Guts e le sue scelte influenzeranno gli eventi, avviando la caduta di Griffith e mettendo i Falchi in una tremenda situazione di pericolo. Possiamo dire che questo secondo film si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda del predecessore, non riuscendo a sopperirne le evidenti lacune sul piano concettuale. Infatti, la dose di sangue e azione viene notevolmente aumentata mentre l’approfondimento psicologico non è assente ma rimane sempre a un livello molto sintetico. Infatti, le violente sequenze di battaglia sono molto più numerose e costituiscono, insieme al comparto grafico e alla riuscita colonna sonora, uno dei punti di forza della pellicola, che ha anche il pregio di essere molto scorrevole. Il lavoro dello Studio 4°C si rivela essere più accurato e meno lacunoso rispetto al predecessore, con scene di combattimento molto fluide, un buon character design e delle caratteristiche ambientazioni, con un impiego assoluto della computer grafica e dei suoi prodigi. Anche se l’armata dei Falchi trova maggiore spazio, anche in questo film sono i tre protagonisti ad essere trattati con maggiore riguardo. Guts continua a combattere ma è assalito dai dubbi; non riesce a trovare uno scopo nel suo operato e, dietro la sua espressione prevalentemente apatica, arriva a capire cosa deve realmente fare. Casca rivela la proprie fragilità. Nutre un sentimento profondo verso Griffith, che l’ha salvata da uno stupro e l’ha accolta con sé, un surrogato di stima, amore e rispetto; nello stesso tempo sembra soffrire la propria natura di donna ed è inizialmente gelosa di Guts, divenuto indispensabile per il suo capo. Griffith viene visto sempre di più come leggenda inarrivabile; continua a utilizzare ogni mezzo per perseguire il suo unico scopo. Per quanto sembri perfetto, tuttavia anch’egli è umano e si abbandona ad azioni rischiose e incoscienti, mosso dal dolore e dalla delusione. Purtroppo, molte cose, proprio come nel primo capitolo, continuano ad essere assenti. Gli intrighi della vita nobiliare sono inesistenti e il rapporto tra Guts e Griffith, che era fondamentale nella serie, viene sempre lasciato ai margini. Quello che rimane, tuttavia, è un’atmosfera di mistero e la sensazione di qualcosa che non quadra, sempre legata al behelit e al suo ruolo nell’intera vicenda. In definitiva, “La Conquista di Doldrey” ottiene un’ampia sufficienza ma, dal punto di vista della sostanza narrativa, non toglie o aggiunge niente a quello che aveva già offerto il capitolo precedente; in compenso, con il suo finale in sospeso (dove trova un cameo anche il personaggio di Pak), alimenta la voglia dello spettatore di vedere la conclusione. Il terzo capitolo, “L’Avvento”, arriverà nel nostro paese l’anno prossimo e possiamo solo sperare che si mantenga ai livelli dei capitoli precedenti, senza rovinare ulteriormente il discreto lavoro svolto fino ad ora.

IL MIO VOTO: 7/10    

martedì 19 novembre 2013

Gravity - Recensione



GRAVITY – Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Gravity
Regia: Alfonso Cuarón
Cast: Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris
Nazione: U.S.A., Gran Bretagna
Anno: 2013
Durata: 92 min.
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita (cinema): 3 ottobre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

L’uomo e lo spazio. La nullità dell’essere umano paragonato all’infinità dell’universo. Alfonso Cuarón, regista di pellicole come “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban” e “I figli degli uomini”, gira un film sorprendente e non semplice da realizzare che riflette sui temi sopraelencati. Dopo quattro anni di lavoro circa, “Gravity” sbarca al Festival di Venezia del 2013 e arriva nelle sale italiane il 3 ottobre. Cominciamo dalla trama, estremamente semplice. Viene narrata la drammatica esperienza di Ryan Stone e Matt Kowalsky, due astronauti che stanno riparando un satellite. In seguito a una pioggia di detriti che distrugge la loro stazione, i due iniziano a vagare nello spazio sconfinato, uniti solamente dalle due estremità di un cavo. E’ l’inizio di un incubo e tornare sani e salvi sulla Terra sembra a dir poco impossibile. Facilitato anche da una breve durata, il film scorre molto bene e, a parte i minuti iniziali del film, lo spettatore partecipa emotivamente alla vicenda dei due protagonisti e fa il tifo per loro. Inoltre, anche l’affidare un’intera pellicola esclusivamente a due attori non è cosa da poco e la coppia Clooney – Bullock funziona perfettamente; nonostante il primo compaia poco sullo schermo, la seconda riesce a reggere l’intera vicenda ottimamente e i siparietti tra i due attori donano la giusta ironia all’insieme. Il concetto espresso, ovvero quanto la vita dell’essere umano perda di significato di fronte alla complessità dell’universo, emerge anche nella caratterizzazione dei protagonisti. Dopo aver iniziato a vagare nello spazio, i due iniziano a scoprirsi. Kowalsky, dietro la sua ironia, manifesta il desiderio di pace e tranquillità assoluta che soltanto l’universo può dare ma sa anche che la vita, nonostante tutto, deve andare avanti; Ryan Stone fa emergere il dolore immenso per la perdita di una persona cara e, a un tratto, sembra smettere di cercare una via di salvezza. Riuscirà a ritrovare la speranza in seguito a un intervento provvidenziale che non svelerò. L’ottima performance degli attori si combina a un comparto tecnico strepitoso e a una colonna sonora esemplare. Gli effetti speciali e la resa dello spazio sono semplicemente magistrali; tracce di musica d’atmosfera si alternano a veri e propri momenti dove regnano soltanto respiri e rumori. In definitiva, “Gravity” è un film che merita assolutamente di essere visto e che si propone come la fusione ideale di blockbuster e cinema d’autore.

IL MIO VOTO: 8.5/10      

mercoledì 13 novembre 2013

Kiki Consegne a domicilio - Recensione



KIKI - CONSEGNE A DOMICILIO
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Majo no takkyūbin
Regia: Hayao Miyazaki
Cast (voci): Minami Takayama , Rei Sakuma, Mieko Nobuzawa , Kouichi Miura, Kappei Yamaguchi
Nazione: Giappone
Anno: 1989
Durata: 102 min.
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita (cinema): 24 aprile 2013

Nel 1989 Hayao Miyazaki dirige un altro gioiellino dell’animazione giapponese, “Kiki – Consegne a domicilio”. Il film, arrivato tardi nel nostro paese, non trova una distribuzione dignitosa grazie alla Disney/Buena Vista; quest’ultima, infatti, ne riadatta la colonna sonora per avvicinarlo maggiormente ai propri standard. Col passare del tempo, il film diventa di difficile reperibilità e sembra andare nel dimenticatoio. Fortunatamente, grazie alla Lucky Red, le cose cambiano nel 2013. La pellicola viene recuperata e distribuita nei cinema, con un nuovo doppiaggio italiano e il ripristino della colonna sonora originale. Il racconto di formazione della piccola strega ritrova l’antico splendore anche grazie a una strepitosa distribuzione in Blu Ray, che ne valorizza ai massimi livelli l’impianto grafico. Ispirandosi all’omonimo romanzo di Eiko Kadono del 1985, Miyazaki racconta la storia di una vivace e simpatica strega di tredici anni, di nome Kiki, che parte per il suo periodo di apprendistato; in compagnia del suo gatto Jiji, arriva in un’incantevole città sul mare e inizia a rendersi indipendente lavorando come corriere. Purtroppo, le difficoltà della vita quotidiana e i suoi turbamenti sostituiscono l’entusiasmo iniziale della bambina, che si deprime e perde fiducia nelle proprie potenzialità; grazie ad alcuni incontri e ad importanti esperienze, Kiki riuscirà a superare questo periodo difficile e ad acquisire una nuova consapevolezza di sé. Ancora una volta Miyazaki coniuga qualità tecnica e sostanza contenutistica. L’animazione tradizionale, correlata da un’eccellente colorazione, è semplicemente affascinante e meravigliosa; i paesaggi risultano bellissimi e suggestivi (curiosità: il regista si è ispirato all’estetica di alcune famose città europee per realizzare la città sul mare) e la deliziosa colonna sonora completa l’opera. La narrazione, per quanto sia semplice e lineare, affronta un tema delicato quanto importante ovvero il passaggio dall’età della fanciullezza a quella adulta. E’ una fase sempre problematica da affrontare per tutti, un periodo traumatico che ci fa capire che niente sarà più come prima, cosi’ come il nostro essere. L’importante è non perdere mai la speranza e la volontà di vivere, anche se questo non è sempre facile. Anche per la protagonista non mancano i momenti di tristezza e di sconforto, specialmente nel capire la diversità delle persone e le difficoltà della vita quotidiana. Per uscirne, occorrono anche le persone giuste, tratteggiate in maniera dignitosa nonostante sia la protagonista ad avere giustamente maggiore spazio. Una simpatica panettiera, un’amorevole vecchietta mal ricambiata dalla nipote, un interessante amico e una saggia pittrice. Ognuno di loro trasmette qualcosa alla giovane strega, che, alla fine del percorso, non è completamente quella di prima. A tale proposito è importante la perdita temporanea dei poteri; nella conclusione, Kiki riesce nuovamente a volare a cavallo della sua scopa ma non riesce più a comprendere il linguaggio del proprio gatto. L’unica pecca del film, probabilmente, è il finale, che può risultare molto sbrigativo e tirato via. In conclusione; “Kiki – Consegne a domicilio” si rivela l’ennesima perla di Miyazaki, che con il suo cinema riesce a realizzare prodotti tanto pregevoli nell’estetica quanto intelligenti nei contenuti.

IL MIO VOTO: 8/10     

martedì 12 novembre 2013

Dark Skies Oscure Presenze - Recensione



DARK SKIES – OSCURE PRESENZE
Recensione a cura di David Salvaggio

Titolo originale: Dark Skies
Regia: Scott Stewart
Cast: Keri Russell, Josh, Hamilton, J. K. Simmons, Dakota Goyo
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 97 min.
Distribuzione: Koch Media
Data di uscita (cinema): 24 ottobre 2013
Prossimamente a noleggio e in vendita in Dvd e Blu Ray.

Nel cinema contemporaneo, possiamo dire che vige una regola importante. Guardarsi sempre dai film troppo pubblicizzati, perché spesso e volentieri deludono parecchio le aspettative. Purtroppo, “Dark Skies – Oscure Presenze” di Scott Stewart non fa eccezione. L’horror che non ci avrebbe fatto più dormire è infine uscito e si rivela tutt’altro che terrificante, con buoni spunti ma complessivamente fiacco. La trama vede come protagonista la famiglia Barrett, che vede abbattersi su di sé una misteriosa e spaventosa serie di eventi. Quelle che sembrano essere coincidenze si rivelano, gradualmente, azioni di terrificanti presenze, intenzionate a perseguitare i Barrett e mosse da oscuri scopi. Combatterle non sarà impresa priva di difficoltà. La narrazione, nonostante abbia il più abusato degli incipit, non va a parare sulle solite presenze demoniache e questo va a suo favore; purtroppo, il problema è il modo in cui il tutto viene messo in scena. A parte qualche momento riuscito, la pellicola non riesce veramente a inquietare e terrorizzare e alcune scene potrebbero addirittura risultare ridicole. La caratterizzazione dei personaggi non è completamente assente ma, nonostante la discreta prestazione del cast in generale, si mantiene su un livello piuttosto banale. I Barrett hanno i problemi che potrebbe avere ogni famiglia. Un marito che non riesce più a trovare lavoro e che è costretto a mentire, una moglie lavoratrice che è brava tanto a incitare il compagno quanto a criticarlo, un ragazzo nel pieno della difficile età dell’adolescenza e un bambino fragile attaccato al fratello. L’esperienza di ogni componente non riesce veramente a tenere incollato allo schermo lo spettatore e non mancano richiami a un altro campione di delusione, “Paranormal Activity”, che ne ritrova in questo film il produttore. Infatti, a un certo punto vengono utilizzate delle telecamere per cogliere sul fatto le presenze. Nemmeno il finale, nonostante un discreto colpo di scena, riesce a lasciare il segno. Da segnalare anche la presenza di J. K. Simmons, ottimo attore ricordato maggiormente per l’interpretazione di Jonah Jameson nella trilogia di “Spiderman” di Sam Raimi. In conclusione, “Dark Skies – Oscure Presenze” si rivela un horror fiacco e deludente che, nonostante alcuni spunti interessanti, non riesce a compiere veramente il proprio dovere e a rendersi degno di nota.

IL MIO VOTO: 4.5/10